Rabindranath
Thakur
Rabindranath Thakur
Conosciuto
anche con il nome anglicizzato di Tagore, nacque a Calcutta nel
1861. Di famiglia nobile, illustre anche per tradi zioni culturali
e spirituali, nel 1877 fu inviato a studiare di ritto in Inghilterra
dove rimase tre anni e ebbe i primi contatti con la cultura occidentale.
Nel 1901 creò a Santiniketan (= asilo di pace) presso Bolpur,
a 100 chilometri da Calcutta, una scuola dove attuare concretamente
i propri ideali pedagogici: gli alunni vivevano liberamente, a
immediato contatto con la natura, e le lezioni consistevano in
conversazioni all'aperto, secondo l'uso dell'antica India. Lo
stesso Thakur vi tenne conferenze di natura filosofica-religiosa.
La scuola si fondava sugli antichi ideali dello Ashram (Santuario
della foresta), affinché, come diceva, «gli uomini possano
riunirsi per il supremo fine della vita, nel la pace della natura,
dove la vita non sia solo meditativa, ma anche attiva». Sono idee
che maturerà nel tempo e che diffonderà anche in
europa e nel mondo occidentale attraverso giri di confe renze.
Molto dura per lui fu la perdita della moglie, e di due figli,
tra il 1902 e il 1907: nel 1902 la moglie, nel 1904 la figlia,
nel 1905 il padre, nel 1907 il figlio minore. La fama di Thakur,
grandissima in India, cominciò a diffondersi anche in europa
an che grazie alle traduzioni fatte da lui stesso delle proprie
li riche, ciò che attirò l'attenzione tra l'al-
tro di William B. Yeats e di Ezra Pound. Nel 1913 ebbe il nobel
per la letteratura. Morì a Calcutta nel 1941.
Thakur raccolse il frutto della sua giovanile esperienza in europa
nelle Lettere di un viaggiatore in europa (1881). Diede i primi
saggi delle sue doti nel dramma musicale Il genio di Valmiki (1882)
e nelle liriche Canti della sera e Canti del mattino (1882-83).
Negli anni successivi compose drammi, tra cui Il re e la regina
(1889), Sacrificio (1891), e Citrangada (1892) considerato tra
le cose sue migliori. Raccolte poetiche sono Manasi (1890), e
Il battello d'oro (1893). Scrisse anche un nuovo diario di viaggio
e numerosi racconti. Dopo la perdita della moglie e dei figli
scrisse il poemetto La luna crescente (1903-1904), il romanzo
Gora (1907-1910), i drammi Il re della camera oscura (1910) e
L'ufficio postale (1912). E le raccolte di liriche Offerta di
canti. Gitanjali (1913), e Il giardiniere (1913). Il "Gitanjali"
fu la prima rac colta di poesie tradotta in inglese nel 1912 e
curata direttamente da Yeats. Si tratta di 103 canti di offerta,
composti tra il 1907 e il 1910. Di fronte al dolore e alla sofferenza
anche per sonali, Takhur riesce a scuotersi nella poesia che ha
la forza della fede religiosa: «tu mi hai fatto eterno, a tuo
piacere. Questo fragile vaso continui a svuotare e a riempire
di vita sempre fresca». Nel 1913 raccolse una scelta delle conferenze
tenute nella sua scuola di Santiniketan con il titolo Sadhana.
La realizzazione della vita . E scrisse l'autobiografia, Ricordi
della mia vita (1912). Dopo la consacrazione mondiale con il nobel
vennero il romanzo La casa e il mondo (1915-1916), la raccolta
di poesia Balaka (1916), il dramma Oleandri rossi (1924) e molte
altre opere, tra cui saggi di argomento pedagogico e politico.
Il pensiero religioso-filosofico che sta alla base di tutta l'opera
di Thakur è espresso organicamente soprattutto in "Sadha
na". Esso si fonda su un panteismo mistico che ha le sue radici
nelle "Upanisad", anche se è aperto ad altre tradizioni
cultura li. Partendo dalla contemplazione della natura, Thakur
vede in ogni sua manifestazione l'immanenza di Dio e quindi l'identità
tra l'assoluto e il particolare, tra l'essenza di ogni uomo e
quella dell'universo. Questa armonia cosmica viene riprodotta
da Thakur nella propria lirica, che è prima di tutto perfetta
e sot tile musicalità e, nella sua fase più matura
("Gitanjali"), canto di lode di Dio, gioioso ritrovamento dell'assoluto
attraverso la strada invisibile dell'intuizione.
Musicalità, armonia tra gli elementi naturali, sintonia
tra individui e creato disegnano un equilibrio che sfiora la perfe
zione e quando non la raggiunge esprime la sofferenza del distacco,
l'amarezza della lontananza, il dolore della vita per aver negato
all'individuo una occasione di felicità. L'essere felici
coincide con l'essere più uomini, ovvero consapevoli della
pro pria ricchezza inesauribile, un tesoro che prota il nome di
infi nito nell'uomo personale. E' questo il segreto in grado di
rende re «immortali le proprie azioni e di far proprio il mondo
intero». L'invito a cercare il significato dell'esistenza nella
riconciliazione con l'universale e con l'essere supremo percorre
tutta la filosofia indiana, e Thakur ne è stato uno dei
maggiori maestri nel XX secolo. Al centro sempre il tema della
riflessione sulla vita perché questa è il sentiero
da percorrere, lungo il quale «ascoltare le infinite storie lì
imprigionate da tempo immemorabile» ("Lipika"). La vita è
luogo del conflitto tra ciò che si desidera e ciò
che si dovrebbe desiderare e niente cambia se non si attua una
seconda nascita che introduca un fine a tutto, e renda l'agire
una espressione della morale. Takhur esorta a vivere intensamente
e in modo personale perché «la verità sta nella
nostra personalità e solo là è reale e non
astratta». Una personalità che si presenta infinita perché
è chiamata a lavorare senza sosta per stabilire relazioni
perfette e personali con il mondo il cui movimento offre il significato
di piccole cose. Se nascerà la gioia nel dare noi stessi,
allora si avrà la prova tangibile di avere conquistato
la conoscenza dell'infinito e di poter esprimere l'eterno in noi.
Una vita come tensione all'unità, creazione perpetua, cammino
verso un significato che permette di guardare negli occhi il dolore
e la morte e non rimanerne catturati. Altre sono le maglie nelle
quali lasciarsi impigliare: «Hai fatto prigioniero il mio cuore
nelle infinite reti del tuo canto, o mio Signore» ("Gitanjali").
Thakur usò sempre la lingua bengali, che seppe adattare
alle sue multiforme esigenze, da quelle della poesia a quelle
della narrativa e della saggistica, imprimendole una nuova e decisa
modernità di espressione.
Le motivazioni del premio nobel: "because of his profoundly
sensitive, fresh and beautiful verse, by which, with consummate
skill, he has made his poetic thought, expressed in his own English
words, a part of the literature of the West".
Bibliografia: Rabindranath Thakur
Lettere di un viaggiatore in Europa (1881)
Il genio di Valmiki (dramma musicale, 1882)
Canti della sera (1882)
Canti del mattino (1883)
Il re e la regina (dramma, 1889)
Manasi (1890)
Sacrificio (dramma, 1891)
Citrangada (dramma, 1892)
Il battello d'oro (1893)
La luna crescente (1903-1904)
Gora (1907-1910)
Il re della camera oscura (dramma, 1919)
L'ufficio postale (dramma, 1912)
Ricordi della mia vita (1912)
Sadhana : la realizzazione della vita (1913)
Offerta di canti : Gitanjali (1913)
Il giardiniere (1913)
La casa e il mondo (1915-1916)
Balaka (1916)
Oleandri rossi (dramma, 1924)
Paesi extraeuropei 1890-1917
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