Area scandinava tra il 1850 e il 1890

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Area scandinava tra il 1850 e il 1890

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La svezia

In un clima positivistico, socialmente caratterizzato dalle manifestazioni dei problemi della società moderna (voce isolata è quella della femminista Fredrika Bremer, 1801\1865), in Svezia continua il romanticismo. Così le fiabe anderseniane del finno-svedese Zacharias Topelius, i romanzi scottiani e dumasiani di Abraham V. Rydberg. Il rinnovamento svedese, grazie al naturalismo, venne dalla Danimarca con l'opera saggistica di Georg Brandes.
Piuttosto isolata la voce del maggior letterato svedese: August Strindberg (1849\1912). Poeta saggista drammaturgo di grande complessità, sintetizzò i temi nevrotici, disperati, l'asocialità, la cupa religiosità atea della sua generazione.
Il suo atroce radicalismo è isolato all'interno della tradizione svedese. Antiascetico ellenizzante estetizzante è Carl Gustav V. von Heidenstam. Al post-naturalismo appartiene la nobel Selma Lagerlöf.

Area scandinava: la danimarca

In Danimarca particolare rilievo, in campo filosofico, ha la figura di Sören Kierkegaard. L'influenza di Kierkegaard si è avuta prima in letteratura e poi in filosofia. Nella seconda metà del XIX secolo soprattutto su autori scandinavi (Strindberg, Ibsen), poi nel XX secolo in Kafka. Il suo pensiero fu rivalutato grazie all'esistenzialismo laico e cristiano, che rintracciò in lui una delle proprie fonti.
Di grande importanza per il superamento del primo romanticismo, in tutto il nord europa ha la nascita di una letteratura attenta alla problematica sociale, e per la diffusione del pensiero di Nietzsche, ebbe Georg Brandes. Avversato dai conservatori, Brandes raggiunse un durevole prestigio culturale, anche per il sostegno avuto da scrittori come Strindberg, Ibsen, Jens Jacobsen e Bjoernson. Le teorie di Brandes furono condivise anche da Karl A. Gjellerup.

Area scandinava: la norvegia

In Norvegia, le idee positiviste di Brandes portano a un decollo della cultura letteraria. In quest'ambito si situa l'opera di Henrik Ibsen (1828\1906), e dell'altro grande drammaturgo Bjørnstjerne Bjørnson, entrambi impegnati sui temi della realtà contemporanea e del conflitto tra mito e storia.
Naturalisti e fortemente caratterizzati nella polemica sociale sono i romanzi di Alexander Kielland e Arne Garborg, mentre ormai orientati verso il simbolismo e il decadentismo, ma affrontanti temi di forte peso ideologico le opere di Knut Hamsun (1859\1952).
Sulla Norvegia a partire dal Secondo Ottocento vedi i contributi: La letteratura femminile norvegese, di Irene Engelstad e Janneken Øverland

Area scandinava: la Finlandia

In Finlandia i contatti con gli ambienti culturali scandinavi ed europei dà vita a una narrativa realistica e sociale, con inquietudini etico-psicologiche d'ascendenza pietistica, e con profondo umanitarismo cristiano sul modello di Tolstoj. Il primo scrittore di rilievo di questa generazione è Aleksis Kivi. Sulla stessa linea è il gruppo della "Giovane Finlandia" con Minna Canth, Juhani Aho; e le riviste-manifesto «Il guardiano» (1881) e «Il quotidiano» (1890). Sulla stessa linea del realismo sono i narratori finno-svedesi J. Ahrenberg (1847\1914), H. Westermarck (1857\1938) e K.A. Tavastjerna (1860\1898) che ritrassero lo squallore e la meschinità della vita di provincia.

Area scandinava: l'Islanda

In Islanda, autori impegnati nella rappresentazione della realtà quotidiana sono i romanzieri G. Pálsson (1852\1891), e Th. Gjallandi (pseudonimo di J. Stefánsson, 1851\1915).

Contesto

L'Ottocento

 



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