La cinematografia tedesca tra le due guerre

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La cinematografia tedesca tra le due guerre



Fin dal 1914 un gruppo di scrittori tedeschi aveva trattato il nuovo mezzo di comunicazione con estrema attenzione, producendo un Libro del cinema (Kinobuch) pubblicato da Kurt Wolff, che indicava alcune varianti, spesso assai riuscite, alle meccaniche trasposizioni teatrali delle prime sequenze filmate.
La cinematografia tedesca dopo la guerra fu ricostruita per scopi di propaganda oltre che commerciali: si doveva dimostrare che la Germania, umiliata con il trattato di Versailles, non possedeva solo il linguaggio delle armi, ma anche un animo nobile e idee universali. Un'attenzione per gli aspetti propagandistici che derivano dalla guerra: il 18 dicembre 1917, su proposta del generale Erich Ludendorff, furono fuse assieme diverse imprese cinematografiche per dar vita alla Universum-Film Ag, guidata dopo la guerra da Alfred Hugenberg. La ditta prese poi il nome abbreviativo di UFA. A essa si unì la Decla (Deutsches é clair) che Erich Pommer aveva fondato nel 1915.
Obiettivo dell'accentramento era produrre film e documentari propagandistici per i soldati al fronte, piuttosto demoralizzati in quell'inverno 1917, fronteggiando la sempre maggiore efficacia suggestiva dei film anti- germanici diffusi da francesi, inglesi e americani. Riunendo la produzione, la distribuzione e la proiezione dei films in proprie sale cinematografiche, l'UFA tenta di raggiungere gli standard qualitativi della cinematografia internazionale e di sfruttare per la prima volta su larga scala il film come mezzo di comunicazione di massa. Uno sforzo che dopo la guerra viene proseguito. Finanziato dall'industria pesante, il cinema tedesco si impose sui mercati mondiali per la sua potente originalità , per i suoi allucinati modi di espressione, e per le tecniche espressive usate, l'uso di modi di lavorazione che fecero scuola. L'UFA modera i toni iniziali propagandistici, cerca di soddisfare la nuova domanda di svago e intrattenimento. Vengono sfornati una serie di film monumentali. Negli studi di Berlin e in quelli poco distanti di Badelsberg nasce il concetto di bauhütte, del cantiere cinematografico che unisce organicamente uomini, tecnica artigianale e fantasia artistica. Un gruppo di acuti registi ha dato una serie di capolavori di straordinario interesse. I migliori di questi registri, sfruttando i nuovi effetti speciali e le illusioni ottiche permesse dalla cinepresa, non si limitano solo alla riproduzione della realtà o alla teatralizzazione, ma inventano microcosmi, mondi astratti e illusionistici colmi di simboli e di metafore, dove si può esprimere il proprio mestiere come forma d'arte emancipata dalle altre. E' un'avventura, quella dell'UFA, in cui interessi di gruppi di potere, esigenze artistiche, impegno professionale, speculazioni, si allacciano vorticosamente. Con alti e bassi. Non tutte le produzioni portano al successo (incassi) sperato: "Metropolis" di Lang uscito nel gennaio 1927 si rivela un fiasco clamoroso di pubblico e porta l'UFA sull'orlo della rovina. E' a questo punto che, acquistata dall'editore conservatore Alfred Hugenberg, in un periodo di forte crisi della repubblica e di crescente inasprimento dei conflitti politici, l'UFA accanto a produzioni coraggiose e sperimentali, torna a produrre film e documentari dai toni nazionalisti. Con la presa al potere di Hitler nel 1933, la UFA è la prima impresa a licenziare i dipendenti ebrei. La sottomissione al regime sarà totale.

Tra i maggiori registi UFA sono da ricordare Ewald A. Dupont , Heinrick Galeen , Robert Siodmak . Tra gli attori e le attrici, un posto centrale occupano Pola Negri , Asta Nielsen e Emil Jannings .
Particolare importanza viene data all'angolo di presa e all'impiego della luce artificiale.
Ernest Lubitsch nel 1919 gira Madame Dubarry, primo di una lunga serie di films storici, con Pola Negri e Emil Jannings, film che divenne celebre per la forma delle scene drammatiche e la crudezza dei particolari, e l'uso sapiente della luce artificiale che gli permetteva effetti inaspettati di chiaroscuro. Fritz Lang nel Dottor Mabuse (1922) e in M (1931) narra storie crudeli e spaventose. Josef von Sternberg riuscì a trasformare una piccola paffuta attrice nella donna sensualmente pił inquietante di quegli anni, Marlene Dietrich in L'angelo azzurro (Der blaue Engel, 1929), film che racconta la crisi di un professore di liceo che diventa macchietta di varietà per amore di una divetta che lo deride. Il film fu proiettato per la prima volta l'1 aprile 1930 al Gloria Palast di Berlin.

Vero classico dell'espressionismo tedesco e cult-movie della storia del cinema è Il gabinetto del dottor Caligari (Das Kabinett des Dr. Caligari, 1920) di Robert Wiene (nato in Sassonia nel 1881, morì a Paris nel 1938): qui la storia del dottore che trasforma in un obbediente automa un sonnambulo, diventa satira dell'autoritarismo (prussiano, ma non solo) che riduce gli uomini a macchine: una prefigurazione dell'orrore nazista. Il film non fu un successo, ma divenne un vero classico della cinematografia ed ebbe una grande influenza sulla produzione successiva. Al genere seguito da Wiene si rifanno Heinrich Galeen, Lang, Paul Leni , Murnau.
Tipicamente espressionista è anche "Von Morgens bis Mitternacht" regia di Karl Heinz Martin (1920). Mentre al gusto naturalistico tedesco risponde la produzione di Arnold Fanck specializzato in film ambientati in montagna
Negli anni '20 la cinematografia tedesca produce tra le cose migliori della storia del cinema, film pieni d'idee e di tecnica. Lupu Pick realizza Sylvester (1923), con riferimento alla notte di san silvestro, film conciso e severo, comprensibile anche senza didascalie e dialoghi, dramma di amore e gelosia materna. Lupu Pick viene considerato il maggior regista della Kammerspiel. Nello stesso anno 1923, La strada (Die Strasse) di Karl Grüne , anch'esso realizzato in maniera "non didascalica".

Quando nel 1925 l'UFA, si dibattè in difficoltà finanziarie, fu aiutata dalle americane Paramount e dalla Mgm, a condizione di avere il nullaosta per l'importazione dei loro films (eludendo così il protezionismo delle quote d'importazione), il passaggio di proprietà di un gruppo di cinematografi e l'invio temporaneo a Hollywood di talenti come Murnau , Emil Jannings, Pola Negri, Erich Pommer e altri, che avrebbero lasciato un segno indelebile nell'industria cinematografica americana. L'accordo con gli americani ebbe un altro effetto sul cinema tedesco: le sale cinematografiche passarono tra il 1920 e il 1929 da 3700 a 5000, ma il numero di films realmente prodotti in Germania cadde da 646 a 175.
Il cinema commerciale tedesco fu stretto in quegli anni tra le nuove idee dell'avanguardia occidentale e russa, l'influenza rivoluzionaria bolscevica, e i prodotti importati da Hollywood che diventavano sempre pił competitivi e influenzavano i produttori. Il cinema che esplicitamente si richiamava alla Neue Sachlichkeit (che produsse una serie di film della "strada") conservava affettazioni espressioniste. Realisti prima dell'arrivo dei grandi films russi sono "L'ultima risata" di Murnau con la sua macchina da presa mobile e il soggetto lineare, privo di didascalie; La storia di un biglietto da dieci marchi di Bé la Balász, spaccato della realtà berlinese; Berlin di W. Ruttmann; Asfalto (Asphalt, 1928) di Joe May (Mandel).
Gli ultimi film muti prima dell'arrivo del sonoro (che Reinhardt osteggiò , ciò per cui lasciò i suoi progetti ambiziosi a Hollywood e tornò a Berlin), riflettono il crescente interesse del cinema per i temi sociali, stimolate forse dalla formazione di società cinematografiche di sinistra (dirette da Richter e da Heinrich Mann). Nel 1929 la casa russo-tedesca Prometheus realizzò i suoi primi tre lungometraggi: un documentario sulla classe operaia (Nostro pane quotidiano, Unser tägliches brot, 1929, regia di Piel Jutzi , sceneggiatura di Leo Lania), un film su Amburgo Al di là della strada (Jenseits der strasse) regia di Leo Mittler, e Il viaggio di mamma Krause verso la felicità (Mutter Krausens Fahrt ins Glück) regia di Piel Jutzi. La Studio-film (un gruppo indipendente che comprendeva Robert Siodmak, Billy Wilder , Fred Zinnemann, Moritz Seeler) realizzò Uomini di domenica (Menschen am sonntag), sul tempo libero dei piccoli impiegati berlinesi, fin troppo legato ai "fatti".
Nel 1930 arriva in Germania il film sonoro (accordo commerciale tra la Tobis e la Western Electric).
Tre film riflettono la voga delle opere teatrali e dei romanzi di guerra: Tutto tranquillo sul fronte ovest regia di Lewis Milestone (vietato a Berlin, dopo che la prima proiezione fu interrotta dal lancio di topi bianchi nella sala, da parte dei nazisti di Goebbels) che ebbe un grande successo in europa e in USA e fruttò a Milestone un oscar; Westfront 1918 di Pabst ; l'antimilitarista Terra di nessuno (Niemandsland) di Victor Trivas, con musiche di Eisler. In effetti il 1930 fu un anno d'oro per la cinematografia, non solo tedesca: ricordiamo che in quell'anno apparvero nei cinema occidentali "Il prigioniero di Zelda" regia di John Cromwell (interpreti: Ronald Colman, Madeleine Caroll), "L'angelo azzurro" regia di Josef von Sternberg, "Il piccolo Cesare" regia di Marvyn Le Roy archetipo del genere gangster, "Animal Crackers" con i Marx Brothers, "L'età d'oro" di Buñ, il grandissimo "La terra" del sovietico Aleksandr Dovcenko ecc.

L'UFA produsse un film tratto da Emilio e i detectives (di E. Kästner) regia di Billy Wilder, sceneggiatura di Emmerich Pressburger; in Cameratismo (Kameradschaft, con Ernst Busch, Alexander Granach, Friedrich Gnass) sulla solidarietà tra minatori francesi e tedeschi, Pabst usò attori che avevano recitato nel teatro di Brecht e Piscator.
Il pił originale film per struttura e organizzazione fu Pance gelate (Kuhle Wampe), l'unico autentico film scritto da Brecht, sulla disoccupazione a Berlin. Fu una reazione al film di Pabst L'opera da tre soldi (1931) che nonostante le sue qualità , non rendeva l'intento satirico e politico della commedia di Brecht. Brecht e colleghi formarono un proprio collettivo di produttori, con Dudow regista, Eisler compositore, Ottwalt sceneggiatore aggiunto ecc. Esso esprime il pensiero di Brecht sull'"apparato" delle arti. Le musiche di Eisler sono lontanissime dagli sciropposi accompagnamenti del cinema commerciale; la costruzione degli episodi, volutamente frammentaria, la collocazione non convenzionale dei momenti salienti, la nuova funzione delle canzoni fa di questo film uno spettacolo suggestivo, che non ebbe seguito.
A un genere pił commerciale appartiene un film che ebbe molto effetto su Hollywood, Ragazze in uniforme (Mädchen in Uniform, 1931) di Lé ontine Sagan, cui collaborò anche Karl Frölich . Nello stesso anno è "Der Ball" di Wilhelm Thiele .

Con l'avvento di Hilter al potere si entra in un'altra fase della produzione cinematografica tedesca, sotto il regime .



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