Alberto Savinio

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Alberto Savinio


Nato a Atene nel 1891 (morto a Roma nel 1952, il suo vero nome era Andrea De Chirico), fratello del pittore Giorgio De Chirico, passò la sua infanzia in Grecia. Proseguì gli studi a Monaco, poi si trasferì nel 1910 a Paris dove frequentò gli ambienti dell'a vanguardia, legandosi d'amicizia con Apollinaire. Fondò nel 1914 il movimento musicale del sincerismo che teorizzava una musica "non armonica". Del periodo più avanguardistico è l'opera musicale di "Album 1914".

Nello stesso 1914 pubblicò il poema drammatico Les chants de la mi mort , con relative musiche, che inaugurò il registro onirico e grottesco che sarà tipico della sua opera. Nel 1916 uscì su «La Voce» il testo Hermaphrodito , una specie di diario fantastico che alterna prose e versi in italiano e in francese.

In quegli anni Savinio si trasferì a Ferrara dove ebbe rapporti con gli esponenti del dadaismo, e seguì il nascere della pittura metafisica di Carrà e di De Chirico; partecipò anche all'at tività della rivista «Valori plastici».

Nel 1925 tornò a Paris e iniziò la sua carriera di pittore, riproponendo i temi della classicità e della sua infanzia in chiave mitica e surrealistica. Nel 1931 tornò in Italia, fondò la rivista «Colonna» legata alla pittorica "scuola romana". Pubblicò i suoi testi più impor tanti: i racconti Achille innamorato (1938), le prose di viaggio Dico a te, Clio (1939), i ricordi di Infanzia di Nivasio Dolcemare (1941) che prosegue la rievocazione della Tragedia dell'infanzia (1920). In questi anni collabora intensamente al settimanale «Omnibus», per cui scrisse nel 1937-38 una serie di cronache teatrali (raccolti postumi con il titolo di "Palchetti romani", 1982), e alle riviste «Prospettive» e «Domus», e al quotidiano «La Stampa» tra il 1934 e il 1940 (queste ultime sono state raccolte e pub blicate postume con il titolo "Torre di guardia", 1977: il titolo della raccolta è quello della rubrica che Savinio teneva). Senza tralasciare la feconda attività pittorica. La rubrica che Savinio teneva in piena epoca fascista su «La Stampa» contiene varie note e materiali. Parte di essi confluiranno poi negli anni '40 nel progetto incompiuto di una personalissima "Nuova enciclopedia" (pubblicata postuma nel 1977). Savinio esprime, accanto alle esaltazioni fasciste di prammatica, la sua vocazione per un impegno civile, oltre che idee estetiche e morali, che torneranno do po la guerra negli scritti politici intitolati "Sorte dell'Europa". Dice che occorre «amare l'amaro nostro tempo», preparare quel nuovo «galateo mentale», quel «civilismo» che egli auspicava per gli uomini «quando si sarebbero abituati a pensare». Quanto al surrealismo, esso va preso «a piccole dosi» altrimenti riesce indigesto; esalta il «surrealista» Micky Mouse di Disney come «la più umana tra tutte le creature poetiche».

Nel 1942 pubblicò le autobiografie immaginarie di Narrate, uomini, la vostra storia , poi le prose Ascolto il tuo cuore, città (1943), i racconti Casa "La Vita" (1943) cui seguirono quelli di Tutta la vita (1945), sintesi della tematica di Savinio sempre oscillante tra la rievocazione fantastica, l'allegoria esistenziale, l'enfatizzazione ludica dei procedimenti della creazione letteraria. Il suo stile, capace di mescolare cadenze classicistiche con calambùr e invenzioni surrealiste è un caso unico nella prosa italica del secolo.

Da ricordare i testi teatrali e musicali, raccolti poi postumi: "Scatola sonora" raccoglie le critiche musicali, mentre "Il sogno meccanico" recensioni e bozzetti cinematografici. Per il teatro ha lasciato i drammi Capitan Ulisse (1934), Alcesti di Samuele (1949), Emma B. vedova Giocasta (1949); e i balletti Orfeo vedovo (1950), Vita dell'uomo (1951).



© Antenati - 1994-1997


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