Isaac
Emmanuolovic Babel'
Isaac Emmanuolovic Babel'
Nato a Odessa nel 1894, di origine ebrea,
trascorse infanzia e adolescenza a Odessa: il tipico ambiente
ebraico-odessita, un mondo chiassoso, brulicante di colorite figurine
di mercanti e spavaldi fuorilegge, già turbato dalle violenze
dei primi pogrom è tema di alcuni dei suoi racconti migliori:
I racconti di Odessa (1921), Primo amore (1925), Storia della
mia colombaia (1925); e del dramma Tramonto (1928). Nel 1923 partecipò
alla campagna polacca nella cavalleria di Budënnyi: questa
esperienza gli ispirò i famosi racconti de L'armata a cavallo
(1926), brevi storie di vita militare narrate nel comico gergo
dei cosacchi, secondo la tecnica di Babel' che usa ampiamente
nella narrazione il discorso diretto in prima persona.
Babel' narra in prima persona una serie di episodi
di cui fu testimone; incapace di violenza e deriso dai commilitoni
per la sua inesperienza, descrive episodi terribili di massacri,
di figli che bruciano i padri controrivoluzionari, di cosacchi
che per noia tagliano la testa a vecchi ebrei. Protagonisti sono
i cosac chi, generali o soldati semplici, e i loro cavalli amati
come compagni di lotta, rispettati e difesi da ogni maltrattamento.
Accanto a loro i nemici, gli sconfitti, verso cui l'autore ha
pa role di compassione e toccante poesia: Apolek l'eretico e mistico
pittore che ritrae i popolani sotto l'effige di santi, il suona
tore cieco Gottfried, il rigattiere ebreo Gedali che vede nella
rivoluzione un'opera buona perché punisce i persecutori
polacchi. Il tono narrativo, lento e distaccato, raggiunge spesso
grandiosità e potenza epica. La tendenza smitizzatrice
di quest'opera, che mette in luce il rovescio di crudeltà
e brutalità, ma anche di romanticismo e te nerezza, dei
leggendari cosacchi di Budënnyi, irritò il regime
sovietico.
Nel 1937 fu arrestato sotto l'accusa di troskismo
e fucilato in un campo di concentramento nel 1941.
La sua opera, sia che evochi il lento annientamento
della piccola borghesia ebraica, sia che descriva la sanguinosa
guerra civile, è sempre ispirata dal desiderio di scoprire
e rivalutare l'elemento umano nel complesso ingranaggio della
storia, e costi tuisce una coraggiosa alternativa al superficiale
ottimismo della letteratura ufficiale dell'epoca. Sul piano dello
stile, la sua prosa è ricca di echi, sottigliezze sonore,
accensioni liriche: ne risultano densissime miniature in cui il
dato reale trapassa spesso a toni favolistici. Una raccolta di
scritti è Il sangue e l'inchiostro (1980).
[1997]
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