Otokar Brezina

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Otokar Brezina


Si chiamava Václav Jebavy, nacque a Pocátky [Ceské Budêjovice] nel 1868, si dedicò all'insegnamento e visse in provincia, in un volontario isolamento che non gli impedì di prendere decisa posi zione nella polemica tra conservatori e modernisti, caratteristi ca della cultura ceca a cavallo tra i due secoli. Morì a Jarome rice [Brno] nel 1929. Brezina fu il massimo rappresentante del gruppo di letterati di tendenza simbolista, animati dalla volontà di rinnovare la poesia boema e dall'ammirazione per poeti come Baudelaire, Ver haeren e Whitman, che si riunirono attorno alla rivista ĞModerni revueğ e nel 1895 stesero il manifesto del modernismo ceco. Tra le sue raccolte liriche si ricordano: Misteriose lontananze (1895), Albori a occidente (1896), Venti dai poli (1897), I costruttori del tempio (1899), Mani (1901). L'opera di Brezina è caratterizzata da una altissima tensione metafisica. Gli stimoli della filosofia idealista tedesca si uniscono in lui alle suggestioni delle scienze occulte, di cui Brezina era appassionato studioso. La sua arte ha un posto chiave nell'evoluzione della lirica ceca moderna. A lui si debbono la prima organica applicazione del verso libero, e una ricerca delle potenzialità della parola poetica che avvicina la sua lirica a quella dei maggiori simbolisti europei.



[1997]


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