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"Fiaba di ecologia, di manicomio e d'amore"
(come è nel sottotitolo) è quella intitolata
Oh, Serafina! (1973) pubblicato da Giuseppe Berto
presso Rusconi. Mentre la società letteraria
italiana cercava in qualche modo di reagire alle diverse
sollecitazioni di quello che accadeva - a livello sociale
e politico, l'età dei movimenti collettivi e
delle contestazioni - Berto sornione dice la sua imbastendo
una sua "fiaba" che è anche controcanto
a tutti i cantori delle utopie industrialiste o terzomondiste
dell'epoca. Protagonista è un giovane industriale
incapace di accettare il mondo del "miracolo economico":
Augusto Secondo, il suo nome, è un disadattato
che trova nella compagnia degli uccelli gli unici compagni
degni a questo mondo; nell'epoca dell'industria e della
cementificazione, non trova nessuno che lo comprenda,
finisce in manicomio e qui incontra la donna (Serafina,
appunto) nelle vesti di una freak mistico-induista anche
lei alla ricerca della sua nicchia dal mondo.
(Immagine della copertina del libro e, sulla destra,
Giuseppe Berto)
La troveranno, perché questa è una favola,
in cui anche la morte quando è presente - il
suicidio del padre Giuseppe, la morte della madre ecc.
- non dà "problema", è solo
un elemento del percorso fiabesco. Una favola grondande
elementi di attualità, profondamente evasiva:
attraverso l'apologo fiabesco il "disimpegnato"
Berto vuol dire la sua morale, in controtendenza e controcorrente
rispetto ai modi e alle formule (spesso astratte) del
dibattito contemporaneo, ma anche divertendosi e divertendo.
Pazzi uccelli imprenditori e innamorati"Oh Serafina!"
libro apologo di Giuseppe Berto (Rusconi, 1973)Bancarella
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Scheda bibliografica
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