Egeria

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Egeria

Egeria era una nobile vedova di origine galiziana o della Gallia Narbonese, andò a Gerusalemme nel 381-83, e ne scrisse un Diario di viaggio (Itinerarium, o Peregrinatio Aetheriae). Fu un testo noto nei secoli immediatamente successivi. Di questo testo si persero poi le tracce finché fu trovato casualmente nel 1884 a Arezzo, dal giurista Gian Francesco Gamurrin, in una pergamena dell'XI secolo scritta a Montecassino, insieme a un trattato sui misteri e a una raccolta di inni.

Documento di una fede e di un'usanza insieme: scopo dichiarato di Egeria è raggiungere la 'terra santa' - attraverso Arabia, Mesopotamia, Siria -, per pregare sui luoghi dell'antico e del nuovo Testamento, raccogliere quest'esperienza per confortare le consorelle. Il viaggio non è verso la scoperta del nuovo o del meraviglioso dell'altro, ma all'oggettivazione visiva di quanto è scritto nel testo sacro, di vedere attraverso le 'sacre scritture'.

Il testo del Diario è un importante documento per la ricostruzione del latino volgare - sono abbondanti gli elementi lessicali, morfologici e sintattici di natura pre-romanza -, e dal punto di vista storico e archeologico per le informazioni sulle pratiche liturgiche che si svolgevano a Gerusalemme durante la "settimana santa". Il dibattito tra gli studiosi sul nome della donna, tra Eteria e Egeria sembra propendere per quello di Egeria.


Contesto storico: IV-V secolo

[1996]


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