Giorgio Gaber
Giorgio Gaber (il suo vero nome era Giorgio Gaberscik) era
nato a Milano il 25 gennaio 1939, è morto l'1 gennaio
2003 a Montemagno, nella sua casa in provincia di Lucca. E'
stato cantautore, showman, attore e autore di testi teatrali.
Per tre decenni ha raccontato l'Italia, i suoi costumi, la
sua evoluzione: dalla contestazione degli anni Settanta verso
cui era stato anche molto critico fino al disincanto degli
anni Novanta.
A quindici anni aveva iniziato a esercitarsi con la chitarra
per curare il braccio sinistro da una grave malattia. Dopo
essersi diplomato in ragioneria si era iscritto a Economia
e Commercio alla Bocconi, pagandosi gli studi con i soldi
guadagnati suonando e cantando al locale Santa Tecla, frequentato
tra gli altri da Celentano, i Rocky Mountains e da Enzo Jannacci
(a cui lo legherà l'amicizia di una vita).
Qui viene contattato da Mogol che lo invita alla Ricordi per
un'audizione: il provino va bene e gli viene proposto di incidere
un disco che contiene quattro canzoni, tra cui "Ciao
ti dirò", scritta con Luigi Tenco, il suo primo
successo, nel 1958.
Dopo un notevole successo in televisione e molti festival
di Sanremo - quattro partecipazioni; nel 1965 si sposa con
Ombretta Colli. Tra le sue canzoni-ballate più famose
di questo periodo quella del "Cerrutti Gino", "Barbera
e champagne" e la "Torpedo Blu" -, nel 1970
debutta al Piccolo Teatro di Milano con "Il signor G.",
cui seguiranno molti altri spettacoli, scritti sempre con
Sandro Luporini. A "Canzonissima", nel 1969, Gaber
canta "Com'è bella la città". Proprio
questa canzone, che canta l'alienazione cittadina, segna l'inizio
di una nuovo tipo di produzione. Negli anni '70 rinuncia alla
tv diventando, con il suo teatro-canzone, il più singolare
fenomeno teatrale degli ultimi trent'anni. Dopo "Il signor
G." seguono molti altri spettacoli, da "Far finta
di essere sani" (1972) a "Libertà obbligatoria"
(1976) fino a "Polli d'allevamento" (1978). Sono
gli anni di celebri canzoni come "Shampoo", "Il
dilemma", "Io se fossi Dio".
"Polli di allevamento" segna un primo distacco
dal "movimento", verso uno sguardo critico, e un
po' meno strettamente politico, della società italiana,
che accompagnerà gli anni Ottanta e Novanta. Da "Anni
affollati" a "Il caso di Alessandro e Maria"
(Con Mariangela Melato), da "Parlami d'amore Mariù"
fino a "E pensare che c'era il pensiero" (1995).
Con "La mia generazione ha perso" (uscito nel
2001) Gaber è tornato al mercato discografico ufficiale,
dopo molti album costruiti esclusivamente sulla registrazione
integrale dei suoi spettacoli.
Il 24 gennaio 2003 è uscito postumo "Io non mi
sento italiano", il suo ultimo lavoro.
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