Seamus Heaney

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Seamus Heaney

Séamus Heaney, nato nel 1939 in Ulster [Irlanda] (il 13 aprile 1939 a Castledawson) da una famiglia cattolica. Nel 1976 si stabilisce a Dublino dove insegna letteratura inglese fino al 1984, anno in cui è chiamato dall’Università di Harvard a insegnare discipli- ne classiche (rhetoric and oratory). Nel 1989 vince la cattedra di poesia a Oxford. Nobel nel 1995. Come poeta, viene considerato un esponente del regionalismo letterario, con un forte richiamo alle tradizioni, alla terra, al mito delle origini. Con un linguaggio modernista, che non ha nulla della verve barocchista e eccessiva di molti connazionali come Joyce, ma che si avvicina alla perfezione cristallina di un Ted Hughes o Philip Larkin.

E' morto a Dublin il 30 agosto 2013.
Nella raccolta di saggi “Preoccupazioni”, riferendosi alla propria poesia scri- ve: “penso alle tematiche personali e irlandesi come fossero le vocali e la consapevolezza letteraria nutrita dall’inglese le consonanti”. Alla sua opera prima “Deat of a Naturalist” (1966) seguirono “Door into the dark” (1969), “Wintering out” (1972), “North” (1975). Con “Field work”(1979) una svolta nella sua poesia. “Station Island” (1984) raccolta di poesie che prende il nome da un luogo di pellegirnaggio cattolico nella contea di Donegal. Viaggio allegorico narrato attraverso una polifonia di voci. Il poema è inteso come uno scontro tra due imperativi: restare fedele all’esperienza storica collettiva, o mantener fede alla propria soggettività. L’incontro con le ombre della sua vita personale che appartenevano alla realtà irlandese: l’archeologo, il militante dell’IRA, Joyce stesso, dovevano “articolare le rivendicazioni dell’ortodossia e la necessità di respingere quelle stesse rivendicazioni”.
Tra gli anni 70 e 80, quando le tensioni politiche tra cattolici e gli ultra dell’Ulster erano all’apice, il poeta affascinato dal ritrovamento archeologico di corpi di duemila anni fa scoperti mummificati nelle torbe danesi con chiari segni di morte violenta, compone poesie come “The tollund man” (in “Wintering out”) nelle quali associa il destino delle vittime sacrificali dell’età del ferro ai ‘martiri’ politici dell’Irlanda del Nord. Opere che sollevarono cri- tiche: si pensi al giudizio di Neil Corcoran, che giudicava equivoche tali mi- tologie. La migliore poesia di Heaney è quella lirica, che riprende la freschezza e il diretto contatto con la natura e l’antica tradizione gaelica. Del 1991 è “Seeing things”, in cui è un ritorno vigoroso alla fisicità, alla fedeltà a “the grain of things”, alla venatura e alla fibra stessa del mondo.

La motivazione del premio nobel: "for works of lyrical beauty and ethical depth, which exalt everyday miracles and the living past".

Bibliografia: Seamus Heaney

Death of a naturalist (1966)
Door into the dark (1969)
Wintering out (1972)
North (1975)
Field work (1979)
Station island (1984)
Seeing things (1991)
Preoccupazioni


Irlanda (1939-1989)

© Antenati - 1994-1997


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