Russia, sesso droga e nostalgie soviet
di Michele De Mieri (il Nuovo.it - 28 gennaio 2002)
Sono passati tredici anni dal crollo della cortina di ferro,
dall'improvvisa dissoluzione di quella barriera - non solo
politico-militare - che aveva imbalsamato la società
sovietica e le sue forme artistiche. Ora dopo la "glasnost"
gorbacioviana e l'era Eltsin, e quella di Putin, ancora
in corso, finora non ci è giunto il grande romanzo
russo, il libro che dovrebbe consegnare alla storia della
letteratura il tempo dell'attuale Russia neocapitalistica
e post-comunista. Forse non arriverà mai un corrispettivo
di quello che furono Una giornata di Ivan Denisovic, Il
dottor Zivago o dei Racconti della Kolyma per la Russia
Sovietica e del secondo dopoguerra; ma qualcosa si sta certamente
muovendo, ben oltre la scoperta di grandi scrittori esuli
come il geniale e ironico Sergej Dovlatov (merito a Sellerio).
[...] Questo storico conflitto culturale tra "occidentalisti"
e "slavofili" (ma forzando un po' i termini della
discussione potremmo dire tra conservatori e progressisti)
si presenta anche nei libri di Bakin e Bolmat. Il primo
dal titolo emblematico di Terra d'origine è una raccolta
di sette racconti intrisi della quintessenza della Russia
di campagna, di un'antropologia del villaggio russo, di
un'attenzione totale nel cogliere l'anima russa: siamo al
contempo dentro un tempo più o meno riconoscibile
ma anche dentro un flusso che dura così immutabile
ed esatto da secoli.
Le storie di Bakin (pseudonimo di un autore schivo e conservatore
che continua a fare l'autotrasportatore e che ha scelto
la privacy come strategia per eludere premiazioni e interviste)
sono state accostate a ragione a quelle di William Faulkner,
come nel grande scrittore del sud degli Stati Uniti (anche
Bakin viene dal sud della Russia) troviamo personaggi ossessionati
dalle genealogie familiari, incatenati a un'immagine primordiale
e continua, da un'azione di violenza, dalla lotta contro
una piccola comunità di eguali, e come in Faulkner
anche in Bakin le tragedie sono annunciate fin dalle prime
battute e in una prosa molto serrata e spesso avvolgente,
barocca.
Contesto
|
|