Stanislavskij: il "sistema": la composizione del personaggio

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La composizione del personaggio

L'attore, prima di scendere sul palcoscenico e "recitare", deve ricreare in se stesso il personaggio che deve interpretare. L'emozione ha un ruolo fondamentale in tale processo compositivo.

Stanislavskij ha individuato per anni nella reviviscenza la funzione portante di questo processo compositivo. Negli ultimi anni della sua vita si accorse però che le associazioni emotive erano troppo fuggevoli per essere utilizzate con profitto. Si possono "fissare" solo le azioni fisiche, non i sentimenti. Lo stato emotivo diventa "uno stato da raggiungere attraverso un processo di studio delle circostanze date e di elaborazione pratica delle azioni fisiche del personaggio" [[20]].

Il processo di composizione del personaggio può iniziare anche a prescindere dal testo. Partendo da azioni inventate dalla situazione data. E' anche attraverso questa strada che l'attore non è più esecutore passivo, ma interprete autonomo e responsabile, con il compito di vivificare parole e azioni del personaggio. L'attore deve "vivere" il personaggio, ricreandone il flusso interiore: lo studio delle circostanze, l'introspezione psicologica, la memoria emotiva, le azioni fisiche sono gli strumenti espressivi per creare un contatto autentico tra l'attore e il personaggio.

Saggio a cura di Barbara Failla

[20] Palumbo, cit., p. 8.



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