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materiale
resistente
di Leonardo Sciascia, da: Le
parrocchie di Regalpetra
Sento in me come un nodo di paura.
Tutto mi sembra
affidato a un fragile gioco; qualcuno ha scoperto
una carta, ed era mio padre, per me, la buona; la
carta che ci voleva. Tutto affidato alla carta
che si scopre. Per secoli uomini e donne del mio
sangue hanno faticato e sofferto, hanno visto il
loro destino specchiarsi nei figli. Uomini del
mio sangue furono carusi nelle zolfare, picconieri,
braccianti nelle campagne. Mai per loro la carta
buona, sempre il punto basso, come alla leva,
sempre il piccone e la zappa, la notte alla zolfara
o la pioggia sulla schiena. Ad un momento, ecco il
punto buono, ecco il capomastro, l'impiegato; e io
che non lavoro con le braccia e leggo il mondo
attraverso i libri. Ma è tutto troppo fragile,
gente
del mio sangue può tornare alla miseria, tornare
a
vedere nei figli la sofferenza e il rancore. Finché
l'ingiustizia sarà nel mondo, sempre, per tutti,
ci sarà questo nodo di paura.
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