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articolo d'archivio di Girodivite mensile delle città invisibili

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Diario di mezza estate

di Ezio La Renda

Ci capita. Di partecipare a un convegno su lavoro e informazione, e di trovare che i rappresentanti dell'Informazione Unica a Catania hanno deciso di non andare. Perché c'era Claudio Fava, hanno detto i giornalisti de "La Sicilia". Il gruppo di Ciancio possiede Teletna e Telecolor, il quotidiano catanese è largamente egemone: da chi altri i cittadini di Catania potranno mai sapere di questo incontro, che invece è stato interessantissimo. Perché all'incontro non c'era solo Fava, ma c'erano soprattutto dei lavoratori, tanti, in rappresentanza di decine di situazioni. Le chiamano "situazioni di crisi" con linguaggio carognesco, per dire invece di intere famiglie dismesse, lasciate senza lavoro: erano i lavoratori dell'Itin, quelli delle Acciaierie Megara, gli "articolisti", i lavoratori della Circumetnea, il Popolo dei Cancelli (su "Il Manifesto" è apparso un breve pezzo di Erri De Luca sui nostri compagni catanesi, bellissimo, pieno di verità e amore). Un incontro in cui non ci si lamentava, non si sono dette parole vuote né si sono ripetuti slogan. Un incontro civilissimo, che l'informazione malata ha snobbato.
Ci capita. Di andare alla marcia organizzata da Manitesi contro lo sfruttamento dei bambini, che quest'anno è partita proprio da Catania. E leggiamo un documento scritto da un gruppo nettamente "di parte" come Rifondazione Comunista. Ricorda i bambini utilizzati a Bronte per produrre a basso costo. E dà il resoconto di una breve indagine sul miracolo economico dei pub di Catania. Parla di chi lavora in questi pub, tutti senza paga sindacale né senza diritti, tutti "in nero" e con ritmi di lavoro che diventano sempre più frenetici e disumani. "Nella nostra città, dietro la facciata del centro, con le vetrine e i pub, crescono nuove povertà e peggiorano le condizioni di vita, di giovani e meno giovani, in centro come in periferia", scrivono i Giovani comunisti.
Ci capita. Di vivere in una orgogliosa città metropolitana che ha tante aspirazioni e che spesso preferisce non vedere e non sentire. Ci sono ambienti in cui pronunciare la parola lavoro e lavoratore equivale a dire una parolaccia: "dio, che sono queste cose antiche, vecchie. Siamo nel Duemila, ormai!". Appunto.
Released: August, 1998


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******July, 2000
 
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