«Qui, in questa nostra inaccessibilità, nell'attesa tra ciò che abbiamo lasciato e ciò che forse raggiungeremo, qui, con la velocità che ci scompiglia i capelli, dimentichiamo i piccoli dettagli di altre esistenze [...] il tempo che volava e il tempo che si fermava».La storia si pone tra due estremi temporali, la cui apertura e chiusura sono affidate alla testimonianza di Maja Stna, il personaggio che assicura unità al racconto, l'interlocutore cui si rivolge la voce narrante. «Sai cosa ho voglia di fare Maja Stina? Ho voglia di cacciare 'aveva' ed 'era' ed 'era stato' e 'tuttavia' e 'perfino' e 'poi' in un sacchetto e, dopo averlo agitato ben bene, farlo scoppiare con un bel botto [...]». Ribelle ai tempi del narrare, la voce narrante imbastisce una trama in cui si alternano ai piccoli eventi della quotidianità, le stranezze del fantastico.