Goldoni al teatro San Luca

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Goldoni al teatro San Luca


Nel 1753, a causa di contrasti, si separò da Girolamo Medelbach, e negli ultimi mesi di quest'anno passò al teatro San Luca di Antonio Vendramin. I rinnovati assalti polemici di Pietro Chiari lo spinsero a scrivere commedie letterarie, drammi per mu sica, drammi romanzeschi d'ambiente esotico (come: La sposa per siana , La bella selvaggia ). Tutta roba a lui poco congeniale. Si aprì in questo periodo a interessi per i modelli della cul tura borghese europea ( Il filoso inglese , Il medico olandese ). Le cose migliori però sono le commedie corali in dialetto. Do po Le massere (1755) è Il campiello (1756), con cui Goldoni ri scopre la ricchezza espressiva del mondo popolare. "Il campiello" è in cinque atti in versi e in dialetto veneziano. La scena è in una piazzetta ("campiello"), un giorno di carnevale. Pasqua, un po' sorda, ha fretta di maritare la figlia Gnese, per potersi ri sposare; la vecchia Catte, per la stessa ragione, vorrebbe che sua figlia Lucietta sposasse presto il merciaio Anzoletto; Orsola la frittolera cerca moglie per il suo Zorzetto. Un cavaliere na poletano di passaggio fa la corte alla graziosa e affettatissima Gasparina, nipote del benestante Fabrizio. A sera le baruffe, le chiacchiere, i giochi si calmano e tutto è sistemato: Gnese sposa Zorzetto, Anzoletto ha dato l'anello a Lucietta, il cavaliere ha ottenuto mano e dote di Gasparina. Dopo sono Gli innamorati (1758) perfetta fusione di gioco scenico e studio dei personaggi. In questa commedia in tre atti in prosa protagonisti sono Eugenia e Fulgenzio, due innamorati che però bisticciano sempre perché lei vorrebbe per sé ogni pensiero e gesto dell'amato. Fonte di gelosia è Clorinda, cognata di Fulgenzio, che il fratello partendo gli ha affidato. Eugenia si fi danza per dispetto con il conte Roberto. Quando Fulgenzio ignaro viene a dirle che il fratello è tornato liberandolo degli impegni con la cognata, si dispera. Flaminia restituisce serenità ai due raccontando al conte le ripicche di Eugenia e convincendolo a ri nunciare alle nozze. Grande affresco sociale compongono I rusteghi (1760), La casa nuova (La casa nova, 1760), la trilogia della "Villeggiatura" ( Le smanie per la villeggiatura , Le avventure della villeggiatura , Il ritorno dalla villeggiatura , 1761), Signor Todero brontolone (Sior Todero brontolon, 1762), Le baruffe chiozzotte (1762). "I rusteghi" è una commedia in prosa in tre atti, in venezia no. Rusteghi sono Lunardo, Cancian, Simon, Maurizio: dei morali sti, ma gretti e misoneisti. Le loro donne si ribellano quando Lunardo combina il matrimonio di Lucietta (figlia di primo letto) con Felippetto (figlio di Maurizio) senza informarne prima né gli sposi né la moglie Margarita. Felice (moglie di Cancian) e Marina (moglie di Simon) aiutano Margarita a far incontrare prima delle nozze i due ragazzi, per potersi almeno conoscere. Scoperta la cosa i due padri si infuriano, ma li calma Felice dimostrando as- surde le loro pretese. "Le smanie per la villeggiatura" è la prima commedia della trilogia, che ha per argomento una delle "manìe" del secolo. Filippo con la figlia Giacinta, e Leonardo con la sorella Vittoria si preparano a partire per la villeggiatura. Innamorato di Gia- cinta, Leonardo spera di viaggiare nella sua carrozza. Ma Filippo ha già invitato Guglielmo, un altro spasimante della ragazza. Ge losie e ripicche sono sul punto di compromettere la vacanza, ma il vecchio Fulgenzio appiana i contrasti e Leonardo si fidanza con Giacinta. La vicenda si complica nelle successive commedie (tutte di tre atti). Giacinta scopre di amare Guglielmo. La sua storia si intreccia con quella comica della vecchia zia Sabina incapricciatasi di Ferdinando, un pettegolo scroccone. Intanto Leonardo va in rovina per debiti, la ragazza impietosita decide di salvarlo sposandolo e portandogli la dote: partiranno insieme per Genova, mentre Guglielmo si consola con l'affetto di Vittoria. Nel "Signor Todero brontolone", tre atti in prosa, Pellegrino e Marcolina vorrebbero maritare la figlia Zanetta con Meneghetto, ma non sanno come convincere il padre di Pellegrino, il vecchio e avaro Todero, che in famiglia si comporta come un dèspota. Todero per risparmiare sulla dote vorrebbe che Zanetta sposasse Nicolet to, figlio del suo fattore Desiderio. Marcolina fa sposare a Nicoletto la propria cameriera Cecilia, che egli ama. Meneghetto rinuncia alla dote, per cui Todero non ha più nulla da ridire sul matrimonio della nipote. Nel "Le baruffe chiozzotte" Goldoni usa il dialetto veneziano e chioggioto. La scena è a Chioggia, i protagonisti sono dei pe scatori con le loro famiglie. Lucietta, Checca, Orsetta bistic ciano perché Toffolo Marmottina ha corteggiato Lucietta, fidanzata di Titta Nane, per far ingelosire la scorbutica Checca. Al ri torno degli uomini dalla pesca, qualche parola delle donne è cau sa della rottura tra Lucietta e Titta Nane, e di una baruffa tra Toffolo e Beppo (fidanzato di Orsetta). Finiscono tutti in tribu nale. Isidoro, coadiutore del cancelliere, riconcilia Lucietta e Titta Nane, Beppo e Orsetta, dà la dote a Checca che sposa Toffo lo. Libera e Pasqua, con i mariti Paron Toni e Paron Fortunato, e Paron Vicenzo sono i personaggi anziani della commedia. Goldoni in questo gruppo di commedie raggiunge uno stato di grazia, di fusione tra "carattere" e "ambiente": i caratteri si sviluppano, agiscono e reagiscono in rapporto con la situazione ambientale, che a sua volta si realizza nell'incontro e scontro dei caratteri, non ha nulla di pittoresco. Bersagliato da nuove polemiche, questa volta accese da Carlo Gozzi , Goldoni nel 1762 accetta l'invito rivoltogli dalla 'Comédie italienne' di trasferirsi a Paris. Dà il suo addio al pubblico veneziano con Una delle ultime sere di carnevale (Una delle ultime sere di carnovale, 1762).



[1997]


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