articolo
d'archivio di Girodivite mensile delle città invisibili |
***** ***
Girodivite - n° 53 / maggio 1999 - Pacifismo,
Kossovo
QUANDO CHI STA IN ALTO PARLA DI PACE
a cura del circolo di Rifondazione di Catania "Lenin", dossier
contro la guerra aprile 1999. L'articolo è stato pubblicato sul
n° 53 di Girodivite.
QUANDO CHI STA IN ALTO PARLA DI PACE
la gente comune sa che ci sarà la guerra.
Quando chi sta in alto maledice la guerra
Le cartoline precetto sono già compilate.
Non stiamo assistendo ad un video gioco, né a un incontro di calcio.
Ci rifiutiamo di inserirci nel gioco del massacro, tifando per l'uno
o per l'altro dei contendenti, nessuno dei quali è innocente. Non sono
innocenti quei capi di stato europei, che, per i propri interessi hanno
favorito a suo tempo la disgregazione della Jugoslovia, non è innocente
Milosevic che ha reagito ciecamente revocando l'autonomia del Kosovo
e utilizzando quella stessa arma, la pulizia etnica, che croati e bosniaci
avevano usato nei confronti dei Serbi (800.000 profughi) senza peraltro
suscitare alcun sussulto di indignazione negli attuali difensori dei
diritti umani, non lo è soprattutto la NATO, braccio armato degli USA,
smaniosi di imporre il loro protettorato all'intero pianeta anche la
costo di radere al suolo intere nazioni.
Basta con l'ipocrisia della guerra umanitaria: non si difendono i
diritti umani di un popolo, violando quelli di un altro popolo o esponendo
coloro che si dice di volere difendere alle ritorsioni del loro nemico.
Né i diritti umani possono valere solo se funzionali agli interessi
economici e strategici degli Americani. Perché allora non bombardare
il sindaco Giuliani, la polizia di Los Angeles, Londra , Madrid, Ankara
e gli infiniti posti dove i diritti umani vengono calpestati? E ancora,
non si difendono i diritti umani utilizzando bombe rivestite di uranio,
né inquinando l'aria facendo saltare in aria fabbriche chimiche, né
bombardando Kosovari per errore e considerando "effetti collaterali"
gli operai uccisi sul posto di lavoro. E d'altra parte, quale intervento
umanitario ci si può attendere da chi, come l'Albright,, cinicamente
considera i 500.000 bambini irakeni morti in seguito ad un eterno, disumano
embargo "come un prezzo che vale la pena di sopportare"?
Non di intervento umanitario si tratta, ma di guerra totale, per niente
intelligente, che servirà solo ad approfondire odi e divisioni, a tracciare
un punto di non ritorno. Come potremo più credere ai politici del Polo
e dell'ulivo che hanno fatto carta straccia della Costituzione? Quali
altri principi fondamentali saranno calpestati? Che valore ha lo statuto
della Nato che la impegna a difendere i membri dell'alleanza e non ad
aggredire un paese sovrano che non ci aveva attaccato? Quale fiducia
potremo avere nell'ONU, vergognosamente silenziosa per 14 giorni e che
riprende la parola solo per sostenere il punto di vista americano? Come
ritenere quella del nostro paese un'informazione libera? "Lo spessore
di una stampa libera", ha riconosciuto persino il direttore del
Corriere della sera, "si misura dal sapere rappresentare anche
gli argomenti e la retorica del nemico" , ma la nostra stampa scritta
e la televisione, anziché sforzarsi di far capire, ha rincorso tutte
le voci e immagini, anche quelle false, che potessero far leva sull'emotività
per spingere l'opinione pubblica ad appoggiare una guerra d'aggressione,
illegale.
Lo squilibrio fra la dovizia di immagini e commenti sui Kosovari e
il silenzio, rotto solo da Santoro, sulla sorte della popolazione serba
"non possono non insinuare il dubbio e la diffidenza delle mente libere
di trovarci di fronte ad una stampa di regime", parola dello stesso
Mieli. Quali vantaggi ci si aspetta da questa subordinazione alla Nato?
I sacrifici, le lacrime e sangue, che ci sono stati chiesti in questi
anni vengono bruciati in spese di guerra, si parla di imposte straordinarie
per sostenerla, di manovre aggiuntive, tanto per cambiare, del costo
troppo oneroso delle pensioni. E' questo il nuovo ordine mondiale? I
bombardamenti degli ultimi mesi su Sudan, Afghanistan e Irak, ripresi
in questi giorni dimostrano che l'impero americano sta trasformando
il mondo in un campo di battaglia. Quest'ordine è disumano, e questa
guerra è disumana. Chiediamo al Governo atti unilaterali di pace e disarmo
perché cessino i combattimenti, perché si riprenda la strada di trattative
che tengano conto dei diritti di tutti, perché sia rispettata la nostra
Costituzione.
L'ITALIA E' IN GUERRA: NOI NO
Released: September, 1999
![](../images/giroup.gif)
******July,
2000
|
|
|
|