Isadora Duncan

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Isadora Duncan

Isadora Duncan rappresenta una delle madri della danza moderna americana ma grazie agli scritti che ci ha lasciato, si rivela donna di scrittura, intellettuale vera, donna libera e violentemente anticonvenzionale, ma anche madre tenera ed amante appassionata.
Nasce il 27 maggio del 1877 a San Francisco da madre irlandese e padre scozzese, visse una vita avventurosa e tragica.

Costretta da gravi ristrettezze economiche, abbandonata dal marito, la madre da lezioni di pianoforte, educando i figli alla più completa libertà ed indipendenza. Isadora cresce in un ambiente familiare impregnato di acuta sensibilità artistica, influenzato dalle teorie di Delsarte, ricevette un' educazione improntata all'amore per la natura e per la libertà, tipico dello spirito di frontiera americano.

Decisa a calcare il palcoscenico, rifiuta l'estetica del balletto accademico e dedica la sua vita ad elaborare una nuova, personale forma di danza classica, dove il termine classica è da intendere come ellenica, ispirata cioè all'antica Grecia. La danza di Isadora esprime i sentimenti più intimi dell'animo in modo istintivo ed autentico. La danza per Isadora deve esprimere uno stato naturale dell'uomo, tendere verso la liberazione spirituale e corporea: l'eleuteron greco. La sua riforma fu drastica e completa: via il tutù, le scarpette di raso, la calzamaglia, tutto è finalizzato alla maggiore naturalezza e libertà del corpo, dei movimenti.

La danza era ora a piedi nudi, con semplici tuniche di velo drappeggiato. Niente più elementi costrittivi ma il corpo vibra nell'aria come le onde del mare si increspano nel vento. In opposizione perciò alla danza tradizionale giudicata da lei oppressiva della fisiologia, crea la "danza naturale" basata su pochi movimenti naturali, caratterizzata da gesti di trasparente simbolismo, ispirata ai bassorilievi ed alle pitture vascolari del British Museum.

Nel 1884, assecondata dalla sorella maggiore e dalla madre, che accompagna le lezioni al pianoforte con musiche di Beethoven, Mozart e Schumann, le due sorelle ben presto acquistano popolarità ed ottengono i primi guadagni insegnando nelle migliori case della città.

Grazie ad un intervento del padre che in un momento di temporanea fortuna decide di risollevare le sorti della famiglia facendole dono di un podere ed una casa, le ragazze e i fratelli, Raymond ed Augustin, creano un teatrino in cui mettono in scena uno spettacolo che porteranno in tournée per tutta le città della costa. Ma nel 1895, Isadora in cerca di successo, decide di partire per Chicago con la madre. Vive giorni assai duri e per mantenersi, danza in locali d'ogni genere. Entra nella compagnia di Augustin Daly a New York, con la quale compie una tournèe di un anno. Presto viene raggiunta dalla famiglia, ma poco dopo Isadora lascerà Daly per riprendendere l'insegnamento; si dedica allo studio dei tragici greci e di Platone, compone coreografie sulle musiche di Ethelbert Nevin (Narciso, Ofelia, Le ninfe delle acque) che l'accompagna al pianoforte. Nel 1898 a causa di un 'incendio nell'albergo Windsor la famiglia Duncan, che soggiornava lì, perde tutti i suoi averi, Isadora allora convince i fratelli e la madre a partire per Londra. Dopo un periodo di totale miseria, grazie al mecenatismo della ricca signora Campbell, riesce ad inserirsi nei circoli mondani ed intellettuali. A Londra Isadora trascorre intere giornate al British Museum nella contemplazione delle antiche opere di arte greca. Studia i miti greci, le posizioni e i movimenti delle figure dipinte e scolpite, si interessa all'influsso dell'arte greca sulla musica, la pittura, la danza.

Incontra Ellen Terry, la grande attrice che, da questo momento in poi, incarnerà il suo ideale artistico e femminile. Nel 1900 decide di trasferirsi a Parigi, passa molto tempo al Louvre; conosce A. Bourdelle, A. Rodin e la sua opera; prende corpo in lei l'utopia di un'umanità danzante libera dai condizionamenti sociali, l'idea della danza come spontanea oggettivazione dei sentimenti interiori in movimenti che si susseguono generandosi l'uno dall'altro come le onde del mare.
Si trasferisce nel 1903 a Budapest dove si esibisce trionfalmente per trenta sere. In Ungheria incontra il suo primo amore, l'attore Oskàr Beregi, ma il loro rapporto ha presto fine. Si immerge nello studio di Kant e di Schopenauer; in quegli anni durante un breve viaggio in Italia rimane profondamente colpita dalla "Primavera" di Botticelli. Nel 1904 parte col fratello per un lungo viaggio in Grecia e lì fonda la sua prima scuola. Al suo rientro a Berlino porterà con se i suoi allievi. Nasce in questi anni la sua passione per Nietzsche.

Al 1905 risale il primo viaggio in Russia. A Pietroburgo assiste al funerale delle rivolta operaia e decide di consacrare la propria arte al servizio degli oppressi. Danza con successo a Mosca, Kiev, Pietroburgo al ritmo delle "Polacche" di Chopin. La convinzione profonda che la grande scuola imperiale di balletto si fondi sulla negazione di ogni spontaneità non ostacola il rapporto di ammirazione tra lei e le maggiori esponenti della trazione classica russa come Pavlova. A Mosca rimane affascinata da Stanislavskij e dal suo teatro. Di ritorno a Berlino incontra lo scenografo Gordon Craig , figlio del suo idolo Ellen Terry, Isadora vede nella sua arte la realizzazione ideale delle proprie idee teatrali, inizia con lui una relazione tenendo comunque fede al suo proposito di non sposarsi per matenere la propria indipendenza, dalla relazione nacque la primogenita Deirdre Nel 1906 parte per una tournèe in Danimarca. Trascorre l'Estate a Nordwyck in attesa che nasca la figlia. Incontra per la prima volta Eleonora Duse con la quale si trasferirà a Firenze.
Nel 1909 incontra a Parigi l'industriale Paris Singer, dal quale ebbe il suo secondo figlio Patrick, e grazie al cui sostegno finanziario poté fondare una scuola; qualche anno dopo sempre a Parigi incontrerà Gabriele D'annunzio. Nel 1913 di rientro da una tournée dalla Russia, l'auto con in suoi due bambini precipita nella Senna, perderà i suoi due figli, tuttavia ritrovò la forza di ritornare alla danza; dopo due anni si trasferisce e New York, decisa a scuotere gli americani dalla loro indifferenze per le sorti della guerra danza al Metropolitan la Marsigliese avvolta da uno scille rosso. Danza a Cuba e in giro per gli Stati Uniti dove si trovava all'annuncio della rivoluzione sovietica. Nel 1921, dietro invito di Lenin si reca a Mosca dove riceve dal governo sovietico l'incarico di impiantarvi una scuola. Infiammata dalla passione rivoluzionaria, convita di poter realizzare qui la danza del futuro per una umanità nuova, danza per le masse insegna ai figli dei lavoratori. Nel 1922 sposa il poeta Sergej Esènin, il matrimonio dura poco. Al termine di una tournèe in europa i due si separano. Dopo tre anni di lavoro la Duncan interrompe l'attività della scuola poiché il regime le nega ulteriori sovvenzioni, riparte per Parigi. Nel 1927 danza al Mogador l'Ave Maria di Schubert.

Il 14 settembre 1927 muore a Nizza strangolata da una sciarpa che portava al colla impigliata nelle ruote della sua Bugatti, morte drammaticamente scenica, ultimo atto di una vita in prima fila vissuta "senza limiti".

Verrà pubblicato postumo il suo libro autobiografico "La mia vita". In esso Isadora racconta se stessa, le sue passioni, i legami creativi con gli ambienti intellettuali europei, i suoi amori: E. Craig, P. Singer, la sua amicizia con Rodin, D'annunzio ed Eleonora Duse, rapporti che si snodano, miracolosamente in bilico tra realtà e leggenda, sulla fitta trama di una vita vissuta in un continuo viaggiare, sino all'avventura nella Russia rivoluzionaria ed al suo ultimo, lacerante amore per il poeta Sergej Esenin.

Bibliografia:
Lettere dalla danza (1928)
La mia vita (1928)

(scheda a cura di Luisa Nieddu)
 


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