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articolo d'archivio di Girodivite mensile delle città invisibili

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L'Intervento di Pina La Villa al convegno di Scordia sull'informazione

di Pina La Villa

Ringrazio l'assessore Basso e l'amministrazione comunale di Scordia per un'opportunità che ritengo particolarmente utile , quale è quella di oggi. Rappresento qui una piccolissima rivista, Girodivite, un mensile redatto a Lentini e diffuso a Catania, Scordia, Carlentini e Lentini. Girodivite ha partecipato, quattro anni fa, alla prima giornata dell'informazione, a Catania. Partecipare anche a questa seconda giornata è per noi estremamente importante, significa che il nostro progetto, malgrado difficoltà non indifferenti, sulle quali non mi dilungo, procede senza smarrire il suo senso. L'avventura di Girodivite comincia nel '94, attorno a un gruppo di ragazzi di Lentini impegnati nell'informazione e nelle attività sociali dell'associazione Open House. La possibilità data da "I Siciliani" con il progetto "Holding dei Poveracci" permette di uscire con il primo numero. Già con il secondo numero si comincia a diffondere in due città, Lentini e Carlentini, ed entra in contatto col Centro di documentazione sui problemi del Mezzogiorno Hamid Er Rioui, di cui diventa voce. Il '95 è l'anno della diffusione in aree del catanese e del siracusano: Palazzolo Acreide, Noto, Ferla, Canicattini, Scordia, Francofonte. Nel dicembre 1994 GdV entra a far parte del coordinamento delle testate indipendenti e democratiche siciliane, dal gennaio 1995 de "Le voci dell'Italietta" coordinamento nazionale delle testate locali, e del coordinamento delle associazioni e dei gruppi impegnati nella lotta antimafia "Libera". Nel 1996 abbiamo avviato l'edizione Internet del giornale e abbiamo sostenuto la nascita della rivista musicale "Risonanze". Fare il giornale per noi significa prima di tutto prestare attenzione: alla città, alle città in cui si vive. Esclusi gli articoli sui massimi sistemi, si dà notizia di quanto di positivo, anche piccolo, si muove nell'ambito delle associazioni, del mondo giovanile. Oltre naturalmente all'attenzione ai problemi delle persone e dei paesi in cui viviamo. Un guardare alle cose locali che non deve essere localismo, ma azione locale. GdV serve a collegare i gruppi che operano nel campo sociale, perché le informazioni e i dati possano circolare meglio. Fare emergere le "città invisibili", sono cioè quegli aspetti dei nostri paesi che non hanno diritto di cittadinanza nell'informazione ufficiale. Attraverso Girodivite siamo riusciti a far venir fuori realtà anche molto piccole di impegno sociale, di vivacità culturale, di occasioni di incontro. La collaborazione a GdV è un atto di volontariato culturale e sociale In questi anni GdV ha promosso delle battaglie (per la riapertura del cinema Odeon a Lentini o quella contro i tagli alla stazione ferroviaria). Ha partecipato e dato risonanza a diversi eventi: le manifestazione di Libera (due campi di lavoro alla scuola media di Francofonte che la mafia locale aveva devastato); l'organizzazione di banchetti di diffusione e vendita di libri dell'editoria indipendente; si è occupato della recensione a libri e riviste della piccola editoria locale, l'informazione sulle iniziative più rilevanti a livello culturale e sociale per i giovani dei nostri paesi. Inchieste e interviste sui problemi della sanità, della scuola, dell'ambiente, ma anche le storie i personaggi: per persone. Girodivite è un semplice foglio ripiegato in quattro, pieno di immagini e di parole: è una reazione all'omologazione, al silenzio. Nell'ultimo numero, uscito proprio in questi giorni, si parla di una discarica pericolosa nei pressi delle due città di lentini e Carlentini, dell'attività dell'assessorato alle politiche sociali nel comune di Francofonte, del Castrum fest, una festa medievale organizzata dal comune di Lentini, dei problemi dell'agrumicoltura e del bracconaggio. Girodivite è nato, come altre testate, agli inizi degli anni Novanta. Ma attorno a un gruppo che è stato attivo sui problemi della mafia, dell'omologazione culturale e sociale per tutti gli anni Ottanta. Gli anni Novanta erano un'epoca di indignazione e di speranza, un momento in cui sembrò che la politica potesse avere ancora senso dopo tangentopoli e gli anni Ottanta. Alcune di quelle riviste non ci sono più e Girodivite non se la passa tanto bene. C'è ancora spazio, possibilità ruolo, per una informazione libera in Sicilia? Molte di quelle speranze sono venute meno e l'indignazione fa fatica ad essere espressa. Alla guida del governo e di molte nostre città forze politiche che faticano a trovare le ragioni ideali del loro esistere e del loro operare concreto. Una politica ridotta a pura amministrazione, in cui i partiti servono solo al momento delle elezioni per le alleanze e per selezionare gli amministratori, che poi operano nell'assoluta mancanza di riferimenti e di controlli. Un'informazione libera, un giornale come Girodivite, può servire a rimettere in circolazione un interesse autentico all'ascolto e al dialogo, un'attenzione verso i problemi della città che li sottragga ad un pericoloso opacismo e a una delega cieca agli amministratori di turno. Le suggestioni che sono venute oggi dal convegno sono molte e tutte interessanti, forse per una deformazione professionale vorrei però cogliere in questo momento soltanto l'indicazione del professore Palumbo sul linguaggio. Sicuramente un tema cruciale per l'informazione libera in Sicilia, in questo momento. Si rischia infatti di non riuscire a comunicare continuando a usare un linguaggio da addetti ai lavori, il linguaggio del saggio e del volantino, della polemica e della critica. Occorre ritrovare le cose e i loro nomi. A proposito dei seminare di cui parlava prima Pioletti, io proporrei un primo seminario sulla comunicazione e il linguaggio. Cioè come fare un giornale che non annoi, che si faccia leggere anche dai ragazzi, che abbia un linguaggio immediato, concreto, efficace. Girodivite ci prova anche attraverso la costrizione di Internet (testi stringati ed essenziali) ma credo che una riflessione su questo punto sia necessaria. Finisco, con una citazione da Sotto falso nome, testo che raccoglie alcuni scritti di Cristina Campo. Dando delle indicazione per una rivista diretta ai giovani Cristina Campo parla di "un concetto di attualità sostituito dal concetto di presenza, con tutta la responsabilità che esso implica. Presenza significa attenzione, unica via per realizzare e realizzarsi, parola discreta che ne implica altre: tutte le altre forse che conservino un significato". Grazie.


Released: September, 1999


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******July, 2000
 
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