Eric Rohmer

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Eric Rohmer

Eric Rohmer è lo pseudonimo di Jean Marie Maurice Schérer (Nancy, 4 aprile 1920 – 11 gennaio 2010). Nacque nella regione della Lorena, da una famiglia di origini alsaziane. Si laurea in lettere e si trasferisce a Parigi, dove lavora come insegnante di Lettere in un liceo di Vierzon. Nel 1946 pubblica, con lo pseudonimo di Gilbert Cordier, il suo unico romanzo, Élisabeth.

Nel 1948 inizia a collaborare con la rivista La Revue du cinéma, dove conosce André Bazin, Jean-Luc Godard, Jacques Rivette, Jacques Doniol-Valcroze, e con Les Temps Modernes, diretta da Maurice Merleau-Ponty. Nel 1950, un anno dopo la chiusura della Revue, fonda La Gazette du cinéma, bollettino del cineclub del Quartiere latino che pubblicherà, tra gli altri, articoli di Godard, Rivette e Douchet. Queste esperienze sono propedeutiche alla fondazione, nell'aprile 1951, dei Cahiers du cinéma, in cui confluiscono le redazioni della Revue e della Gazette. Rohmer ne sarà caporedattore tra il 1957 e il 1963. Sempre nel 1957 pubblica un saggio sul cinema di Alfred Hitchcock, realizzato con il collega (e futuro regista) Claude Chabrol mentre è del 1984 Le goût de la beauté, raccolta di scritti curata da Jean Narboni. La sua prova critica più importante ed impegnativa resta invece L'organisation de l'espace dans le «Faust» de Murnau, testo pubblicato nel 1977.

I Cahiers sono la culla della Nouvelle Vague: gran parte dei critici che scrivono sulla rivista esordiscono alla regia tra la fine degli anni cinquanta e l'inizio degli anni sessanta. Lo stesso Rohmer realizza il suo primo lungometraggio, Il segno del leone, nel 1959, ma il film non trova un distributore ed esce solo tre anni più tardi, con scarsissimo successo.

Nel 1962 fonda con Barbet Schroeder la società di produzione Les Films du Losange, che produrrà la maggior parte dei suoi film. Nello stesso anno, dopo aver cercato invano di realizzare un secondo lungometraggio, deve inizialmente ripiegare sulla dimensione del corto per dare il via ad un ciclo di film denominati Sei racconti morali (Six contes moraux). I successivi sforzi del regista sono maggiormente apprezzati da pubblico e critica: La collezionista vince l'Orso d'Argento a Berlino, mentre La mia notte con Maud è da molti citato come la sua opera più felice. Tutti i Racconti morali si basano su un protagonista posto di fronte ad una scelta di tipo morale, ma soprattutto su di una messa in scena essenziale e su dialoghi studiati, con molti riferimenti letterari.

Concluso questo ciclo nel 1972, Rohmer realizza due pellicole di argomento storico del tutto particolari: La Marchesa von..., del 1976 è tratto dalla novella di Heinrich von Kleist, mentre Perceval le gallois, successivo di due anni, è un adattamento dal poema medievale di Chrétien de Troyes. In queste opere, Rohmer si mostra capace di dirigere produzioni ben diverse dalle ambientazioni contemporanee e quotidiane della sua produzione più nota.

Commedie e proverbi è il suo secondo grande ciclo, in cui ciascun film illustra a suo modo un proverbio o una frase della saggezza popolare. I due capitoli più celebrati, Le notti della luna piena e Il raggio verde, vincono premi alla Mostra di Venezia e ottengono un certo successo commerciale.

Subito dopo inizia il ciclo dei Racconti delle quattro stagioni, nell'ordine Racconto di primavera, Racconto d'inverno, Conte d'été (in Italia uscito come Un ragazzo, tre ragazze) e Racconto d'autunno. Prima e durante questo ciclo firma tre film "fuori serie", a bassissimo costo (in 16mm), spesso con attori esordienti.

Ad ottant'anni d'età, dopo una carriera tra le più costanti ed equilibrate fra quelle dei maestri della Nouvelle Vague, nel 2001 utilizza per la prima volta le tecnologie digitali per ambientare il suo La nobildonna e il duca in una serie di dipinti che raffigurano la Parigi d'epoca rivoluzionaria. Il film viene presentato alla 58ª Mostra del Cinema di Venezia, dove Rohmer riceve il Leone d'oro alla carriera. Gli amori di Astrea e Celadon del 2007 è presentato in concorso alla 64ª Mostra del Cinema di Venezia.

Fonte: Wikipedia Italia (http://it.wikipedia.org/wiki/Eric_Rohmer), 12 gennaio 2010

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