Pierangelo Bertoli

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Fonte: Il Nuovo, 7 ottobre 2002

Addio Bertoli, cantore dell'impegno

Il cantautore, celebre per alcuni brani senza tempo come Maddalena e A muso duro, si è spento a Sassuolo. Aveva 60 ed era malato da tempo.

di Federico Fiume

ROMA - Avrebbe compiuto 60 anni il 5 novembre, ma il suo destino si è fermato poco prima, in questa mattina di ottobre, in un letto d'ospedale. Pierangelo Bertoli ha però vissuto la sua vita con passione e intensamente fino all'ultimo momento. Non era tipo da arrendersi lui, tutt'altro. Il carattere vitale ed espansivo dell'emiliano purosangue lo ha sempre accompagnato, aiutandolo a lottare contro l'handicap che lo costringeva su una sedia a rotelle, a rivendicare sempre e comunque un'umanità senza compromessi, la stessa che metteva nelle sue canzoni.
Nel corso della sua lunga carriera, iniziata nel '76 con l'album "Eppure soffia" e sempre vissuta all'insegna dell'onestà intellettuale, ha scritto e interpretato centinaia di canzoni, collaborando anche con colleghi come l'amico e conterraneo Luciano Ligabue, Fabio Concato, Fiorella Mannoia, con cui interpretò lo splendido duetto di "Pescatore". Scrivere canzoni era per lui un'esigenza interiore e le sue riflessioni, avessero come tema la società, la politica o i sentimenti umani, sapevano essere profonde e piene di significato, come accade a chi conosce la vita, le sue sofferenze e le sue gioie.
La poliomielite contro la quale ha sempre dovuto lottare, non gli ha impedito di essere un uomo libero, nelle idee e nelle azioni. L'impegno civile è sempre stato un tratto fondamentale del suo modo di intendere la vita, un impegno che è spesso in primo piano anche nelle sue canzoni. Non ebbe paura di attirarsi le critiche dei benpensanti e della chiesa con una canzone come "Certi momenti", che prendeva dichiaratamente posizione a favore dell'aborto (eravamo nell'81) ma non si fece nemmeno imprigionare nel clichè del cantautore alternativo, affrontando senza timori il pubblico di Sanremo, prima, nel '91, con "Spunta la luna dal monte" insieme ai Tazenda e l'anno successivo con la durissima "Italia d'oro", vera invettiva contro la corruzione e la falsità del potere.
I suoi album ("Il centro del fiume", "Certi momenti", "Sedia elettrica", "Bertoli & Bertoli", solo per citarne alcuni) hanno attraversato e raccontato l'Italia e gli italiani dell'ultimo quarto di secolo, denunciato ingiustizie, rivendicato libertà, raccontato sentimenti ed emozioni, sempre con coraggio ed estrema coerenza. Oggi Bertoli ha lasciato questo mondo, ma restano le sue canzoni. E proprio con le parole di una di queste, "A muso duro", che intitolava anche uno dei suoi dischi di maggior successo, ci piace ricordarlo ora. Con le parole che lui stesso scelse per descriversi, probabilmente le migliori: "Ho sempre odiato i porci ed i ruffiani e quelli che rubavano un salario, i falsi che si fanno una carriera con certe prestazioni fuori orario. Canterò le mie canzoni per la strada ed affronterò la vita a muso duro, un guerriero senza patria e senza spada con un piede nel passato e lo sguardo dritto e aperto nel futuro".

(7 OTTOBRE 2002; ORE 14)

Contesto: Pierangelo Bertoli

 

 


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