Edward Bond

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Edward Bond


Edward Bond, nato nel 1934, drammaturgo inglese. I suoi primi lavori miravano «solo» a sconcertare, talvolta con immagini di disturbante violenza, provocando i veti della censura teatrale inglese. In un secondo tempo è approdato a proporre soluzioni mediante l’adozione del marxismo. Bond è tornato a far parlare del Royal Court dieci anni dopo le rappresentazioni innovatrici per le scene inglesi di Osborne e Wesker, con Salvati (Saved, 1965), visione di squallore urbano dove in un episodio marginale giovani teppisti per divertimento lapidano un bambino in carrozzina. Si fece vietare Precoce mattina (Early morning, 1968), grottesco in cui la regina Victoria viene presentata come lesbica. Contestò poi altri miti nazionali in Lear (1971), riscrittura del testo scespiriano con esasperazione della violenza, visione di un mondo allucinato dove impera solo una immotivata crudeltà. In Bingo (1973) ha mostrato lo stesso Shakespeare come un arido vecchio speculatore, insensibile alla sorte dei suoi fittavoli. I suoi lavori furono stimati più all’estero che in patria. Ne seguirono altri, che non ottennero la stessa risonanza. Come Arden, a un certo punto, anche Bond non riuscì poi a venire a patti con i circuiti teatrali: I mondi (The worlds, 1979), Estate (Summer, 1982), Lavori mondiali (The world plays, 1984), Giubbotti (Jackets, 1989), circolarono soprattutto in edizioni a stampa.



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