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Shah in shah... Tutto cominciò nel 1979

Che gli uomini abbiano poca memoria, e che la storia è più una fuga continua nella smemoratezza e nell'oblio - la funzione salvifica della dimenticanza - questo è un assunto che dovrebbe essere sempre tenuto presente (ricordato?). Contro la smemoratezza, la tendenza a livellare tutto attorno al vuoto pneumatico nel quale, molto comodamente, tutti i gatti sono bigi, soccorre ogni tanto un onesto lavoro, un atto di "testimonianza". Quello di Kapuscinski, uno dei maggiori giornalisti-reporter che sono in circolazione, sull'Iran di Reza Pahlevi e di Khomeini è una testimonianza di prima mano, preziosa, soprattutto che interviene ora - appare in Italia quest'anno, ma la prima pubblicazione è quasi coevo ai fatti, il 1982 -, in epoca di scontri tra civiltà - la guerra tra Stati Uniti e Afghanistan, le sue tribù di talebani integralisti islamici.

Ricordare, l'imperativo categorico degli ebrei davanti agli eccedi nazisti. Ma anche, per tutti noi, ciò che accadde in Iran, e perché. Uno dei regimi più criminali della storia del Novecento, quello del re Reza Pahlevi, amatissimo dai paparazzi negli anni Cinquanta e Sessanta: Soraya (che è morta 69enne il 26 ottobre 2001) la "principessa dagli occhi tristi" a causa del ripudio subito, i diamanti, i viaggi in Italia e in Francia. L'ambizione di voler far diventare l'Iran la terza potenza mondiale subito dopo Usa e Urss dell'epoca, la ricchezza improvvisa e posticcia del petrolio. Il montare della ribellione e della repressione, i villaggi messi a ferro e fuoco, la sconfitta dei ceti medi e intellettuali travolti tutti dall'inaspettato - per i crismi e gli schemi occidentali dell'epoca - montare dell'identità religiosa, il collante scita e il ceto politico e di guida degli imam. Il "viaggio" di Kapuscinski permette, a chi era giovane allora di ricordare, mentre a chi non era ancora nato di scoprire le origini di un conflitto - quello tra occidente e oriente, tra islam e "americanizzazione" (la "globalizzazione") - che nel 2001 hanno avuto evidenza politica e militare (l' "attentato alle Due Torri Gemelle di New York", l'attacco degli Stati Uniti all'Afghanistan ecc.).

Kapuscinski si muove sul campo, dall'interno del paese che descrive. Sapientemente riesce ad accostare i vari frammenti di un puzzle, e a dare il quadro d'insieme. Un reportage dal passato, quello del giornalista polacco, ed è come sempre un passato che è fin troppo presente a tutti noi.

20011027

Shah-in-Shah / Ryszard Kapuscinski. - Milano : Feltrinelli, 2001
 
 
 

 

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