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articolo d'archivio di Girodivite mensile delle città invisibili

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Girodivite - n° 58 / novembre 1999 - Bologna, politica

Un laboratorio per la sicurezza a Bologna

comunicato del Laboratorio per la sicurezza sociale Atlantide di Bologna.
Da qualche mese nelle città italiane è stata inaugurata una nuova guerra non
dichiarata: una guerra securitaria, condotta contro gli esclusi dei nostri
territori o le forme di vita altre rispetto alle dominanti, nel nome della
riconquista della sicurezza perduta per i cittadini. Come interpretare
altrimenti il conflitto condotto contro gli occupanti di case, il Cassero
autogestito da gay e lesbiche, Associazione Piazza Grande, gli arresti dei
Pancaldi, l'abitudine della SEABO di lavare i senzacasa con gli idranti
piuttosto che la polizia che identifica e scheda centinaia di persone solo
perché sedute a chiacchierare in Piazza Maggiore? A queste persone, donne ed
uomini, viene imputato di essere causa dell'insicurezza dei cittadini delle
metropoli. Il governo di centro-sinistra e le amministrazioni dei diversi
colori conducono questa guerra attuando politiche forcaliole e criminali che
si esemplificano con l'apertura in ogni metropoli di un centro di espulsione
(nella forma e nella sostanza anticostituzionale) per i/le migranti e la
nascita degli assessorati alla sicurezza incaricati di blindare le città.
L'operazione che sta passando con un consenso diffuso altissimo si appoggia
ad una reale insicurezza sociale diffusa, la cui causa non abita nella
presenza del migrante illegale, delle prostitute, del ragazzo che si fa le
pere o di altre forme di vita.
Le cause dell'insicurezza, secondo noi, vanno ricercate nella scomparsa
delle garanzie sociali, nella precarizzazione del rapporto di lavoro,
nell'assenza di una garanzia al reddito, nell'impossibilità di pensare e
realizzare un futuro decente.
Non è un caso che i governi europei abbiano deciso di attuare questa guerra
securitaria: essa permette loro di rilegittimarsi e di spostare l'attenzione
dei cittadini dai veri responsabili dell'insicurezza, cioè loro, verso altri
sicuramente non in grado di difendersi e, dall'altra parte, di sviluppare
una nuova strategia di segmentazione del lavoro vivo. Purtroppo è passato
sotto silenzio che il sindaco ed il prefetto di Milano non solo facciano
funzionare a pieno regime il lager di via Corelli, ma che nel contempo
promuovano un accordo tra sindacati e Confindustria per segmentare
etnicamente la composizione del lavoro: i migranti, per essere accettati,
saranno costretti ad un salario di un terzo inferiore a quello previsto dal
CNL. Questi due esempi ci suggeriscono una chiave di lettura importante per
proporvi un confronto aperto contro la guerra securitaria: l'elaborazione di
una nuova proposta per la sicurezza sociale, fatta di diritti per tutti e
non di massacri sulla pelle degli altri, e l'interpretazione delle politiche
dell'immigrazione come strumento di gestione di un ampio flusso di lavoro
vivo su cui speculare e segmentare politicamente la composizione di classe
postfordista. Ad Atlantide abbiamo avviato un laboratorio di ragionamento su
questi temi, che, partendo da una critica radicale delle campagne sicurezza,
sta cercando di proporsi alla parte solidale ed aperta della città come
spazio politico pubblico che tenga insieme nella forma di rete gli insicuri
di questa metropoli, siano questi migranti, più o meno legali, studenti e
studentesse privati delle garanzie sociali che un tempo determinavano il
diritto allo studio, associazioni solidali e spezzoni di società civile che
non di arrendono a questa struttura societaria, convinti che non sia né
unica, né tantomeno la migliore possibile.
Il Laboratorio per al sicurezza sociale crede che reddito garantito,
allargamento dei diritti di cittadinanza e l'eliminazione della figura
giuridica del clandestino siano la cifra per ripensare la sicurezza sociale,
e che la chiusura dei centri di detenzione per migranti sia il modo migliore
per incominciare.
  Laboratorio per al sicurezza sociale

L'appuntamento è ad Atlantide per martedì 16/11 ore 21.15
al Cassero di Porta Santo Stefano, Bologna.
 


Released online: November, 1999

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