Area
inglese tra il 1850 e il 1890
Area inglese tra il 1850 e il 1890
In Inghilterra il lungo regno di Vittoria (1837\1901) vede
il trionfo della borghesia. Dopo la crisi sociale della prima
metà del secolo, si realizza la seconda rivoluzione industriale,
si espande e consolida l'impero, si impone il sistema liberal-riformista.
L'ideologia vittoriana borghese maschera la realtà dell'oppressione
e dello sfruttamento, in cui si reprimono le opposizioni di fatto,
si contrastano le scoperte scientifiche radicali (Charles Darwin)
e ogni idea che attenti al sistema di valori su cui si fonda il
suo moralismo ottimistico e filantropico. Progresso e scienza
sono slogan ufficiali; domina l'ipocrisia, il bigottismo, il filisteismo.
Eppure la cultura anglosassone è all'avanguardia in campo
mondiale.
Proprio il caso di Charles Darwin è
indicativo. Intorno al pensiero di Darwin si coagularono le polemiche
vittoriane sulla natura metafisica, sociale, fisiologica dell'uomo.
Scrittore non brillante, Darwin ebbe però un influsso decisivo
sulla produzione saggistica del secondo XIX secolo, contribuendo
tra l'altro all'avvento del naturalismo. Negli scrittori vittoriani
come Hardy, Arnold, Browning e Tennyson, la concezione sostanzialmente
pessimistica deriva in gran parte dall'abbandono dell'idea provvidenzialistica
a favore della visione darwiniana.
Affermare un percorso più lungo, evolutivo, per l'esistenza
delle specie significava rompere la tesi creazionista; che poi
l'uomo potesse essere considerato come una specie qualsiasi, soggetta
a evoluzione, come del resto le scimmie, aveva come conseguenza
psicologica una demistificazione della centralità supposta
dell'uomo, la sua estraneità alla natura. L'uomo-natura
era così soggetto alle leggi della biologia come un qualsiasi
altro animale, e altrove andavano cercate le sue specificità
e differenze rispetto all'essere e alla sua storia biologica.
Ovviamente nello stesso discorso darwiniano le cose sono più
complesse di quanto possa essere esemplificato, ma l'effetto delle
ipotesi darwiniane sono legate proprio a quella semplificazione.
Le tesi darwiniane si pongono come una punta avanzata del 'successo'
del metodo scientifico, e come tale rinforzarono il prestigio
della scienza nella società euroccidentale; d'altra parte
il porsi queste ipotesi in funzione anti-creazionista, fanno sì
che contro il darwinismo si schierino le ideologie tradizionalmente
ostili alla scienza e al 'moderno' tecnologico (ad esempio le
varie chiese occidentali). D'altra parte l'individuazione del
meccanismo della «selezione naturale» può avvenire proprio
perché esiste una cultura borghese, ecco allora che la
selezione naturale viene adottata dalla borghesia come parte dell'ideologia
con cui essa giustifica sé stessa e le proprie azioni.
Il darwinismo è così assunto, accanto al pragmatismo
e all'economicismo, a far parte di un complesso ideologico che
serve all'aristocrazia borghese inglese per l'elaborazione della
propria cultura.
La filosofia inglese ha una tradizione che discende da Locke,
e attraverso Ricardo giunge a Mill. Contempera tradizioni e riforme,
controllo d'é lite e appello alle libertà, contrappone
alla nuova coscienza, alla lotta di classe, alle rivendicazioni
cartiste o femministe, il proprio flessibile empirismo che si
infarcisce con il mito della missione imperiale. Il crescente
benessere si basa in gran parte sul dominio coloniale, ma non
manca l'aiuto dato dall'é lite inglese ai patrioti europei.
Indicativa della mitologia e delle realizzazioni di questa cultura,
l'Esposizione del 1851.
Tra prima e seconda metà del XIX secolo
Mentre l'ortodossia culturale tende a mitizzare lo status quo,
a assolutizzare gli ideali borghesi, si sviluppa la critica al
capitalismo e alle sue contraddi- zioni. La critica liberale ha
storici e polemisti come il "whig" Thomas
B. Macaulay , il cattolico John H.
Newman che polemizzò contro
Charles Kingsley (ma su questo fronte un posto importante
lo occupa anche John Keble , tra i fondatori
del 'movimento di Oxford), il "tory" Thomas
Carlyle : in lui una concezione eroica della storia fa contrapporre
idee medievali di leadership e religiosità del lavoro alla
degenerazione democratica.
Al complesso clima culturale inglese della prima metà del
XIX secolo rimanda l'opera narrativa delle sorelle Brontë
: Charlotte Brontë fa indagini
sulla coscienza femminile. Emily Brontë
dà in "Cime tempestose" la quintessenza lirico-drammatica
dell'angoscia romanticista del vivere.
Seconda metà del XIX secolo
Saggistica
Della produzione saggistica della seconda metà del XIX
secolo inglese, sopravvive oggi quella che in un modo o nell'altro
riflette linee di tendenza e idee non allineate al conformismo
del periodo vittoriano.
Piena di sdegno puritano è l'opera di
John Ruskin , scopritore dell'arte etica dei "primitivi",
promotore del gusto neogotico e preraffaellita, anticipatore dell'estetismo
socialista di William Morris , e di
quello idealista di Walter H. Pater
con il suo rifiuto del falso idolo di progresso che meccanicizza
l'uomo. Darwinista è il biologo T.H. Huxley (1825\1895);
contro di lui, Matthew Arnold (1822\1888) contrappone umanisticamente
cultura ad anarchia e dogma, e anticipa l'idea di "cultura di
minoranza e civiltà di massa".
Il realismo narrativo borghese
Mentre la poesia è su posizioni liriche intimiste e nostalgiche,
il romanzo rispecchia maggiormente la complessità dei tempi.
Con le pubblicazioni a puntate e le prime ampie tirature si avvia
la diffusione di massa.
In un primo tempo è Charles Dickens
(1812\1870). Egli oggi ci appare spesso melodrammatico, un
vittoriano moralista, illuminato, sentimentale anche nelle denunce
e nelle satire più vigorose. Dotato però di grande
fantasia mimetica e vitalità linguistica, capace di raffigurazioni
complesse e ancora oggi suggestive, degli uomini del suo tempo.
Con George Eliot (1819\1880), il cui
mondo senza eroi ("Middlemarch", "Daniel Deronda") raggiunge toni
cechoviani, il romanziere assume la funzione intellettuale che
fino ad allora era stata privilegio solo dei poeti.
William M. Thackeray con "Fiera delle vanità " smaschera
con humour e satira lo snobismo del presente borghese, misurato
su un passato ideale. Anthony Trollope
presenta un mondo prosaico. Siamo sulla linea della 'commedia
umana' balzachiana. Il senso della negatività del presente
si nutre di influssi pessimistici provenienti dalla cultura europea
(Schopenhauer, Stirner, il romanzo russo, il naturalismo francese
ecc.) nella desolata e fantastica visione di
Thomas Hardy (1840\1928) con cui culmina la tradizione realistica
del secolo.
Teatro
Il teatro inglese nella seconda metà del XIX secolo è
piuttosto vivace. Il teatro assolve a una funzione sociale importante,
di classe. La linea di demarcazione è tra teatro popolaresco
e teatro frequentato dalle classi più alte; poco spazio
ha la produzione sperimentale, l'attenzione maggiore è
per la tradizione del teatro shakespeariano (che si avvale di
una nutrita tradizione di interpreti: tra questi da ricordare
Ellen A. Terry), e il teatro d'evasione
(tra gli interpreti del tempo, da ricordare Edward
O'Connor Terry, specializzato nei ruoli comici e burleschi).
Indirizzi narrativi non-vittoriani
Fuori del filone realistico si pongono altri scrittori, alcuni
dei quali anch'essi di prim'ordine. Robert
L. Stevenson con la sua prosa cristallina e potentemente
evocativa. Centrali in questo contesto l'amara indagine psicologica
di George Meredith . Tra coloro che
più contribuirono alla distruzione dei tabù vittoriani
e che indagarono i problemi sociali e culturali del tempo si pone
anche Samuel Butler II (1835\1902).
Al di fuori di qualsiasi linea si pone
Lewis Carroll con il surrealismo eversivo del suo libro per
l'infanzia, "Alice nel paese delle meraviglie" (1865).
Il preraffaellismo
Proprio alla metà del XIX secolo in Inghilterra è
il movimento dei preraffaelliti. E' un gruppo di giovani poeti
e pittori, che si propone di liberare l'arte dal realismo convenzionale
e dal materialismo cui il progresso tecnico industriale l'aveva
ridotta, per ricondurla all'autenticità creativa e di espressione
dei pittori anteriori a Raffello. Il preraffaeillismo fu un movimento
estetista, come tale preannunciante la nuova tendenza della poesia
che dilagherà progressivamente in europa da questo momento
in poi. Siamo ancora in una fase iniziale di questo processo:
come tale più importante per questo ruolo di preannuncio
che per i risultati poetici raggiunti. Collegato a movimenti artistici
analoghi in europa, come quello dei nazareni in Germania, il gruppo
lionese ispirato da Ingres in Francia, il preraffaellismo sosteneva
un «ritorno alla natura», segnato dal misticismo, dal languore
sensuale e da un simbolismo erudito. Per non dimenticare un certo
esotismo: perché tale era il richiamarsi al mondo mediterraneo
"primitivo". Fondatore e principale interprete del preraffaellismo
fu il poeta e pittore Dante Gabriel Rossetti
, che curò la pubblicazione della rivista «The Germ»
(1850), attraverso cui furono diffuse le teorie del movimento.
Tra gli intellettuali e artisti che aderirono furono W.H. Hunt,
J.E. Millais, lo scultore Th. Woolner, cui si aggiunsero F.G.
Stephens, J. Collinson, Christina Rossetti
. Un epigono del movimento può essere considerato Algernon
C. Swinburne. Il movimento fu accusato all'inizio di eccentricità
e immoralità. Fu poi difeso da *Ruskin, con la sua esaltazione
estetica e etica dell'arte medievale. Le opere letterarie dei
preraffaelliti furono meno innovatrici rispetto a quelle pittoriche.
Si ricordano comunque La difesa di Ginevra (1858) di W. Morris,
i drammi di Swinburne ("La regina madre", "Rosmunda", entrambe
del 1860), la raccolta di poesie Il mercato dei folletti (1862)
di Christina Rossetti.
Produzione lirica nella seconda metà del secolo
La poesia è tutta pervasa di atmosfere e stati d'animo
sognanti e nostalgici, anche nei poeti inglesi maggiori di questo
periodo come Alfred Tennyson ,
Matthew Arnold , e Robert Browning
, per non parlare di Algernon C. Swinburne. Sembra più
attenta a esprimere bisogni e esigenze dei ceti elitari e aristocratici
che le esigenze del realismo borghese. Il processo di differenziazione
della produzione lirica da quella narrativa passa anche attraverso
una differenziazione dei pubblici. Interessante il caso poetico
di Gerard M. Hopkins . Hopkins è
rimasto inedito a lungo, apprezzato solo dopo la lezione di Pound
e Eliot come uno sperimentatore e innovatore del linguaggio. E'
stato letto in vari modi: limitativo, per i segni di romanticismo
di tipo wordswothiano delle sue poesie, rigenerato attraverso
una chiara connotazione cattolica; come innovatore e sperimentatore;
le ambiguità espressive interpretate come parte di una
'volontà di occultamento' di fronte alla rigida teologia
gesuitica (con relativa accusa alla chiesa cattolica di aver trasformato
in nevrosi una vocazione letteraria).
L'estetismo
Le istanze e gli impulsi del preraffaellitismo, e quelle provenienti
da "ribelli storici" come Blake, il marchese de Sade, Baudelaire,
Huysmans, sono riprese da un poeta dissacrante e provocatorio
come Algernon C. Swinburne . E' un
tipo di ribellione individualistica, che era già stata
di alcuni romantici, e che ora troviamo in un "decadente" come
Walter Pater , sotto forma di austero
apostolato estetico, religione dell'arte e della vita-come-arte
("Marius l'epicureo"): l'artista si consuma in un mondo sordo,
tormentato dalla sete dell'impossibile; ognuno, nel proprio isolamento,
chiude in sé il sogno del mondo; l'arte è impressione
soggettiva, illuminazione. Accanto a Pater un ruolo nella diffusione
dell'estetismo l'ebbe anche John A. Symonds
.
Negli Stati Uniti , la produzione letteraria
comincia a assumere un livello notevole. Ancora la produzione
non influenza l'area culturale europea, ma la produzione di questi
anni è destinata a avere una notevole influenza nel secolo
successivo.
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