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articolo d'archivio di Girodivite mensile delle città invisibili

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Lentini: tradizioni legate alla festa di Sant'Alfio

di Giuseppe Sferrazzo

C'è un periodo dell'anno, di neanche quindici giorni, durante il mese di maggio, che per i lentinesi, costituisce uno dei momenti più importanti in assoluto della loro esistenza 'terrena': la festa patronale in onore di Sant'Alfio. Tutta la città già alla fine di aprile comincia a sentire l'atmosfera frenetica della festa che si avvicina; fervono i preparativi per le strade, cominciano a sistemarsi le prime bancarelle, i negozi si impegnano a abbellire le proprie vetrine e la gente, inevitabilmente, comincia la corsa sfrenata all'abbigliamento. Eh si! Non c'è proprio nulla da fare. Almeno per la Festa dell'anno bisogna mostrare un minimo di eleganza. Anche questo fa parte del gioco. I festeggiamenti religiosi partono già dal 1 maggio, con il rituale 'sparo' di fuochi artificiali la mattina presto e alle 5 pomeridiane. Si continua così fino al giorno 9 maggio, il giorno della 'Reliquia', il giorno dell'attesa. Erroneamente la Reliquia è stata creduta, molto spesso, una donna o addirittura la sorella del Santo; invece quel mezzo busto in argento che dalle 5 del pomeriggio è portata a spalla per le vie cittadine è proprio la statua di Sant'Alfio, contenente il 'cuore' del martire, la reliquia appunto! E poi la visita alla chiesa della Campana, in Piazza Alemagna, il luogo dove fino al 1693 sorgeva la chiesa di S.Maria la Cava.
Ma il giorno della Reliquia è bello soprattutto per la tradizionale 'nisciuta de' nuri'. I Nudi sono i devoti al Santo, coloro che per chiederne l'intercessione promettono di compiere un certo numero di 'giri santi' da compiere nudi, con un paio di calzoni bianchi, una fascia rossa al petto e un cero sulle spalle (o un mazzo di fiori in mano). Anche le donne fanno i 'giri santi', scalze e con dei fiori in mano ma...vestite! E dire che fino agli inizi del nostro secolo proprio le donne, per voto fatto, dovevano strisciare con la lingua e asciugare con i capelli, dal sagrato della chiesa fino all'interno della stessa! Bisogna proprio ammettere che stare lì , davanti la chiesa madre, fino all'una di notte, per vedere l'uscita dei 'nuri' è qualcosa di indescrivibile. Quando quella moltitudine di devoti si precipita in strada gridando: 'viva li santi Martiri' o ' 'gghiamamulu a Sant'Alfio', ci si sente accapponare la pelle. E dire che con questo rituale si vuol ricordare uno dei tanti martiri subiti dai tre santi fratelli prima della morte, quando cioè , furono trascinati dai cavalli di Tertullo, per le principali vie della città , fino a essere scorticati vivi.
Anche la mattina del giorno 10 è uno dei momenti più caratteristici e più ricchi di significato simbolico. Alle 10 in punto, l'ora del martirio di Alfio, Filadelfo e Cirino, c'è l'uscita della 'vara' del Santo, poi il rituale giro della Piazza principale con i devoti spingitori impegnati nella 'locomozione' del fercolo di Sant'Alfio. Non molti sanno però , che prima dei devoti spingitori, a spingere la 'vara' erano i poveri o, diciamo così , gli 'stralunati' del paese, che per questo servizio ricevevano o un piatto di minestra o pochi soldi. E ancora non molti sapranno che nella chiesa della Fontana, il luogo dove furono martirizzati i tre santi fratelli, esistono dei pozzi, 'creati' dalla lingua del santo dopo essere stata mozzata dai carnefici; ebbene in uno di questi pozzi, quello al centro della chiesetta, il livello dell'acqua del fiume Lisso che scorrendo sottoterra lo alimenta, proprio in questi giorni si alza inspiegabilmente e la suddetta acqua è ritenuta da molti 'miracolosa'. E così , mentre la 'vara' viene portata in processione per la città si giunge alla sera del giorno 10. I bambini di una volta facevano il diavolo in quattro per andare al Carcere dei Santi per vedere le statue di Tertullo.
Le leggende dei tre santi
Released: 1997


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******July, 2000
 
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