Jean-Baptiste Le Rond d'Alembert
Jean-Baptiste Le Rond d'Alembert
Jean-Baptiste Le Rond d'Alembert era nato a Paris il 16 novembre
1717. Era un trovatello: figlio forse di madame Claudine-Alexandrine
de Tencin e del tenente generale di artiglieria Louis Camus Destouches.
Prese parte del nome dalla cappella di Saint-jean-Le-Rond, l'antico
battistero della cattedrale di Nôtre Dame che sarà demolito
nel 1748, sulle cui scale era stato esposto. Fu allevato da un
vetraio che gli fece studiare matematica e diritto con una pensione
assicuratagli dal padre. Potè entrare con la qualifica
di "gentilhomme" nel celebre Collége des Quatre
Nations, fondato dal cardinale Mazzarino. Nel 1735, a 18 anni,
ricevette il baccellierato presso la Faculté des arts.
Nel 1741 a soli 24 anni entrò nell'Accademia delle Scienze,
nel 1754 fu eletto membro dell'Académie Française di cui
fu segretario perpetuo dal 1772: la nomina, oltre che un successo
personale di Madame du Deffand (che 'proteggeva' D'Alembert, cioè
l'aveva raccomandato) fu una tappa importante per il diffondersi
dell'illuminismo. D'Alembert frequentò i salotti letterari
Parisni, in particolare quello di Julie de Lespinasse, a cui
restò legato tutta la vita. Era un tipo elegante e dotato
di spirito. Un celebre autore suo contemporaneo, Marmontel, così
lo descrive nelle sue "Memorie" (Mémoires de
un père pour servir a l'instruction de ses enfants): «In
quella società la persona più gaia, più vivace e divertente
era D'Alembert. Dopo aver trascorso la mattinata a occuparsi d'algebra
e a risolvere problemi di dinamica o d'astronomia, usciva dalla
sua bottega di vetraio come uno scolaretto che scappa dal collegio,
voglioso solo di stare lieto [...]. La fonte di quella tanto spontanea
letizia era l'anima pura e libera dalle passioni, soddisfatta
di sé, capace ogni giorno di rallegrarsi di una nuova verità
che giungeva come coronamento e ricompensa del suo lavoro: privilegio
esclusivo delle scienze esatte, e che nessun altro genere di studio
può raggiungere pienamente». D'Alembert fu in costante
rapporto con Friedrich II di Prussia e con Caterina II di Russia,
che gli offrirono inutilmente impieghi nelle loro corti. Morì
a Paris il 29 ottobre 1783. D'Alembert diresse l'Encyclopédie
fino al 1758, insieme a Diderot, scrivendo vari articoli di argomento
scientifico, oltre al "Discorso preliminare" di cui
si è detto; con l'articolo su "Ginevra" aprì
un'aspra polemica con Rousseau. Fu grazie soprattutto al suo intervento
che l'Encyclopédie, bloccata dal Consiglio di Stato al
secondo volume, potè continuare a uscire. Per il resto
d'Alembert fu autore di saggi di matematica e di fisica, tra cui
fondamentale per la cultura del tempo fu il "Trattato sulla
dinamica" (Trité de dynamique, 1754). Si occupò
anche di filosofia, storia, musica. In campo letterario scrisse
dei saggi raccolti nella "Miscellanea di letteratura, storia
e filosofia" (Mélanges de littérature d'Histoire
et de philosophie, 1753-1783), e scrisse gli "Elogi"
di Bossuet, Marivaux, Fontenelle, Montesquieu. Fu in stretta corrispondenza
con Voltaire. Al 1760 risale il "Ritratto dell'autore da
lui medesimo scritto", di carattere autobiografico.
[1997]
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