Flannery
O'Connor
Flannery O'Connor
Flannery O'Connor è nata a Savannah [Georgia] nel 1925
(morta a Milledgeville [Georgia] nel 1964). La sua opera narrativa
è ambientata nel Sud delle campagne disabitate e delle
piccole città, dei predicatori ambulanti, delle famiglie
contadine avide e ansiose, dei bianchi e dei neri. Realtà
e personaggi 'locali' e 'storici', caratteristici della narrativa
post-faulkneriana. In essi Flannery O'Connor scorge, sotto le
specie grottesche della deformazione, della perversità,
della follia, della violenza, l'impronta in negativo del divino.
In Sangue saggio (Wise blood, 1952) suo primo romanzo, pieno di
umori espressionistici, lo squilibrato predicatore di «una chiesa
senza Cristo» si acceca e viene ucciso, in un crescendo di comico
e di tragico, da cui esplode lo 'scandalo'. Il violento lo conquista
(The violent bear it away, 1960) presenta, nella drammatica vicenda
di un altro «profeta» un secondo stadio dell'iniziazione alla
grazia tramite la violenza. Ma è nei racconti che la visione
teologica di O'Connor si dispiega in uno splendente tessuto di
immagini, simboli, archetipi: grandioso e bizzarro contrappunto
alle storie dei suoi diseredati. Si ricordano i racconti raccolti
in Un buon uomo è duro a trovarsi (A good mas is hard to
find, 1955), e Ogni cosa che s'innalza deve ripiegare (Everything
that rises must converge, 1965), poi raccolti nel postumo Tutti
i racconti (The complete stories, 1971). Si legga tra gli altri
"La festa delle azalee" piccolo capolavoro di ironia sull'insufficienza
e la presunzione della spiegazione razionale della realtà,
o "Gli storpi entreranno per primi" con i suoi personaggi impegnati
in nobili cause ma ciechi verso chi hanno vicino.
© Antenati - 1994-1997
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