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Agatha Christie la donna e i suoi misteri...

Il testo si segnala come lettura estremamente stimolante per diversi motivi e per lettori con diversi interessi. Sicuramente interesserà ai lettori e agli appassionati di Immagine copertina saggio di Gillian Gill su Agatha Christiegialli, ovviamente a coloro che sono soprattutto appassionati ai gialli di Agatha Christie. Non a tutti, però, perché il libro non si prefigge di appagare la curiosità dei lettori per la vita privata dell'autrice più prolifica di gialli, pur dando conto degli avvenimenti della sua vita, delle sue relazioni e della sua personalità. O, meglio, si prefigge di dar conto della sua vita attraverso i suoi libri, e quindi attraverso una lettura delle sue trame, dei suoi personaggi, che va al di là della produzione di genere, per comprendere i romanzi che Agatha Christie scrisse col nome di Mary Westmacott, e la sua autobiografia - che fu pubblicata dopo la morte, proprio per la precisa volontà di Agatha Christie di evitare le illazioni e la ricerca sugli scandali che l'aveva traumatizzata all'epoca della sua scomparsa dopo la fine del suo matrimonio con Archie Christie. Gillian cita V. S. Naipaul: "Un'autobiografia può distorcere la realtà, i fatti possono essere travisati. La vera narrativa, invece, non mente mai. Rivela totalmente lo scrittore". Quello che vien fuori è quindi un modello "alto" di biografia, capace di restituire il senso avventuroso e felice di una vita vissuta con gusto, vivendo amando, scrivendo: i viaggi, la buona tavola, l'amore e la cura delle case in cui via via, nella sua lunga vita, la donna ha vissuto; la madre, la figlia, il nipote, relazioni significative e piene al pari di quelle coi due mariti. La vita di una donna raccontata da una donna, per usare una formula - che può apparire riduttiva ed esclusiva, ma non vuole esserlo - che dia conto dell'intelligenza e della sensibilità con cui Gillian Gill scrive questa biografia, testimonianza anche dell'interesse e dei risultati che la ricerca e la critica femminista hanno prodotto in questo campo - pensiamo per esempio ad un'altra biografia condotta con lo stesso rigore anche se su una figura certamente meno famosa e meno meno accattivante come quella di Anna Freud, nella biografia scritta da Elisabeth Young- Bruehl, edita da Bompiani nel 1993. In entrambi i casi la biografia, più che racconto , diventa saggio storico o saggio letterario, qualcosa in realtà che oltrepassa i generi e le discipline, così come da alcune parti si teorizza. "Nell'approccio di Gillian Gill, la biografia di Agatha Christie non poteva che diventare, anche, e forse soprattutto, una riflessione sulla scrittura, un modo per rispondere, in maniera non banale, alla alla domanda, non banale, sui motivi del successo enorme che la produzione di agata christie ha avuto e soprattutto continua ad avere. Agatha Christie ha cominciato, con Poirot a Styles Court, nel solco della tradizione: Hastings e Poirot ricalcano, nei diversi ruoli, le figure di Holmes e Watson, gli indizi disseminati nella stanza del delitto assomigliano a quelli tanto cari al famoso investigatore, ma la bravura di Agatha, sta, fin da adesso, sta non solo nel variare e nell'arricchire l'uso di questi indizi con la valutazione delle conseguenze e delle motivazioni, ma anche nel prendere discretamente in giro i suoi illustri precedenti letterari. Un processo di distanziamento graduale nel corso degli anni e nel passaggio, ad esempio, da Poirot a Miss Marple, per cui, afferma Miriam Bait, quella che viene considerata una rappresentante dell'età dell'oro della narrativa inglese poliziesca, in realtà ci porta lontani dalla positivistica fede nella ragione e nella realtà dei fatti di sherlock Holmes. Con Agatha Christie come, azzardiamo, con James Conrad, Joyce e la Woolf, non esiste più una realtà univoca e monolitica: i fatti, in quanto significati, possono essere compresi nello stesso modo, ma in quanto simboleggiati da immagini mentali, vengono interpretati diversamente. La crisi degli inizi del secolo ha lasciato traccia anche in questa borghesissima signora inglese che si vuole unicamente preoccupata di sfornare opere di carattere commerciale in grado di assicurarle un'esistenza agiata"(p. 217). Gillian Gill individua la ragione del successo nell'"autrice nascosta", cioè nella scelta di Agata christie di non intervenire mai con la sua storia, le sue idee personali nelle storie che racconta. Parlano e agiscono i diversi personaggi, e, come nella fiaba, quello che conta sono le vicende e gli attori, mentre è totalmente assente l'autore e anche il narratore. E' in questo modo che i gusti del lettore coincidono con i gusti dell'autore e spiegano il numero, la qualità e il successo dei romanzi di Agatha Christie. Ribaltando il giudizio negativo di Raimond Chandler, Gillian Gill avanza altri motivi di questo felice incontro. "Chandler ha senza dubbio ragione quando afferma che nella realtà accadono ben pochi delitti in vecchi manieri inglesi, in deliziose villette di campagna, in appartamenti di chelsea, che raramente vengono premeditati in anticipo, e che raramente presentano caratteristiche di particolare raffinatezza o eccentricità. […] Christie non rappresenta mai un assassino e, solo eccezionalmente, una vittima appartenente a quelle classi, che secondo Chandler avrebbero una "ragione" per uccidere. […] E' inutile negare che il talento e l'arte della Christie sono fondamentalmente artificiali e non certo realistici. Si inseriscono nella generica tradizione narrativa della Austen, di Trollope, della Eliot, di Dickens, e nella specifica tradizione della narrativa poliziesca di Wilkie Collins, Anna Katharine Green, Conan Doyle e Gaston Lerouz. Oggi, tuttavia, […] non è più così ovvio, come nel 1944, che realismo sia sinonimo di verità e di valore letterario. In alcune interviste sulla serie Mistery,P.D. James sostiene in maniera convincente che la tensione esistente tra la legge e l'ordine che caratterizza, in apparenza, il tradizionale villaggio inglese, e certe violente passioni che si scatenano dietro quell'apparente tranquillità, rappresentano potenzialmente un movente ben più forte rispetto a una condizione di vita in una fatiscente casa popolare americana. Quando Miss marple fa pacatamente alcune considerazioni sulla malvagità che si può annidare in un piccolo villaggio, non sta semplicemente fornendo la giustificazione al tipo di narrativa di evasione della sua autrice. Sta in effetti offrendo un giudizio sulla natura umana, sulla malvagità e sul crimine che è, nella sostanza, più radicale di quello di Chandler. Gli assassini che Miss Marple assicura alla giustizia provengono dal suo stesso ambiente […] Se, tuttavia, si considera il racconto poliziesco in termini di trasgressione piuttosto che di crimine, di etica piuttosto che di legge, di ricerca della verità e rifiuto della violenza piuttosto che trionfo della giustizia e sanzione della pena, allora lo scenario criminale di Miss Marple acquista una logica propria."

Nota: L'immagine di copertina del libro ritrae Agatha Christie nel 1976. La recensione di Pina La Villa fa parte di un saggio più vasto che sarà pubblicato sul prossimo numero di Sherazade, rivista di storia di genere.
La narrativa che biografaGillian Gill, Agatha Christie. La donna e i suoi misteri, SugarcoEdizioni, Milano, 1990. Traduzione e postfazione di Miriam Bait - recensione di Pina La Villa, in collaborazione con la rivista Sherazade. Bancarella 3
Scheda bibliografica
 
 
 

 

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