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articolo d'archivio di Girodivite mensile delle città invisibili

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Girodivite - n° 56 / settembre 1999 - Cultura, Narrativa

Il doppio tempo

un racconto di Sandro Letta. - Per festeggiare i dieci anni di esistenza dell'associazione Open House ("editore" di Girodivite).

"L'inevitabile non accade mai, l'inatteso sempre" (Keynes)

Sull'ampia superficie levigata del tavolo c'era, poggiato, un solo strumento. Sembrava una calcolatrice da tavolo in plastica nera: tasti, funzioni, displei per vedere il risultato. A un più vicino esame tuttavia ci si accorgeva che c'era qualcosa di diverso. Invece dei tasti soliti per il +, per la divisione /, e per la moltiplicazione *, era presente solo il tasto - della sottrazione. L'impiegato, un ragazzo solerte e magrissimo, la pelle troppo pallida, con indosso un camicione ampio che gli scendeva fino alle ginocchia di colore avana tutto spiegazzato, spuntò da dietro una porta di vetro gialla, a scorrimento. Appena li vide spiegò subito che non a quell'ufficio loro dovevano venire, che avevano sbagliato porta e piano e persino edifico - fors'anche città.

"Qui siamo all'Ufficio Sottrazioni", disse agitando la mano destra come una bandiera.
"Sottrazioni?" L'ufficio sottrazioni, spiegò solerte l'impiegato, aveva il compito di sottrarre il Futuro.
"Dopo la Riforma n° 3456/8 bis del 31 dicembre 1989 entrata in vigore con il Decreto 99 comma 8 barra 32...", fece l'impiegato e con questo gli parve di aver spiegato in maniera chiara e definitiva tutto. Gli bastò dare un'occhiata ai nuovi venuti per accorgersi della perplessità dilagante. Imbarazzato che qualcuno al mondo sembrasse non sapere nulla della Riforma n° 3456/8 bis del 31 dicembre 1989 in virile e sportivo vigore grazie al Decreto 99 comma 8 barra 32.
"In verità", spiegò, "prima della Riforma anche le competenze del nostro Ufficio erano diverse".

L'impiegato evidentemente aveva voglia di parlare. Si poggiò con il gomito al bancone e si accese una sigaretta. Ripose pacchetto di sigarette e accendino blu appena utilizzato nella tasca della camicia, sul petto. La tasca restò gonfia, leggermente aperta, lasciando intravedere il contenuto. Prima della Riforma, disse, il loro Ufficio si occupava quasi esclusivamente della Sottrazione del Passato. Il loro compito principale era quello di rimuovere dalla storia e dalla memoria tutte quelle cose che venivano ritenute inutili o dannose per la collettività.

A quei tempi, ricordava, tutta la macchina amministrativa e burocratica temeva il passato come il proprio peggiore nemico. Loro - e qui l'impiegato inarcò le parole nell'inflessione della nostalgia - avevano il compito di proteggere il Presente da tutto quello che di offensivo e sbagliato poteva riemergere dal Passato. Sottraendo il Passato ripulivano il Presente, lo facevano più vivibile e sopportabile. Loro erano gli Operatori ecologici della società, i Pulitori, i Depuratori delle incrostazioni del Passato. Naturalmente c'erano di quelli che contestavano un simile lavoro. Si riferiva a gruppi che facevano tutt'altro lavoro, che addirittura non erano neppure impiegati nell'Amministrazione e che quindi non potevano capire. Essi invece si sforzavano, pertinacemente e con assoluta malvagità, di ricordare. Di rinfacciare. Demolivano sistematicamente tutti i loro solerti sforzi di impiegati. Era frustrante, allora, lavorare all'Ufficio Sottrazioni. Come tentare di vuotare un bicchiere che veniva costantemente riempito. Per quanto loro riuscissero a cancellare del passato, nascondere, semplificare, appartare - perché non si trattava mai di semplice cancellazione, troppo facile sarebbe stato: no, il loro era un lavoro specializzato, di limatura, di attenta analisi e ricostruzione.

"Eravamo come dei chirurghi, specializzati non solo nella sottrazione ma anche nella ricostruzione. Di un volto deforme noi non solo cancellavamo gli orrori ma cercavamo di sublimarne la bellezza, anche a costo di inventarla di sana pianta, ex novo". Altri tempi. Dopo la Riforma del 1989 il loro ufficio - nato da precedenti Riforme come Ufficio Provvisorio delle Sottrazioni in epoche di cui s'era persa memoria - aveva rischiato l'eliminazione. La voce dell'impiegato si era incrinata nel ricordo del pericolo di trasferimento a altri incarichi - meno qualificanti, meno appassionanti. Per fortuna i Riformatori avevano avuto buon occhio e preveggenza. Il loro ufficio così era rimasto, sempre come ufficio Sottrazioni ma con una nuova competenza che li aveva rafforzati e dato loro un nuovo senso.

Ora non dovevano più solo sottrarre il Passato, ma occuparsi soprattutto del Futuro. "Il Futuro è una minaccia dell'ordine, della vita ideale e delle conquiste del nostro Buon Governo. Per questo occorre stare molto attenti e provvedere in tempo". Appena all'orizzonte appariva una qualche forma di futuro, il loro ufficio entrava subito in azione, gli impiegati impugnavano le calcolatrici e cominciavano a pigiare i tasti della sottrazione. Il mondo purtroppo era pieno di gente dalle idee malsane e dalle azioni irresponsabili. Inventori di nuovi ordini sociali, utopisti impenitenti, sognatori, tecnici tutti presi dai loro prodigiosi giocattolini ma incapaci di guardare oltre al loro naso, agli effetti dirompenti che le loro macchinine potevano avere per la collettività. "Abbiamo già evitato diversi disastri, individuando per tempo tutta una serie di futuri non autorizzati e non auspicabili".

L'impiegato era orgoglioso. Spense la sigaretta ormai consumata schiacciandola contro la superficie del bancone e la gettò a terra, dall'altra parte del bancone, nello spazio aperto dei visitatori. La cicca gialla di filtro bruciacchiata restò lì, all'erta, in attesa che qualcuno l'appiattisse con la suola delle scarpe o la trascinasse via in qualche altro angolo della stanza o del mondo.

I due uscirono frastornati. Il più giovane chiese al più anziano come poteva essere la vita di un uomo senza il passato e senza il futuro. "E' come essere una nave ancorata al porto, pronta a salpare ma impossibilitata a andare in mare aperto. Senza la possibilità di togliere gli ormeggi, senza la possibilità di naufragare. La nave si infracidisce, il legno si tarma, le vele si logorano, le cime si ammuffiscono, il sartiame imputridisce senza aver mai avuto la possibilità di affrontare la salsedine e il vento, le onde dell'orizzonte, vedere cosa c'è oltre. Nuove isole, nuovi continenti...".

L'impiegato all'Ufficio Sottrazioni dopo che i due se ne furono andati fissò ancora per qualche minuto la porta dell'ufficio. Poi, deciso, prese la sua calcolatrice e con un movimento svelto del dito indice premette il tasto della sottrazione e anche i due nuovi venuti furono così sottratti via dal doppio tempo del passato e del futuro.


Released online: September, 1999


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******July, 2000
 
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