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articolo d'archivio di Girodivite mensile delle città invisibili

UNA TERRIBILE MALATTIA CANINA E NON... CHIAMATA LEISHMANIOSI

di G. Castiglia

 

Un bel giorno di primavera guardando attentamente il mio amato amico fido mi accorsi che qualcosa non andava e quindi mi recai per un controllo dal mio veterinario di fiducia. Dopo aver fatto delle analisi particolari le diagnosticava una malattia dal nome orientaleggiante... ed avendo avuto già un posto in prima fila "pur non avendo pagato il canone", perché il protagonista era un cane a me molto caro che già aveva tirato le cuoia in un modo molto originale che non sto qui a descrivere..... svenni. Il veterinario con dei mezzi d'emergenza mi fece rinvenire e mi riassicurò con queste parole: "Non si preoccupi non è solo il suo cane che è stato infettato, qui ormai quasi tutti i cani lo sono". Sentendo queste parole io mi sentii un po’ meglio e quindi per poco non ebbi la forza di strozzarlo, ma poi rientrando nel mio senno capii che anche il mio cane non poteva morire di vecchiaia, ma doveva seguire la moda del momento... morire di leishmania.

 

Da un paio d'anni ed in particolar modo in qust'ultimo periodo nella nostra zona si sta diffondendo una terribile malattia canina e non... chiamata leishmaniosi. Questa malattia causata dalla puntura di una zanzara, fino a poco tempo fa' era diffusa solo nelle zone tropicali e nelle paludi d’alcune regioni subtropicali. Da un po’ di tempo però sta disseminando vittime nella popolazione canina delle nostre zone ed in particolare a Lentini. Infatti, da alcune stime più del 50% dei cani è infettato da questa malattia protozoaria. Non è possibile effettuare una prevenzione efficace diretta sul cane, in quanto la vaccinazione preventiva è ancora in fase sperimentale e non dà risultati validi, e non esistono farmaci che agiscono preventivamente impedendo l'infezione. Il cane colpito è destinato ad una morte cachettica certa. Le uniche forme di prevenzione efficaci sono rivolte da una parte a contrastare la diffusione degli insetti che veicolano l'infezione tramite la loro puntura, controllandone la diffusione ambientale facendo disinfestazioni nelle zone a rischio (come il nostro "amatissimo e finora utilissimo" lago e le nostre periferie con le fogne, i cassonetti e le discariche abusive a cielo aperto) e limitando la possibilità di contatto col cane. Dall'altra le misure volte al controllo del randagismo (come la sterilizzazione dei randagi e l'adozione di un'anagrafe canina a cura del comune e dell’USL, tatuando o iniettando sottocute un microchip ai cani cittadini in modo da risalire immediatamente al padrone dell'animale abbandonato o perso e in caso d’abbandono multandolo salatamente) poiché i cani randagi rappresentano un pericoloso serbatoio dell'infezione assieme a ratti e cavalli. Speriamo che gli organi competenti non sottovalutino quest’emergenza prima che a rimetterci le penne oltre che i cani siano anche gli Homus tecnologicus.


Released: April, 1997
 
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