Sergej Michajlovic Tret'jakov

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Sergej Michajlovic Tret'jakov


Sergej Michajlovic Tret'jakov nato a Kuldiga [Riga] nel 1892 (morto nel 1939) aderì prima al gruppo degli egofuturisti, con la raccolta in versi Pausa ferrea (1919). Fu collaboratore letterario di Ejzenstejn al Teatro Proletkult di Pietroburgo, per cui ridusse "Anche il più furbo ci casca" di A.N. Ostrovskij nel 1922, e scrisse Maschere antigas (1923). Lavorò con V.E. Mejerchol'd per parecchi anni; per lui scrisse Ascolta, Mosca (1923), La terra in subbuglio (1923), Urla, Cina! (1926), Voglio un bambino (1927) che fu messo in prova ma vietato dalla censura. Collaborò a «LEF» e poi a «Novyj LEF», di cui diresse gli ultimi cinque numeri dopo l'uscita di Majakovskij. Fu uno dei più coerenti sostenitori della "letteratura del fatto", che preconizzava la fine della narrativa e dello scrittore e l'affermarsi della verità del fatto, così come lo si registra nel suo determinarsi, della descrizione della vita così com'è. Inventò, sulla base di questa teoria, un nuovo genere letterario, la "biointervista", biografia di un personaggio raccolta dalla sua viva voce, con aggiunta di dati sul paese e sulla so cietà in cui vive: Ten Shih-hua (1930), Gente di un solo fuoco (1936) che è una relazione dei suoi incontri con Brecht e Piscator. Fu sceneggiatore cinematografico di successo e il primo tra duttore di Brecht in russo.



[1997]


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