Arthur Machen

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Arthur Machen

Arthur Machen - il suo vero nome era Arthur Llewellyn Jones (Machen era il cognome da nubile della madre) - nacque nel 1863 a Caerleon-on-Usk, nel Galles (morì ad Amersham, nel Galles, nel 1947).
Figlio di un pastore anglicano, solitario e sognatore, ed appassionato di leggende romantiche e soprannaturali, si trasferisce giovanissimo a Londra, dove si procura da vivere facendo prima l'insegnante, poi l'attore shakespeariano, infine il traduttore (tradusse, dal francese, l'Histoire de ma Vie di Giacomo Casanova). Appena prima lasciare il Galles aveva intanto pubblicato il suo primo lavoro, il poema Eleusinia (1881), in un'edizione privata di 100 copie.
Nel 1884 pubblica, sotto lo pseudonimo di Leolinus Siluriensis, The Anatomy of Tobacco, romanzo di carattere realistico scritto in un fantastico inglese di fine XVII secolo.
Ritornato nel Galles, nel 1894 riesce a pubblicare, dopo numerosi tentativi infruttuosi, il suo primo volume di racconti dell'orrore, The Great God Pan and The Inmost Light. L'anno successivo esce The Three Impostors, or the Transmutations, romanzo ad incastro, stampato a puntate, nato dalla fusione di una serie di avventure fantastiche narrate da due enigmatici personaggi ed incentrate sulla ricerca di un misterioso individuo.
Divenuto giornalista, nel 1914 l'Evening News gli commissiona un racconto di "responsabilità". La Prima Guerra Mondiale era da poco iniziata: i fronti cambiavano ogni giorno, i soldati inglesi combattevano su suolo belga e in patria i lettori richiedevano un po' di letteratura eroica. Machen scrive per l'occasione The Bowmen, in cui immagina che una legione di Angeli - gli «Arcieri di Azincourt» guidati da San Giorgio - venga in soccorso dell'esercito britannico nella battaglia di Mons. Il racconto riscuote un immediato e straordinario successo, tanto da diventare un vero e proprio mito.
Le sue opere successive passano perlopiù nuovamente inosservate, condannate come prodotti di un'immaginazione malata, compreso il romanzo breve The Terror (1916) - su una misteriosa e raccapricciante ribellione di animali, divenuti assassini, durante la Prima Guerra Mondiale, in Inghilterra - suo capolavoro, al quale Alfred Hitchcock s'ispirerà per la sua celebre pellicola The Birds.
Machen continuerà a scrivere - le sue origini gallesi, e l'essere nato in un villaggio che si dice fosse stato la sede della corte di Re Artù e da dove i leggendari Cavalieri della Tavola Rotonda partirono alla ricerca del Santo Graal, segnarono a fondo la sua esistenza, facendolo sentire profondamente "antico" e alimentato da primitive scienze magiche. Questo certamente non gli eviterà gli stenti, la solitudine e gli orrori della vita, ma gli fornì quella fierezza che lo spingerà a scrivere sempre e comunque - senza tuttavia ricavarne neanche l'indispensabile per la sopravvivenza: i suoi amici dovranno infatti organizzare una colletta per garantirgli una morte dignitosa.

Machen è sempre stato uno scrittore scarsamente conosciuto dal grosso pubblico, rimanendo apprezzato solo da una ristretta cerchia di appassionati dell'occulto, del misterioso e del magico. La sua influenza è tuttavia evidente in autori successivi, quali soprattutto H.P. Lovecraft (del quale è considerato il vero maestro, e che disse del suo The White People (1904) essere «il miglior racconto del soprannaturale di tutti i tempi»), che al suo Piccolo Popolo - come anche all'universo degli Dei di Pegãna di lord Dunsany - si ispirerà per la creazione del suo famoso ciclo dei Cthulhu Mythos.
Machen va soprattutto ricordato per essere stato il primo scrittore ad aver dedicato un ciclo narrativo a delle antiche divinità, e ad averne proclamato il ritorno tra gli uomini. Per Machen il mondo non è altro che un'illusione, il pallido riflesso di una realtà più grande e sconosciuta che brulica di «cose che [l'autore] nemmeno osa sussurrare nella notte più oscura e nella più totale solitudine». E' la realtà degli esseri notturni e furtivi, un universo profondamente mistico e pagano, che egli descrive nel suo Piccolo Popolo.
Si racconta che Arthur Conan Doyle avesse ricevuto da leggere da un amico, una sera, alcuni racconti di Machen. Doyle quella notte non riuscì a dormire. «Il vostro amico Machen è proprio un genio» affermò poi, «ma prima di portarmelo a letto di nuovo ci penserò due volte». Machen non utilizzava la paura come fine a sé stessa: il suo intendimento era infatti quello di evocare la bellezza dell'orrore e del mistero, di guidare il lettore nelle desolate - ma affascinanti - terre del vizio e del male, nel febbrile tentativo di prepararlo al terrore che lo attende oltre la soglia.

Contesto

L'Inghilterra nel primo Novecento

 


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