Fëdor M. Dostoevskij: produzione letteraria

Antenati Storia della letteratura europea - Torna in homepage


Fëdor M. Dostoevskij: produzione letteraria


Dostoevskij esordì in letteratura con il romanzo breve Povera gente (1846), che ottenne l'appoggio del potente critico Belinskij e di Nekrasov. Il romanzo mostra già l'attenzione pietosa di Dostoevskij per la sofferenza dell'uomo degradato socialmente e incompreso nella sua bontà. Steso in forma epistolare, ha due so li protagonisti: l'anziano impiegato Makar Devuskin e la sua lon tana parente, la giovane Varen'ka. Essi abitano l'uno di fronte all'altro, ma non osano incontrarsi per paura dei pettegolezzi, e per questo si scrivono. Poveri e infelici, si raccontano i loro problemi quotidiani. Varen'ka con la sua triste infanzia, il suo amore per lo studente Prokrovskij morto di tisi. Gli manda libri. Da varie allusioni si comprende che Varen'ka nel passato è stata sedotta da un certo Bykov. Devuskin pieno di debiti si mette a bere, riprende coraggio quando uno dei suoi capi gli regala una somma sufficiente per trarlo d'impaccio. Ma intanto Varen'ka ha accettato di sposare Bykov, sperando così di poter aiutare il vecchio amico. Le sue ultime lettere sono solo febbrili richieste di commissioni per il corredo, che l'amico segue come in sogno trovando il coraggio di esprimerle la sua disperazione solo quando Varen'ka sta per partire.
Nello stesso anno uscì il secondo romanzo, Il sosia (1846) uscito poi in edizione definitiva nel 1865-1866, storia di uno sdoppiamento psichico a causa del quale il protagonista viene progressivamente travolto nell'incubo di un altro sé stesso. Protagonista è Ivan Petrovic Goljadkin, impiegato statale oppresso dalla solitudine e dal senso della propria mediocrità. Scivolando lentamente nella follia, tenta disperatamente di costruire una immagine di sé stesso che stupisca i suoi conoscenti: un sé stes so sicuro, ricco, intrigante. Vagamente conscio del suo stato mentale, ha consultato senza risultato il medico Rutenspitz. In namorato di Klara Olsufjevna figlia di un superiore, un giorno si presenta non invitato a un ballo a casa di lei, ma non viene ri cevuto. Da quel momento Goljadkin comincia a vedere, palpabile e reale, il suo sosia, un maligno e ipocrita doppione di sé stesso, che trama contro di lui e con il quale ha deliranti colloqui. At tirato con un tranello in casa di Klara, colleghi e superiori lo consegnano a Rutenspitz perché lo porti in manicomio.
Seguirono altri racconti, che non ebbero la stessa fortuna. Tra essi Le notti bianche (1848), che reca come sottotitolo «romanzo sentimentale», storia gentile e patetica di un sogno vissuto a occhi aperti, l'innamoramento di un giovane sognatore di una una fanciulla incontrata per caso, sullo sfondo di una Pietroburgo romantica. Racconto sentimentale ma anche allucinato.
Al ritorno dall'esilio pubblica due altri romanzi: Il villaggio di Stepancikovo, e Il sogno dello zio. Sono opere in cui intreccia umorismo grottesco e critica di costume. Rievoca il periodo trascorso ai lavori forzati nelle Memorie da una casa di morti (1861-1862), testo di estrema intensità.
Nel 1862 pubblica il romanzo Umiliati e offesi, sofferta indagine sulle virtualità dell'anima umana, così spesso soffocate o tradite. Narratore è Ivan Petrovic, detto Vanja, un giovane scrittore in cui Dostoevskij raffigura sé stesso esordiente. Orfano, è stato allevato in provincia dagli Ichmenev insieme alla loro figlia Natascia. Mentre Vanja studia a Pietroburgo, Alioscia figlio del principe Valkorskij di cui Ichmenev è amministratore, frequenta assiduamente la bella Natascia. Per separarli, il prin cipe Valkorskij non esita a rovinare Ichmenev, che è costretto a trasferirsi in città. Vanja si fidanza con Natascia, ma ricompare inatteso Alioscia: per lui, seducente quanto ignaro di scrupoli, Natascia abbandona fidanzato e famiglia. Alioscia la lascia ben presto, accettando la fidanzata propostagli dal padre, la bella ricca e intelligente Katja. In circostanze romanzesche, Vanja ha accolto in casa sua una orfanella, Nelly. Più tardi si scopre che Nelly è figlia di Valkorskij, il quale ne ha sedotta e poi abban donata la madre. Nelly, epilettica, muore dopo aver fatto ricon ciliare con la sua ardente bontà Ichmenev con la tradita Natascia.
Nel 1865 stampò Memorie del sottosuolo, storia della fallita redenzione di una prostituta, tormentosa disamina dell'inconscio e dell'insufficienza dell'intelletto a giustificare sé stessi e il prossimo, e a comprenderli. Il romanzo è scritto in prima persona: è un lungo monologo diviso in due parti. Nella prima parte, "Il sottosuolo", il protagonista rivolgendosi a un ipotetico interlocutore, parla di sé stesso, della propria educazione, della formazione del proprio carattere, del complesso di qualità e di fetti da lui definito «sottosuolo», che costituiscono la persona lità nascosta a tutti, affiorante solo dopo una dettagliata analisi. Nella seconda parte, "A proposito della neve fradicia", il narratore ripercorre alcuni episodi della sua vita, dove con più evidenza gli si è manifestato il «sottosuolo». La solitudine e la malinconia lo spingono a seguire, non desiderato e non invitato, alcuni compagni di studi a una cena. Umiliato dal loro atteggia mento, oltreggiato pubblicamente, vendica l'offesa subita su Liza, una puttana incontrata in un bordello. Le fa un quadro del destino degradante e spaventoso che l'attende, tra debiti malat tie e percosse. Dopo qualche giorno Liza ricompare con la nostal gia di una vita pura. Accolta con volgarità e violenza, rimane lo stesso, convinta della sofferenza profonda dell'uomo che la mal tratta. Egli la caccia, mettendole in mano per umiliarla un bi glietto da cinque rubli. Liza fugge: solo dopo la sua scomparsa il narratore scopre il biglietto sul tavolo, testimonianza della sua meschinità e della profonda dignità di Liza.
Nel 1866 apparve Delitto e castigo, che si chiude con il pen timento e l'espiazione del protagonista, accortosi della disuma nità della propria astratta morale di «individuo superiore». Siamo a Pietroburgo, e lo studente Raskolnikov cerca una via d'usci ta dalla miseria, anche per aiutare la madre e la sorella Dunja che vivono poveramente in provincia e lo mantengono mandandogli quello che Dunja guadagna come istitutrice presso la famiglia Svidrigajlov. Raskolnikov è dominato dall'idea della libertà cui ha diritto l'uomo superiore. Non esita a uccidere, dopo aver pro gettato minuziosamente il delitto, una vecchia usuraia e la sua mite sorella Elisavjeta per derubarle. Un concorso di circostanze svia le indagini, ma dal giorno del delitto Raskolnikov diventa l'implacabile giudice di sé stesso. Raskolnikov è combattuto tra il ricordo dell'uccisione e il timore ossessivo di venire scoper to. E' assalito da accessi di delirio. Il suo ignaro amico Razu- michin, onesto e ottimista, cerca invano di dargli sollievo. Nell'ansia di avere notizie sulle indagini, ma anche per provare la sua superiorità, Raskolnikov gioca d'astuzia con la polizia sfidandola. Il giudice Porfirij finisce per sospettare la sua colpevolezza ma lo lascia andare libero, ben calcolando che fini rà lui stesso per consegnarsi nelle sue mani. Nei suoi vagabon daggi Raskolnikov incontra molti relitti umani, come lui tesi a uscire dalla loro degradazione. L'impiegato ubriacone Marmeladov, la tisica Katerina Ivanovna sua moglie che, per fame, ha spinto la figliastra Sonja alla prostituzione, Sonja stessa la cui dol cezza di vittima finirà per dominare Raskolnikov. Ma da loro, per cui prova amore e pietà, lo separa l'atto commesso. Sonja, ricevendo la confessione di Raskolnikov, gli indica il valore della vita umana secondo il Cristo. Lo spinge, anche se ribelle in cuor suo, a costituirsi. Solo in Siberia, accanto a Sonja che lo ha seguito, Raskolnikov si libera dal senso di sconfitta che gli grava addosso. Attorno a Raskolnikov è nel romanzo tutto un mondo di diseredati e peccatori: sua sorella Dunja che per aiutare la famiglia è disposta a sposare il danaroso e abietto Luzin. Svidrigajlov che perseguita Dunja e, dopo aver appreso la confessio ne di Raskolnikov, tenta di ricattare la ragazza: respinto, si uccide. Tra tutti questi peccatori, l'unico veramente sordito e meschino è Luzin, che cerca di far accusare falsamente Sonja di furto per mettere in cattiva luce lei e Raskolnikov di fronte al la madre e a Dunja.
Nell'ottobre 1866 riuscì a finire di dettare in poco tempo il romanzo breve Il giocatore (1867), onorando un contratto-capestro con l'editore Stellovskij. Il romanzo è centrato sul demone del gioco, di cui lo stesso Dostoevskij fu afflitto. Romanzo impietoso, senza speranza. Il protagonista è un giovane precettore, che a causa della sua ossessione, rovina la propia vita. Gli dice l'amico inglese, mister Astley:
«vi siete fatto di legno [...] non solo avete rinunciato alla vita, agli interessi vostri e a quelli della società, ai doveri di un cittadino e di un uomo, ai vostri amici (e di amici ne avevate), non solo avete rinunziato a ogni altro scopo tranne che a quello di vincere al gioco, ma avete an che rinunciato a tutti i vostri ricordi. Vi ricordo in un momento ardente e intenso della vostra vita: ma sono sicuro che avete dimenticato tutte le vostre migliori impressioni di allora. I vostri sogni, quelli di adesso, i vostri quoti diani desideri non vanno oltre al pair et impair, rouge et noir, ai dodici numeri medi e così di seguito [...]».
Attorno al personaggio principale, la realtà di parassiti, di deboli, visti con occhi spregiudicati e lucidi. Esiste anzi una specie di voluttà nell'analisi cinica, da parte del protagonista, che è parte integrante del suo 'destino' di rovina. A vivacizzare il romanzo, la comparsa della vecchia Antonida Vassìlevna, capace di giusta diretta intuizione, che però anche lei cade vittima del demone del gioco.
Nel periodo trascorso viaggiando all'estero, scrisse L'idiota (pubbl. 1868- 1869), storia della sconfitta di un uomo «assolutamente buono». Protagonista del romanzo è il principe Myskin, ul timo erede di una grande famiglia decaduta. Lui è una creatura spiritualmente superiore, in cui la generosità d'animo e la can- dida fede nel prossimo si accompagnano a una totale inesperienza di vita, e a una specie di paralisi della volontà. Durante il ritorno in patria, dopo un lungo soggiorno in Svizzera dove ha curato una malattia nervosa, gli è compagno di viaggio Rogozin. Rogozin è un giovane esuberante e violento, che gli narra il suo folle amore per la bella Nastasja Filippovna. Giunto a Pietroburgo, Myskin va dal generale Epancin, un suo parente. Apprende che il segretario del generale, Ganja, vorrebbe sposare Nastasja Fi lippovna, attirato più che altro dalla dote che un passato amante e benefattore le ha destinato, e dalle relazioni di costei. La sera della decisione irrompe in casa di Nastasja Filippovna, Rogozin che offre una cifra pari alla dote di lei purché rifiuti Ganja e diventi la sua amante. Myskin, misteriosamente attratto dalla donna si dichiara pronto a sposarla per sottrarla a quel mercato umiliante. Nastasja commossa ma incredula, fugge con Rogozin. Di Myskin si innamora la giovane e aristocratica figlia del generale Epancin, Aglaja. Tra le due, Myskin sceglie Nasta sja, sognando di strapparla una seconda volta a Rogozin. Conscia della assoluta e profonda bontà del principe, Nastasja esita a lungo. Sentendosi indegna di lui si abbandona a Rogozin che però intuisce la verità di quella scelta: geloso, la uccide. Chiamato dall'omicida come unico testimone del delitto, Myskin di fronte al corpo dell'uccisa ripiomba in una definitiva follia.
Tornato in Russia, Dostoevskij pubblicò nel 1873 I demoni , romanzo centrato sulla problematica del nichilismo, dell'atto gra tuito e dell'assenza di dio. Piotr Verciovenski [Pëtr Verchovenskij] è il capo di una organizzazione nichilista. Egli lega in dissolubilmente i suoi seguaci alla causa rivoluzionaria con una serie di delitti. Piotr è ideologicamente guidato da Nikolaj Stavrogin, personaggio intelligente, misterioso, demoniaco, privo di qualsiasi direzione morale, circondato da una devozione quasi mistica. Egli ispira idee alle quali è il primo a non credere. La sua vita è piena di morbose assurdità: il matrimonio non consuma to con una povera storpia quasi demente, lo stupro di una bambina che poi si uccide. Piotr prepara un nuovo delitto. Vittima desi gnata è Sciatov [Satov], prima seguace di Stavrogin e poi conver titosi improvvisamente alla fede ortodossa. Per coprire il delit to Piotr obbliga il rivoluzionario ateo Kirillov, deciso a un suicidio gratuito e dimostrativo, a scrivere una lettera prima di compiere l'atto definitivo, in cui si accusa dell'omicidio di Sciatov. Si susseguono altri delitti, che terrorizzano la borghe sia liberale pronta prima a accogliere per leggerezza e snobbi smo, poi a disconoscere con orrore i «demoni». La serie culmina con il suicidio di Stavrogin che si impicca nella soffitta del suo appartamento.
Nello stesso 1873 Dostoevskij iniziò a pubblicare sul reazionario «Il Cittadino» il Diario di uno scrittore che, a partire dal 1876 e fino al 1881, apparve come rivista a sé stante. Il "Diario" includeva oltre che articoli di critica letteraria, morale, polemica sociale ecc., anche dei racconti tra cui sono da ricordare: Il fanciullo presso Gesù (1876), e La mite (1877).
Nel 1875 apparve L'adolescente , ritratto di un giovane che vince la propria solitudine e l'astio verso gli altri abbracciando gli ideali di un mistico populismo cristiano. Protagonista è il giovane Arkadij Dolgorukij, figlio illegittimo del proprieta rio terriero Versilov, e di una donna di condizione servile Sofja Andreevna, che Versilov, benché già sposato, ha strappato al buon marito Makarij Ivanovic. La sottomessa e dignitosa Sofja vive molto poveramente. Lei ha avuto dall'amante, spesso assente e sempre infedele, due figli: Arkadij e Lisa. Lisa è cresciuta accanto alla madre. Arkadij da bambino è stato messo in pensione presso un francese rozzo e crudele, Monsieur Touchard. Conscio della proprio condizione di bastardo, Arkadij aspira a una rivin cita che gli sembra possibile solo con il potere e l'isolamento; ma prima deve accumulare una grossa fortuna. Volontà e fermezza sono le virtù cui aspira, indispensabili per raggiungere il suo obiettivo. Risparmia sul piccolo stipendio che gli passa Versilov, si assoggetta a duri sacrifici materiali. Ma non ha fatto i conti con sé stesso. Il primo segno di cedimento verso l'«idea» avviene quando Arkadij dà metà dei risparmi per soccorrere la piccola Rinoscka [Rynocka], una neonata trovata moribonda presso la porta della casa dove abita. Seguono altri cedimenti. In Arkadij poi agisce una disperata ammirazione per Versilov, che ama e disprezza allo stesso tempo. A causa di questi sentimenti, si trova legato al destino burrascoso di Versilov. Costui è uomo sensuale, elegante, intelligente, tragicamente diviso tra la pas sione per l'altera Katerina Nikolaevna ricca e nobile, e l'affet to compassionevole e pieno di rimorso verso Sofja Andreevna. C'è un giro vorticoso di ricatti e intrighi, in cui il denaro gioca sempre il ruolo principale. Emerge in questo gioco l'abietta fi gura di Lambert, ex compagno di scuola di Arkadij. Katerina si fidanza con il barone Rioring. A casa di Sofja muore Makarij Ivanovic, quasi santo nella sua consapevole mitezza e rimprovero vi vente per Versiolv. Tutto questo sconvolge Versilov fino alla follia. Arkadij è definitivamente distratto dai suoi sogni di forza e potenza dalla catastrofe del padre cui ha partecipato, inconsapevole burattino di Lambert. Sullo sfondo altri conflitti: Lisa la sorella di Arkadij rimane incinta di un principe Sokol- skij che, imprigionato per truffa, impazzisce. Anna figlia legit tima di Versilov decide di sposare, a freddo e per interesse, un vecchio principe, un altro Sokolskij.
Nel 1879-1880 è l'ultimo romanzo di Dostoevskij, I fratelli Karamazov. Si contrappongono qui l'odio tra padre e figli, e la purezza e la fede di una creatura innocente. Fiodor Karamazov ha tre figli: Dmitrij, Ivan e Alioscia [Alesa]. Ha anche un figlio illegittimo, l'epilettico Smerdjalov, che tiene in casa come un servo. Fiodor è un vecchio libertino cinico e dissoluto, poco amato dai figli. In particolare Dmitrij detto Mitja lo odia perché è innamorato di Gruscenka, una bella mantenuta che il vec chio grazie al suo denaro vuole fare sua. Ivan invece è un raffi- nato intellettuale e filosofo dell'ateismo. Il più giovane Alio scia è novizio nel convento di padre Zosima, che lo guida sulla via della perfezione spirituale, ma lo obbliga a ritornare nel mondo che ha bisogno della sua carità cristiana. Poco dopo il vecchio Karamazov viene trovato ucciso. Tutti i sospetti cadono su Mitja, difeso solo dalla generosa Gruscenka. Anche Ivan crede nella colpevolezza del fratello, fino al giorno in cui Smerdjakov gli confessa di essere lui l'assassino, plagiato dalle teorie atee dello stesso Ivan. Subito dopo la confessione Smerdjakov si impicca. Ivan non può provare al processo la verità delle sue ri velazioni. Mitja viene condannato ai lavori forzati. Ivan cade in preda al delirio intellettuale. Alioscia con la sua purezza, pur troppo senza poter far niente, guida un gruppo di ragazzi raccol ti in fraterna solidarietà, verso una vita migliore.



© Antenati - 1994-1997


Homepage | Dizionario autori | Autori aree linguistiche | Indice storico | Contesto | Novità
 [Up] Inizio pagina | [Send] Invia a un amico | [Print] Stampa | [Email] Mandaci una email | [Indietro]
Europa - Antenati - la storia della letteratura europea online - Vai a inizio pagina  © Antenati 1984- , an open content project