|
|
Alicia Giménez-Bartlett, Una stanza tutta
per gli altri, Sellerio, 2003, Tit. originale Una
habitaciòn ajena (1997)
Leggo
l'ultimo libro di Alicia Giménez-Bartlett,
Una stanza tutta per gli altri, Sellerio, 2003, Tit.
originale Una habitaciòn ajena (1997). Il pretesto
del libro è il ritrovamento del diario della
cuoca di Virginia Woolf. Mischiando presunte pagine
di diario di Virginia Woolf e della sua cuoca Nelly
, e cucendoli insieme con l'altra finzione del romanzo
ancora da scrivere,Alicia parla del gruppo di Bloomsbury,
un gruppo, dice, che ha esercitato sempre un certo
fascisno sulla generazione sessantottina (a cui la
scrittrice appartiene) perché aveva realizzato
l'idea di attività intellettuale e vita privata
insieme sotto il segno della libertà. Alicia
Giménez-Bartlett è una scrittrice spagnola
di cui è possibile leggere in italiano alcuni
romanzi, editi da Sellerio, imperniati su un'ispettrice
di polizia, Petra Delicado, e ambientati a Barcellona.
Questo libro è invece una specie di racconto-saggio
che mette in scena un personaggio cardine del pensiero
femminista. Ma non ha perso nulla rispetto agli altri
libri della scrittrice spagnola quanto a qualità
della scrittura e capacità di avvincere con
la storia e con i personaggi. Anche se in un'intervista
la scrittrice dice che in Spagna il libro ha avuto
meno successo dei gialli. L'intenzione è, era,
probabilmente, quella di parlare del circolo di Bloomsbury
(Il gruppo di intellettuali che negli anni '20 e '30
si riuniva attorno a Virginia Woolf: Maynard Keynes,
Thomas Stearns Eliot, Lytton Strachey, Nora Carrington,
Vita Sackiville-West, Katherine Mansfield, Roger Fry,
E. Morgan Forster) da un diverso angolo visuale. Ma
la cosa più interessante del racconto risulta
la storia delle due domestiche, Nelly la cuoca e Lottie
la cameriera, la loro vita, e i rapporti fra di loro
e con la padrona di casa. Le conosciamo durante la
guerra, giovani donne, e le seguiamo fino agli anni
trenta, ne possiamo ricostruire quindi la crescita
e la conseguente evoluzione dei rapporti.Dapprima
Nelly appare quella più influenzabile e Lottie
la più ribelle, quella che resta attaccata
alla visione delle cose tipica della sua classe e
ai relativi valori e desideri . Si vuole sposare,
giudica in maniera malevola il tenore di vita e le
relazioni strane della famiglia e degli amici di Virginia.
Nelly invece è affascinata da Virginia, ne
subisce l'influsso,diventa in qualche modo anche lei
una libera pensatrice. Così però si
accentua anche il suo rapporto conflittuale con la
scrittrice, Nelly è pur sempre una domestica,
malgrado i rapporti in quella casa siano più
"umani" e più liberi che in altre
case. E Virginia non riesce ad uscire dai limiti della
sua appartenza di classe. Ma il punto è che
in un racconto che assomiglia a un saggio,o meglio
un racconto che finge di essere una serie di appunti
per scrivere un romanzo, in un racconto che parla
di Virginia Woolf e del suo gruppo, in realtà
viene raccontato il rapporto fra due donne sole, Lottie
e Nelly. Ed è una storia di formazione, in
cui le due donne, nel confronto con Virginia, tra
di loro e con la storia - la guerra, la disoccupazione
e la crisi del dopoguerra, le lotte operaie e per
il diritto al voto delle donne - "prendono coscienza"
- di classe, soprattutto - avremmo detto in altri
anni - in pratica maturano e capiscono e cadono le
illusioni. La cosa interessante del libro è
che sotto forma di racconto, dando vita, nel vero
senso della parola, a due personaggi come Nelly e
Lottie, Alicia affronta la questione del rapporto
tra il femminismo borghese e le rivendicazioni della
classe operaia.
E' banale e non credo voglia essere un rimprovero
a Virginia, ma mentre lei parlava di "Una stanza
tutta per sé",come spazio vitale per le
donne, nel suo famoso saggio del 1929, le sue due
domestiche hanno dormito per anni nella stessa stanza,
lottando per il pomeriggio libero e a rischio continuo
di licenziamento, in una situazione difficile come
quella del primo dopoguerra e della crisi del '29.
Molto significativo il seguente brano:
"Nelly bussa alla porta dietro la quale lavora
Virginia Woolf e solo dopo qualche istante si ode
una voce fuori dai denti.
Si?
Signora, sono Nelly, è successa una cosa
importante. Senza aspettare il permesso di Virginia,
Nelly irrompe nella stanza.
Signora, la Camera dei Lords ha approvato il voto
alle donne! Virginia posa la penna, si gira su se
stessa e abbraccia la spalliera della sedia. Guarda
Nelly con gravità, in silenzio.
Ne parlavano al mercato.
Lo so, Nelly, lo so. L'ho sentito alla radio. Ma
calmati un po', stai gridando.
Mi scusi, signora, ma volevo che lei lo sapesse
subito.
Siediti, per favore. [...]
Sei sposata, Nelly?
No, signora, lei lo sa.
Di sicuro al mercato non si parlava delle condizioni
previste da questa legge. Per votare, Nelly, è
necessario essere sposate, o avere più di
trent'anni ed essere capofamiglia, oppure avere
un titolo universitario o possedere una proprietà
il cui reddito annuo superi le cinque sterline.
Temo che tu non rientri in nessuna di queste categorie
e che, quindi, non abbia il diritto al voto.
Ma lei sì, signora.
Ah,sì, certo, io sì! Veramente non
stavo pensando a me quando sono venuta a darle la
notizia, ero solo contenta per lei, con tutte le
conferenze che ha tenuto a quella lega delle donne!
Credevo che le avrebbe fatto piacere.
Che gioia! Finalmente i padri della patria si sono
degnati di dare una caramellina alle bambine, ringraziomoli
tutte in coro e baciamo le mani. Bah! Questo non
è che un sotterfugio per tenerci buone, quando
in realtà ci disprezzano. Si gira e riprende
la penna. Nelly rimane in silenzio a guardarla,
non capisce se abbia finito di parlare.
Nelly?
Si, signora?
Potresti chiudere la porta quando esci?E' una mattinata
davvero fredda. Nelly si alza come se fosse stata
svegliata da un orologio nel cuore della notte.(pp.75-77)
(Questo articolo è stato pubblicato nella
rubrica Segnali di Fumo, in: Girodivite 18 febbraio
2004, con il titolo: Virginia Woolf e la sua cuoca)
|
|
|