articolo
d'archivio di Girodivite mensile delle città invisibili |
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Città d'utopia
Scriveva Sir Roy Harrod recensendo il "Trattato della moneta"
di Keynes, che era impossibile fare un riassunto del testo perché l'autore
non aveva sprecato nessuna parola. Lo stesso crediamo possa dirsi per
l'ultimo numero di "Città d'utopia". Il numero di aprile 1998
(n. 25) di "Città d'utopia" è infatti particolarmente denso.
La rivista, prodotta da tre gruppi storici della sinistra siciliana
(a Catania, a Messina e a Palermo), uno dei pochi riusciti tentativi
di mettere insieme teste che hanno la tendenza al settarismo e all'individualismo
- le teste della sinistra, che fanno della posizione critica momento
fondante dell'attività e dello sguardo nei confronti del mondo riuscendo
così da questa posizione a esprimere gli anticorpi del sistema alla
tendenza al conformismo e all'appiattimento, ma nello stesso tempo,
come ogni anticorpo che si rispetti, con tendenza alla distruttività
e all'auto-distruttività permanente. Con il coordinamento illuminato
di Antonio Pioletti, la rivista ha attraversato gli ultimi anni di crisi
della sinistra e di perdita dei "centri", anche grazie al
fatto di aver avuto da sempre una posizione critica nei confronti degli
antichi "centri" della sinistra siciliana ed italiana. E'
tuttavia rimasta, anche grazie al settarismo dei gruppi della sinistra,
nuova o vecchia, rivista isolata e minoritaria. Da queste posizioni
ha però mantenuto il coraggio della solitudine e del pensiero critico
e militante. Il numero 25 acquista la sua fisionomia a partire dalla
scelta delle immagini: si tratta di riproduzioni e foto derivate dalla
mostra "Riguardarsi: manifesti del Movimento politico delle donne
in Italia". La mostra è stata curata da Emma Baeri e Annarita Buttafuoco,
ed è stata portata in giro per l'Italia (a Milano, a Catania ecc.).
Contenuti della rivista. Caratteristica della rivista è la capacità
di parlare dei problemi nazionali ma anche la forte capacità di analisi
e lettura concreta della realtà isolana. L'editoriale è un appello intitolato
contro "Una riforma costituzionale caotica"; segue un denso
articolo di Saro Mangiameli, storico dell'Università di Catania, sulla
"Nascita dello Statuto siciliano" e di Ettore Palazzolo su
"Lo Statuto siciliano e la Costituzione repubblicana". Importante
è l'intervento sulla "questione messinese": sono mesi in cui
anche a livello nazionale ci si è accorti che qualcosa di marcio esiste
a Messina, specie negli ambienti universitari e nel ceto di potere;
l'uccisione del docente universitario messinese Matteo Bottari ha mostrato
ai più qualcosa che il gruppo della sinistra attivo a Messina da anni
non si stancava di denunciare e che solo ora è stato raccolto dalla
Commissione Antimafia di Niki Vendola. Gruppo che proprio in Città d'Utopia
ha da sempre trovato espressione, tra i pochi mezzi di comunicazione
e di analisi in Sicilia. L'articolo di Antonello Mangano che si intitola
significativamente "Il verminaio. Borghesi e mafiosi nella città
di Messina" è accompagnato da una densa e utile cronologia su "Omicidi,
corruzioni e attentati nell'ateneo messinese 1988-1998". Sul tema
del lavoro e dello sviluppo, due articoli: uno di Agata Nicolosi su
"Mercato del lavoro e sistema previdenziale agricolo tra precarietà,
flessibilità e pluruattività", l'altro su "L'agricoltura biologica
e sostenibile nel Mediterraneo". Sul tema della mafia, argomento
di punta di una rivista che ha tra i suoi collaboratori Umberto Santino
del Centro Impastato di Palermo, troviamo quattro articoli. Un dossier
su "La mafia al Cantiere navale di Palermo. Dalle denunce di Giacchino
Basile all'inchiesta della Procura di Palermo" a cura di Umberto
Santino e Giovanni Abbagnano; un pezzo sulla nascita del Coordinamento
Associazioni per la Legalità e Familiari Vittime della mafia (di Dario
Fontana), e di Antonio Mazzeo su "Estorsioni Tourist". Importante
il contributo di Renate Siebert su "Mafia donna". Ancora,
altro tema da sempre al centro dell'attenzione della rivista, quello
sella scuola e dell'Università. Motli dei componenti della rivista appartengono
al mondo universitario, hanno una storia di lotte e di "movimento",
dagli anni Sessanta in poi. Così Antonio Pioletti interviene "Per
una critica dell'Università-impresa", e vengono pubblicati due
scritti, uno del Collettivo di Lettere di Pisa, l'altro del Comitato
di lotta Studenti Medi di Catania (su "La controriforma Berlinguer").
Sul tema del pacifismo, l'articolo di Antonello Mangano su "Profughi
e naufraghi. I crimini dell'Europa-fortezza". Non mancano le recensioni
a libri (sul saggio di Giovanni Mazzetti, Quel pane da spartire. Teoria
generale della necessità di redistribuire il lavoro, edito da Bollati
Boringhieri; la recensione è di Luigi Cavallaro), a film e mostre cinematografiche
(a cura di Citto Saija, e Giuseppe Strazzullo che giustamente vede i
limiti de "La vita è bella" di Benigni e ricorda uno dei migliori
fumetti della stroia della cutlura occidentale, il "Maus"
di Art Spiegelman che, per chi non lo avesse letto, è davvero imperdibile
mentre del tutto perdibile è l'ultimo Benigni), a artisti del figurativo
(una intervista a Nino Brancato, a cura di Claudio Marullo).
Released: April, 1998
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******July,
2000
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