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Girodivite - n° 56 / settembre 1999 - Poesia

Dui, in forma di muddiki

di Pina La Villa - Il 29 giugno 1999 è stato presentato a Le Ciminiere di Catania il libro di Salvo Basso "Dui". Alla presentazione era presente oltre all'autore anche Pina La Villa che del libro di poesia ha curato la traduzione in italiano e la prefazione. Questo articolo è stato scritto espressamente per Girodivite.

Dui / Salvo Basso. - Catania : Prova d'autore, 1999.

Sono poesie in dialetto siciliano, ma è difficile dire di quale dialetto si tratti e perché la scelta dell'autore sia caduta su di esso. Non è il siciliano: non quello della tradizione letteraria, perché assomiglia la linguaggio parlato per la sua immediatezza e comprensibilità; non è un dialetto comune ai siciliani perché non si può parlare di un dialetto siciliano in presenza di parlate locali diverse fra loro come quelle dell'area catanese, utilizzata da Salvo Basso, e quelle dell'area palermitana o messinese o altro. Potremmo parlare di contaminazione: tra il dialetto parlato a Scordia, in provincia di Catania, dove l'autore vive e svolge l'attività di assessore alla cultura, e la sperimentazione linguistica ed espressiva propria della poesia contemporanea. Nessun attaccamento alle tradizioni, nessun sicilianismo d'accatto, nessuna tentazione localistica. Una contaminazione che vuole liberare la comunicazione dalle sue ovvietà e banalità, che libera la parola dall'usura e dal conformismo della lingua ufficiale. Il risultato di questa contaminazione è una lingua poetica che fa compiere al dialetto delle torsioni tali da renderlo capace di esprimere non più le nostalgie, i lamenti, le rivendicazioni di un presunto popolo siciliano, ma le emozioni e i pensieri di un poeta, un poeta che scrive oggi, con una parola che ha liberato , reso disponibile ad esprimere le incertezze, i sentimenti , potremmo dire "la concezione del mondo" se non fosse un'espressione troppo seriosa e abusata. Per questo i versi di Salvo Basso danno l'impressione di essere già pronti per essere resi in italiano. Sono tutte espressioni nuove, inedite, inventate. Di antico sono rimaste solo alcune espressioni. Ma, nell'uso di queste espressioni, Salvo Basso si diverte a invertire i termini, con effetti di grande efficacia: "a moriri semu tutti sperti". Altre espressioni e termini "antichi" sono A ddi tempi, Carusanza, Fazzu muddichi [Fare molliche significa mettere disordine, lasciare traccia del proprio passaggio, ma anche, sprecare il cibo…]. Quest'ultima espressione è un esempio di come il dialetto venga arricchito e arricchisca contemporaneamente la poesia di Salvo. Fare molliche è espressione che rimanda a un preciso significato, anzi, meglio, a un mondo preciso: il mondo contadino del pane come unico e prezioso alimento. Fare molliche vuol dire quindi insieme benessere, soddisfacimento di un bisogno, ma anche disordine, spreco. Tutti questi significati vengono ora riferiti ad un'operazione che è altra, estranea sicuramente al mondo contadino in cui quell'espressione è nata, l'operazione dello scrivere versi. Gli effetti sono di arricchimento reciproco, di apertura, come ogni lavoro di contaminazione.


Released online: September, 1999

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