Madame de Sévigné

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Madame de Sévigné

Marie de Rabutin-Chantal marchesa di Sévigné nacque a Paris nel 1626 (morì a Grignan [Drôme] nel 1696). Discendente in linea paterna da un casato di antica nobiltà, imparentata per parte di madre con una ricca famiglia borghese, ricevette una raffinata educazione umanistica da maestri come Ménage e Chapelain. Nel 1644, diciottenne, sposò un anziano gentiluomo bretone, Henri de Sévigné . Rimase presto vedova dopo aver avuto due figli, Charles e Marguerite-Franç oise. Un affetto esclusivo, morboso, la legò soprattutto a Marguerite, una giovinetta molto dotata per bellezza e intelligenza. Quando nel 1671 Marguerite-Françoise si trasferì in Provenza con il marito, il conte di Grignan, ebbe inizio tra madre e figlia un fitto scambio epistolare che durò circa 25 anni, e che costituisce il nucleo principale delle Lettere (Lettres) per le quali madame de Sé vigné occupa un posto di rilievo nella storia della letteratura francese.
Il suo stile è semplice e spontaneo, libero da ogni costrizione di genere. Ha una carica di allegra vitalità che prevale sulla malinconia della lontananza. Dà un quadro vivace della sua vita intensa e brillante, divisa tra il privato e il mondano. Presenta con tratti incisivi i personaggi più famosi del tempo, da Luigi XIV a Corneille a Racine. Evoca con gusto pittoresco gli ambienti a lei familiari, non risparmia giudizi pungenti sulla società aristocratica di cui fa parte. Ha toni lirici quando esprime il suo sincero amore per la natura. Sa trovare l'accento giusto, pacato e confidenziale, per parlare delle amicizie più care o dei libri prediletti, delle minute occupazioni domestiche, dei turbamenti improvvisi.
Dopo una parziale pubblicazione nel 1696 e me 1697, il corpus si è andato a ingrossare nelle edizioni successive, fino a comprendere un totale di 1115 lettere. La maggior parte (798) sono indirizzate alla figlia, le altre a vari corrispondenti, tra cui il cugino R. Bussy de Rabutin, Madame de La Fayette, il cardinale de Retz , il ministro Fouquet.

© Antenati, 1995-6
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