Thoukudides

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Thoukudides

Thoukudides, educato alla scuola del razionalismo sofistico, esclude dalla sua attenzione gli elementi soprannaturali, per la sua storia delle guerre del Peloponneso restringe l'indagine ai fatti contemporanei e agli eventi militari e politici. La sua ricerca si interessa delle caratteristiche della natura umana al fine di rintracciare costanti e leggi che possano guidare il fare politico.
Thoukudides nacque a Atene nel c.460- (morì nel c.400-) da una famiglia benestante originaria della Tracia. Ammiratore fedele di Perikles, ne vide i limiti allo scoppio della guerra trentennale tra Atene e Sparta (431-) quando iniziò a scrivere La guerra del Peloponneso. Pochi i dati sulla sua vita: nel c.429 contrasse la peste a Atene. Stratega nel 424-, dopo iniziali successi non riuscì a impedire la resa di Anfipoli. Posto sotto accusa, sarebbe stato mandato in esilio, o si sarebbe trasferito volontariamente nelle proprietà trace della famiglia, che aveva in appalto delle miniere d'oro. La minuzia della ricostruzione dei fatti di Atene negli anni della guerra (fino al 411-) fa pensare o a una sua presenza diretta o a stretti contatti con Atene. Morì probabilmente di morta violenta (non si sa se a Atene o in Tracia) nel periodo dei "trenta tiranni".
La storia di Thoukudides, tra le più notevoli di tutti i tempi, ricevette solo posteriormente il titolo con cui ci è nota, e la divisione in otto libri. Secondo alcuni a raccogliere i manoscritti e a tramandarli fu forse la figlia cui una tradizione antica attribuisce anche l'ultimo incompleto libro; altri ipotizzano l'intervento di Xenofon dopo la morte di Thoukudides: Xenofon avrebbe poi continuato l'opera nelle "Elleniche" (che si occupa del periodo 411\403-) sulla base di note lasciate da Thoukudides. La storia di Thoukudides abbraccia la guerra ateno-spartana per il 431\411-. E' l'esaltazione di Perikles statista e generale. Il primo libro è una sintesi storica dalle origini greche alle guerre persiane, con accentuazione degli aspetti politici e militari che sarà poi modello per la storiografia europea moderna. Dopo una breve descrizione del periodo 494\479, Thoukudides parla degli antefatti della guerra panellenica attento a non confondere cause occasionali e motivazioni autentiche. Nel secondo libro affronta la storia del conflitto su schema quasi annalistico.
Thoukudides condivide l'idea della funzione-guida di Atene, ma ne condanna anche l'evoluzione imperialistica (si veda la commossa e sdegnata condanna della brutale imposizione della pace ateniese ai Meli neutrali). Egli è considerato il creatore della storia politica. Il suo interesse è rivolto esclusivamente alla storia contemporanea, la sola di cui si possa conoscere l'autentico svolgimento. Si concentra sulle cause profonde e durature degli avvenimenti, quelle che spingono "necessariamente" i protagonisti a agire come hanno agito. Al centro della storia è la guerra, fatto fondamentale in cui si riassume la vicenda degli stati. Nessun peso in essa hanno le considerazioni morali, se non come travestimento di precisi interessi politici. Nella crescita della potenza ateniese, cui Sparta non poteva evitare di opporsi, Thoukudides individua la vera causa dello scontro al di là di ogni pretesto contingente. Straordinariamente acute le sue osservazioni psicologiche e sociali, l'analisi delle cause economiche delle rivalità tra gli stati. Con acume individua le cause interne che hanno minato la forza di Atene: la mancanza di concordia e di un capo autorevole e lungimirante come Perikles. Nella presenza di un capo che sappia imporre al popolo il punto di vista più ragionevole, invece di lusingarlo, e tradurre in atto le decisioni sagge, vede una condizione imprescindibile del successo della politica di potenza.
E' un atteggiamento oggettivo e razionale, teso a ricostruire la logica immanente dei fatti. Ciò sarebbe inconcepibile senza l'influsso culturale della sofistica e dell'indagine scientifica, soprattutto medica, contemporanea. Nessun spazio è lasciato alla fatalità o agli dei. La spiegazione degli eventi sono sempre conseguenza delle azioni e degli errori degli uomini. Il suo razionalismo laico fa parte della visione laica che comincia a studiare i fatti umani oggettivamente, per giungere a una diagnosi spassionata dei mali dell'individuo e della società. Thoukudides sa che ciò rende la sua storia più arida e meno piacevole di quella di Herodotos, ma afferma di perseguire una verità perenne, non i trionfi del giorno. Anche la tecnica delle "orazioni" nelle quali i protagonisti espongono il proprio punto di vista logico e le ragioni di fondo dei loro atti, al di là delle parole effettivamente pronunciate, risente del procedimento sofistico dell'"antilogia", che contrappone i due punti di vista su uno stesso argomento, senza presentare una sintesi o una soluzione.

Il suo stile è asciutto, a volte brusco, ricco di mutamenti repentini e reminiscenze di stile epico. Neppure nei momenti più drammatici Thoukudides ricorre a facili effetti. *Dionigi di Alicarnasso parla per il suo stile di vocaboli poetici, varietà delle figure retoriche, asprezza sintattica e rapidità di espressione. A volte è oscuro, ma non si tratta dell'uso di tecniche retoriche bensì dello sforzo espressivo di cogliere il senso degli eventi.
Contesto storico



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