Alberto
Moravia
Alberto Moravia
Egli, nato a Roma nel 1907 (il suo vero nome
era Alberto Pincherle), iniziò la carriera di scrittore
con Gli indifferenti. Lo pubblicò a proprie spese
nel 1929. Accolto con ostilità dalla cultura fascista che
ne proibì la diffusione, fu salutato con entusiasmo solo
da pochi critici, come Borgese, Pancrazi e Solmi. E' un penetrante
e spietato ritratto della borghesia italiana agli inizi del fascismo,
attraverso una prosa secca e analitica che si riallaccia al realismo
tipologico dei francesi dell'ottocento, alla problematicità
dei romanzieri russi (specie Dostoevskij ), all'oggettività
di Defoe.
L'ambiente è quello della buona borghesia
romana sul finire degli anni '20. La relazione tra Leo Merumeci
e la vedova mariagrazia, è ormai stanca. I due giovanissimi
figli di lei, Carla e Michele assistono con disagio ma senza rivolte
alle manifestazioni di insofferenza di Leo e alle scenate della
madre gelosa di una vecchia fiamma dell'amante, Lisa. Leo rivolge
le sue attenzioni a Carla e riesce a farla sua. Michele sente
confusamente di dover intervenire, ma dentro di sé , nel
profondo della sua indifferenza, non coglie motivi di autentica
indignazione. Si ingegna, a freddo, di provocare Leo: arriva a
tentare di ucciderlo ma il tentativo naufraga abbastanza ridicolamente.
Michele si rassegna, cede a Lisa che, invaghitasi di lui, lo assilla.
Anche Mariagrazia si rassegna all'inevitabile, e Carla sposerà
Leo.
Dopo, quando nel dopoguerra arriverà
in Italia l'esistenzialismo e l'influenza di Sartre, si parlerà
per questo romanzo di esistenzialismo e romanzo della crisi esistenziale.
In realtà siamo davanti al prodotto del realismo borghese,
nella descrizione di un ambiente connotato dall'incapacità
a reagire alla malattia fascista.
Moravia collaborò a riviste e quotidiani.
Il suo secondo romanzo Le ambizioni sbagliate (1935) fu
piuttosto velleitario. Colpito dalle leggi razziali fu costretto
a firmare i suoi articoli con uno pseudonimo ma continuò
a pubblicare altri romanzi: L'imbroglio (1937), I sogni
del pigro (1940); la satira grottesca di un dittatore sudamericano,
La mascherata (1941) fu censurata alla seconda edizione.
Si dovrà attendere il nuovo clima
culturale post-bellico per un diverso e migliore (anche se diseguale)
Moravia: soprattutto il racconto Agostino (1944), i romanzi
La romana (1947) e La ciociara (1957), i Racconti
romani (1954) e i Nuovi racconti romani (1959). Un
impegno nella direzione del realismo, mentre non molto felici
i suoi scritti a tematica sessuale. Nel dopoguerra Moravia ebbe
una importante funzione culturale in italia, attraverso la rivista
«Nuovi argomenti», e le sue collaborazioni a vari periodici di
larga diffusione.
© Antenati, 1995-7
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