Hermann
Broch
Hermann Broch
Nato a Vienna nel 1886 (morto a New-Haven,
nel Connecticut nel 1951), figlio di un industriale, diresse per
un certo periodo l'industria paterna, finché a 40 anni
si diede allo studio della matematica, della psicologia, della
filosofia, della letteratura.
Nel 1931-1932 fu pubblicata a Zurigo la sua
prima opera, la trilogia narrativa I sonnambuli (Die Schlafwandler).
La trilogia è articolata in: 1888: Pasenow o il romanticismo
, 1903: Esch o l'anarchia , 1918: Huguenau o il realismo . La
narrazione percorre 30 anni di storia tedesca, scanditi da tre
date simboliche di tre momenti della "disgregazione dei valori"
che è il tema centrale dell'opera. Nella prima parte, ambientata
tra Berlin e i feudi prussiani della propria famiglia, Joachim
Pasenow è costretto a lasciare l'affascinante Ruzena per
sposare Elisabeth, fanciulla nobile a lui predestinata dalla famiglia.
Joachim si adegua, pur nella confusa percezione che il mondo patriarcale
dell'aristocrazia è ormai condannato. Nella seconda parte
protagonista è Esch, contabile licenziato da una ditta
di Colonia. Cercando nuovi lavori, vive con sgomento l'espansione
industriale, le lotte sociali, l'organizzazione operaia che gli
sembrano contrassegni del mondo in disordine e dell'anarchia.
Punto fermo diventa Hentjen, matura vedova proprietaria di una
trattoria che Esch sposa e per la quale diventa perpetuo oggetto
di venerazione. Pasenow e Esch si ritrovano nella terza parte,
ambientata in una cittadina renana a ridosso del fronte. Perplessi
e fuori gioco assistono all'ascesa di Huguenau, disertore e affarista,
uomo dei tempi nuovi, esempio di quei "morti viventi" destinati
forse a dominare il mondo.
Nel 1934 apparve L'incognita (Die unbekannte
Grösse). In seguito si ritirò in Tirolo dove lavorò
tra l'altro al ro manzo Il tentatore (Der Versucher, pubblicato
postumo nel 1953). Nel 1938 dopo aver patito la prigionia nelle
carceri naziste, emigrò negli Stati Uniti dove ottenne
la cittadinanza e la catte dra di tedesco all'università
di Yale, che tenne fino alla morte. Ha pubblicato ancora i romanzi:
La morte di Virgilio (Der Tod des Vergil, 1945), Gli incolpevoli
(Die Schuldlosen, 1950). Tra i suoi scritti è anche un
dramma, Perché non sanno quello che fanno (Denn sie wissen
nicht was sie tun, 1936), racconti, saggi critici su Joyce, Hofmannsthal,
sull'eredità mitica della poesia ecc.. Ha scritto poesie
d'occasione, e un'indagine, rima sta frammentaria, sulla "Psicologia
delle masse" (Massenpsycholo gie, 1959).
Motivo centrale dell'opera di Broch è
lo sfaldarsi della vita spirituale, senza obiettivi e valori.
Interprete acuto della frattura e instabilità della società
tedesca, indagatore della crisi sociale e morale dell'epoca borghese.
Sono temi intrecciati con una componente più risolutamente
metafisica. Esprime la soli tudine angosciata di fronte alla morte,
l'ansia di infinito, la ricerca del divino. Ebreo convertitosi
al cattolicesimo, ma so prattutto intellettuale consapevole della
irrecuperabilità di certi beni perduti, Broch cerca di
reperire elementi sostitutivi della fede, cercando in una nuova
mitologia il medicamento necessario a un'età malata e prigioniera
dell'oggettività. La narrativa sperimentale di Broch si
basa su una strumentazione espressiva molto ricca, in cui si alternano
i moduli della prosa naturalistica e brani poetici di altissimo
lirismo, il dia logo drammatico e il saggio filosofico-psicologico.
Il superamen to del romanzo avviene secondo molteplici direttive:
spesso Broch sembra studiare non tanto la realtà quanto
le virtualità che sono implicite in quel genere letterario
e che segnano, al limite, la sua disgregazione. Densa di significati
e riferimenti culturali, di allusioni e reminiscenze, di simmetrie
interne e amplificazioni (esemplare in questo senso l'immenso
monologo interiore che costituisce "La morte di Virgilio"), la
narrativa di Broch è uno dei risultati più suggestivi
della letteratura del secolo.
[1997]
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