Vladislav
Vancura
Vladislav Vancura
Nato a Háj (Opava) nel 1891 (morì
a Praga nel 1942), Vladislav Vancura, nella sua vasta opera narrativa,
la più significativa e originale della letteratura ceca
tra le due guerre, sono romanzi di ispirazione sociale come Il
fornaio Jan Marhoul (1924), antimilitarista in Campi arativi e
di battaglia (1925); prose che prendono spunto da minimi eventi
e nodi narrativi per sviluppare toni grotteschi parodistici bizzarramente
fantastici in Estate capricciosa (1926), Il giudizio universale
(1929), Processo capitale (1930); narrazioni d'argomento storico
ma dense di elementi fantastici in Markela Lazarová (1931),
Fuga a Budín (1932). Dopo i romanzi La fine dei vecchi
tempi (1934) e I tre fiumi (1936) dedicati alle mutazioni sociali
e psicologiche avvenute nel popolo ceco tra la prima guerra mondiale
e la rivoluzione di novembre, si accinse a due opere di mole imponente:
la trilogia Cavalli e carri rimasta incompiuta: esiste solo il
primo romanzo, La famiglia Horváth (1938); e un'ampia cronaca
scritta in collaborazione con un gruppo di giovani storici, Quadri
di storia del popolo ceco (1939-1940) in tre volumi.
Usando soprattutto nel primo periodo, espressioni gergali, stralci
di parlato, arcaismi, proverbi, in connessioni stravaganti, Vancura
crea uno stile che rivela precise coincidenze con le più
rivoluzionarie tecniche d'avanguardia, dal poetismo al surrealismo.
Gli si debbono anche lavori teatrali di notevole successo: In
segnante e allievo (1927), Una ragazza malata (1929), L'alchimista
(1932), Il lago Ukereve (1935).
[1997]
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