Aldo Nicolaj

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Aldo Nicolaj

Aldo Nicolaj è nato a Fossano, presso Cuneo, nel 1920 (è morto il 6 luglio 2004 nella sua casa di Orbetello). Autore particolarmente fertile e versatile nella scelta dei generi e degli argomenti, ha debuttato nel 1947 con Il figliol prodigo, opera che gli permise di segnalarsi nel 1948 al Premio "Sanremo", mentre l'anno successivo ottenne il Premio "Sipario" per Altezze psichiche.

Recatosi in Guatemala nel 1950 quale direttore dell'Istituto Italiano di Cultura, si adoperò per la diffusione e la conoscenza della cultura e soprattutto del teatro italiano. Con il suo rientro in Italia prese avvio la carriera teatrale: nel 1954 fece rappresentare a Roma Teresina e lo stesso anno vinse il premio Idi con La mula. La sua carriera quale drammaturgo è stata un denso susseguirsi di successi e di riconoscimenti: Il soldato Piccicò (1955), II premio al concorso di Pescara; La stagione delle albicocche (1956), III classificato al concorso di Riccione; Formiche (1957), I classificato al concorso di Riccione. In seguito hanno ottenuto vivo successo Emilia in pace e in guerra e Sale e tabacchi, due monologhi scritti nel 1958 per Paola Borboni, Gli asini magri (1961), Farfalla, farfalla... (1967), Il cordone ombelicale (1970), Classe di ferro (1974), L'onda verde (1977), sino a Amleto in salsa piccante (1991), curiosa rivisitazione della celebre tragedia shakespeariana, in cui la vicenda del principe di Danimarca è vista attraverso le cucine del castello.

Si è occupato pure di traduzione e adattamenti teatrali: ha tradotto in spagnolo Pensaci, Giacomino! di Pirandello e in italiano Fuenteovejuna di Lope de Vega; ha ridotto per il palcoscenico Le confessioni di un italiano di Ippolito Nievo.

La produzione teatrale di Aldo Nicolaj si è impegnata soprattutto nella descrizione della classe borghese e piccolo-borghese, colta nelle sue semplici azioni quotidiane. I personaggi sono soprattutto degli sconfitti, degli emarginati abbandonati a se stessi e in lotta contro un destino avverso. Le atmosfere rarefatte, il linguaggio dimesso, le storie semplici e volutamente pessimiste, danno una tinta di generale malinconia. In altre opere, tuttavia, l'autore ha voluto mirare piuttosto al divertimento e alla farsa, conferendo ai testi ritmi infuocati e ai personaggi caratteri spesso grotteschi. Autore che ha avuto maggiori fortune all'estero che non in Italia, Nicolaj nella sua lunga carriera di drammaturgo ha saputo sperimentare diversi stili, passando con disinvoltura ed efficacia dal simbolismo al neorealismo, dal surrealismo al teatro della crudeltà, sino al teatro dell'assurdo. La sua opera drammatica trova uno dei maggiori pregi nel linguaggio, sospeso tra il quotidiano e il lirismo, capace di riprodurre le atmosfere attraverso un dialogo particolarmente efficace e ben costruito. Per la varietà e la vastità della produzione, Aldo Nicolaj si colloca tra gli autori di maggiore interesse nel panorama drammaturgico europeo del secondo Novecento. La sua scrittura teatrale era sapida, camaleontica, capace di mettere sulla graticola la borghesia, ma anche irresistibile nel rovesciare i miti del teatro, come è accaduto con «Amleto in salsa piccante».

Fonti: http://www.contrada.it/c/nicolaj.html

Contesto

Teatro italiano nel dopoguerra

 


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