Samuel Fuller

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Samuel Fuller

Samuel Fuller è nato a Worcester [Massachusetts] nel 1911. A 12 anni faceva lo strillone, poi si dedica al giornalismo. E' cronista a New York e a San Diego. Viaggia di città in città sui treni merci, come un barbone. Inizia a scrivere storie che lo portano a diventare sceneggiatore per il cinema. Nella seconda guerra mondiale combatte eroicamente in Africa settentionale e in Europa.

Nel 1948 dirige Ho ucciso Jess il bandito, western che sa andare controcorrente rispetto ai miti fondatori dell'immaginario nordamericano. Film violento, brutale, cinico, che usa una serie incalzanti di primi piani per aumentare l'effetto e la tensione. I film successivi sono tutti B-movies, a basso costo e senza divi. Film di guerra intensi sono: Corea in fiamme (1950), e I figli della gloria (1951). Fuller è uomo di destra, che non si ferma a esprimere il suo odio verso la sinistra: così in Mano pericolosa (1952) storia di un borseggiatore, che ha avuto il Leone di bronzo alla Mostra di Venezia. Molto crudi i western: La tortura della freccia (1956), Quaranta pistole (1957). La serie di thriller: La vendetta del gangster (1960), Il corridoio della paura (1963), Il bacio perverso (1964). ncora, tra gli altri titoli ricordiamo: Cane bianco (1982), l'antiretorico Il grande uno rosso (1980), Strada senza ritorno (1989) storia atroce di un cantante rock a Lisbona.

Produttore e regista dei suoi film Fuller è stato anche attore: ne "Il bandito delle undici" 81965) regia di Godard, "Fuga da Hollywood" (1971) regia di Dennis Hopper, "L'amico americano" (1977) e "Lo stato delle cose" (1982) regia di Wenders.

Scrive lo storico *Di Giammatteo: "Regista tra i più controversi - disprezzati, ignorati, ammirati, esaltati - della storia del cinema [...]. Una perizia tecnica fuori del comune consente a Fuller di elaborare sequenze formidabili, e memorabili (anche se i film nel loro complesso non lo sono): gli ammiratori citano l'apertura di Il bacio perverso (lo scontro fra la prostituta e il manutengolo) e il finale di Cane bianco (1982) quando l'animale impazzito attacca tutti e deve essere abbattuto. E' la critica francese che ha messo Fuller all'onore del mondo, e sulla sua scia altri si sono incamminati, soprattutto giovani, attratti dall'asprezza di un regista che finisce per occuparsi di letteratura e di televisione, perché tenuto spesso ai margini del cinema" [1]

Note
[1] Dizionario del cinema: cento grandi registi / Fernaldo Di Giammatteo. - Roma . Newton & Compton, 1995. - cit. p. 41-42.

 

Contesto

Cinema USA di guerra dopo il 1945


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