articolo
d'archivio di Girodivite mensile delle città invisibili |
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Nella terra ideale dell'Utopia : l'anarchia visionaria di Maria
Luisa Berneri
di Geminello Alvi
"La nostra è un'epoca di compromessi di mezze misure, di
male minore". La nostra scrittrice era figlia di un anarchico
ucciso in Spagna. Lei morì prima delle stampe di questo suo libro.
Viene qui recensito il libro: "Viaggio attraverso utopia"
di Maria Luisa Berneri. |
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"La nostra è un'epoca di compromessi di mezze misure, di male minore.
I visionari vengono derisi o disprezzati e gli uomini pratici governano
la nostra vita. Non cerchiamo più soluzioni radicali ai mali della società
ma miglioramenti
".
Chi inizia così questo libro, edito in inglese nel '50, evidentemente
non stimava poi molto gli uomini pratici. Tantomeno avrebbe condiviso
la loro definizione di progresso. E infatti la trentenne eruditissima
Berneri non pensava che benessere materiale e lo stato sociale fossero
il progresso. Per lei, figlia dell'anarchico Berneri, il progresso avrebbe
dovuto valutarsi "pel grado di differenziazione all'interno d'una
società", da quanto esso rinforzava la forza e la vita e la gioia
dell'io. Idea riprovevole per i sostenitori dei progressi plurali, di
sinistra o di destra. Ma splendida, per chi debba scrivere un libro
di storia dell'Utopie, dunque occuparsi delle donne della Repubblica
di Platone per cui il progresso consiste nel divenire amazzoni. O di
descrivere quell'utopia deprecabile che Johann Valentin Andreae inventò
nel 1619 descrivendo la città di Christianopolis, dotandola d'uno schema
urbanistico ammirevole, vietando la proprietà privata e sottoponendo
a periodiche pagelle morali gli uomini. Ma non mancavano certamente
al libro utopie altre, come quell'abbazia di Telème inventata da Rabelais,
la cui regola era appunto il "faremo come ci pare", deliziosa
fantasia utopica, innamorata del lusso e del superfluo. Né la Berneri
dimenticò poi il libro del malfamato Foigny dedicato a quella terra
australe dove gli abitanti erano tutti ermafroditi; quindi i figli nascevano
in modo segreto, misteriosissimo. E riprese commentandoli pure i mitici
brani del libro di Eugene Richter, "Immagini del futuro socialista",
feroce parodia liberale dello Stato socialdemocratico, che comparve
in Germania all'inizio del 1890.
Al talento della Berneri non sfuggì insomma nessuna utopia, tantomeno
quelle svenevoli, curiose. E addirittura Lewis Mumford si sentì di dire:
"Da vecchio studioso di utopie ho una particolare stima per il
'Journey throught Utopia' di Maria Luisa Berneri: perché è lo studio
più esauriente, acuto di quella terra ideale che io abbia trovato in
qualsiasi lingua. E' superiore sia al mio stesso studio che a quello
di Hertzler; ma ciò che gli dà un merito ancor maggiore è il fatto che
è un libro che soltanto una intelligenza audace ed uno spirito ardente
potevano realizzare, nemico di quelle forze che vorrebbero degradare
l'uomo in un automa servile
".
La nostra scrittrice era del resto figlia di quel tal anarchico Berneri
ucciso in Spagna su istigazione di Togliatti. Nata a Arezzo il primo
marzo del 1918, ad appena otto anni era fuggita con la famiglia alle
persecuzioni fasciste a Parigi. Quindi, dal 1937 al 1949, aveva vissuto
a Londra col compagno Vernon Richards. Morì prima delle stampe di questo
suo libro. Una desueta foto la ritrae meno che ventenne: ha un bel viso
chiaro, i capelli castani e morbidi, come sovente li hanno gli italiani,
la bocca carnosa e occhi infantili, ardenti; assai realistici.
Nota: Questo articolo è stato pubblicato su "La Repubblica"
il 4 giugno 1998, p, 36, nella rubrica "Libri fuori corso".
Viene recensito il libro: Viaggio attraverso utopia / Maria Luisa Berneri.
- Carrara : Edizioni Movimento Anarchico Italiano, 1981.
Released: May, 1998
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******July,
2000
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