Handke,
Peter
Peter Handke
Nato a Griffen [Austria] nel 1942. La madre, slovena, si sposò
(già incinta) con un sottoufficiale della Wehrmacht. Iscrittosi
mel 1961 alla facoltà di giurisprudenza dell'Università
di Graz, ha presto abbandonato gli studi per dedicarsi a tempo
pieno all'attività di scrittore. E' stato narratore, scrittore
per il teatro, poeta e saggista.
Il suo nome cominciò a circolare giovanissimo, per la polemica
che innescò con il Gruppo 47 fondato da Andersch, Boll,
Aichinger e Bachmann. Fu Ingeborg Bachmann
a invitarlo nel 1966 negli Stati Uniti. Qui ebbe posizioni pubbliche
nettamente contrarie al circolo tedesco. Tornato in Europa con
la fama di "outsider", inizia la sua attività
produttiva. Handke si riconobbe inizialmente nella poetica sperimentale
della neoavanguardia, ma con la tenace volontà di non essere
incasellato sotto alcuna etichetta. I suoi primi romanzi rinunciano
all'azione quale struttura portante: I calabroni (Die Hornissen,
1966) con cui esordì, L'ambulante (Der Hausierer,
1967). Sono esempi di letteratura descrittiva, influenzata dall'école-du-regard
francese. Ciò che lo interessa, anche negli anni dei movimenti
collettivi degli anni Sessanta, è mettere in crisi qualsiasi cliché,
a partire dall'analisi del linguaggio e del rapporto tra scrittore
e pubblico. Ancora più radicale è in questo periodo
dunque la polemica contro le convenzioni letterarie nelle «commedie»
Insulti al pubblico (Publikumsbeschimpfung, 1966), Autodiffamazione
(Selbstbezichtigung, 1966), e Kaspar (1968) che riprende
un classico della letteratura tedesca sul tema dell'artista nella
società, che denunciano la lingua come strumento di condizionamento
e di dominio. Nella raccolta di poesie Il mondo interno del
mondo esterno del mondo interno (Die Innenwelt der Außenwelt
der Innenwelt, 1969), Handke si propone di mostrare quanto le
formule linguistiche incidano sulla nostra comprensione della
realtà.
Con il romanzo L'angoscia del portiere prima
del calcio di rigore (Die Angst des Tormanns beim Elfmeter,
1970), Handke torna a una narrativa meno sperimentale, ma uscita
rinnovata dall'esperienza precedente. Da questo romanzo fu tratto
un film da Wim Wenders. Con
Wenders - con cui aveva collaborato nel 1969 per Tre LP americani
-, Handke ha collaborato anche per Il cielo sopra Berlin.
Quasi tutti i romanzi successivi muovono da fatti autobiografici
e rappresentano i personaggi in modo analitico e affettuoso: Breve
lettera del lungo addio (Der kurze Brief zum langen Abschied,
1972), Infelicità senza desideri (Wunschloses Unglück,
1972), L'ora del vero sentire (Die Stunde der wahren Empfindung,
1975), La donna mancina (Die linkshändige Frau, 1976)
da cui lo stesso Handke ha tratto un film che ha diretto (1978).
Negli anni Settanta e Ottanta conosce successi. Lo stile diventa
inconfondibile: mai una suddivisione in capitoli, lo spazio bianco
tra i paragrafi. I titoli scelti aderiscono ai temi, diventano
vere e proprie dichiarazioni di poetica. "Sono convinto della
forza che il pensiero poetico ha di dissolvere idee e quindi di
essere padrone del futuro".
Lo stretto legame tra arte e vita è presente anche nella
forma diaristica de Il peso del mondo (Das Gewicht der
Welt, 1978), e Storie di una matita (Geschichte eines Bleistifts,
1983). Si ricordano anche Storia con bambina (Kindergeschichte,
1981), il «poema drammatico» Attraverso i villaggi (Über
die Dörfer, 1981), sempre per il teatro: La
cavalcata sul lago di Costanza (1970). Libro a metà
tra saggio e autobiografia, L'insegnamento di Sainte-Victoire
(Die Lehre der Sainte-Victoire, 1980). Saggio
sulla giornata riuscita (1991), Il mio
anno nella baia di nessuno (1996), In
una notte buia uscii dalla mia casa silenziosa (1997).
Nel periodo della caduta del muro di Berlin, spiazzò i lettori
con tre saggi sulla scrittura che forzatamente parlavano d'altro.
Polemiche ha suscitato la presa di posizione di Handke nei confronti
della guerra di Stati Uniti e Nato contro la Serbia di Milosevic.
Alla situazione ex-jugoslava Handke ha dedicato tre reportage.
Una riflessione che ha radici profonde, e che nascono con un racconto,
"Infelicità senza desideri", nato dalla vicenda del suicidio della
madre; il racconto ripercorre la storia della mamma che si sposò,
quando era già incinta, con un sottufficiale della Wehrmacht.
E' il suo primo "ritorno" alla Serbia. Seguirono i reportage:
"Un viaggio d'inverno ai fiumi Danubio, Sava, Morava e Drina,
ovvero Giustizia per la Serbia", "Appendice estiva a un viaggio
d'inverno", e "Chiedendo in lacrime" (1999). In polemica contro
i bombardamenti in Serbia Handke rifiutò il prestigioso Premio
Büchner. Negli anni Novanta la sua scrittura si fa verbosa,
le divagazioni liriche incontenibili. "Lucia nel bosco con quelle
cose lì" è un racconto-apologo breve, il racconto di una bambina
che osserva il padre che raccoglie strani funghi nei boschi. Metafora,
forse, dello scrittore che si sente incompreso.
Nel 2002 esce pubblicato in Italia da Suhrkamp "La perdita
delle immagini, o andando nella Sierra de Gredos" (Der
Bildverlust, oder Durch die Serra de Gredos), 800 pagine che raccontano
il lungo itinerario spirituale e geografico di una donna in compagnia
di uno scrittore. Romanzo-fiume, presentato alla Fiera del Libro
di Francoforte già nel 2001, in forma manoscritta, vergato interamente
a mano.
Nel 2019 gli è stato attrribuito il premio Nobel per la letteratura: “per l’influente opera che con inventiva linguistica ha esplorato la periferia e le specificità dell’esperienza umana“.
Bibliografia: Peter Handke
Die Hornissen (1966)
Publikumsbeschimpfung (teatro, 1966)
Selbstbezichtigung (teatro, 1966)
Der Hausierer (1967)
Kaspar (teatro, 1968)
Die Innenwelt der Außenwelt der Innenwelt (1969)
Die Angst des Tormanns beim Elfmeter (1970)
Der kurze Brief zum langen Abschied (1972)
Wunschloses UnglÜck (1972)
Die Stunde der wahren Empfindung (1975)
Die linkshändige Frau (1976)
Das Gewicht der Welt (1978)
Die Lehre der Sainte-Victoire (1980)
Kindergeschichte (1981)
Über die Dörfer (1981)
Geschichte eines Bleistifts (1983)
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