Vorremmo giocare ancora al pallone

Punire le squadre per salvare lo sport

di Alberto Giovanni Biuso - giovedì 13 luglio 2006 - 2435 letture

Leggo su Repubblica la seguente agenzia:

Materazzi-Zidane: in Algeria monta la rabbia, Italia xenofoba

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Sale la rabbia in Algeria per l’episodio che ha coinvolto Zinedine Zidane e Marco Materazzi durante la finale della Coppa del Mondo. La stampa del Paese si schiera unanime al fianco del "fratello" Zizou e accusa pesantemente l’Italia di xenofobia. L’incidente, scrive ’La Tribune’, non e’ altro che "il prolungamento della politica di destra di Silvio Berlusconi attraverso i propositi razzisti di Materazzi". Il difensore interista diventa simbolo "dell’ideologia razzista del mondo contemporaneo". Un "provocatore di razza" messo con scelta "non casuale" da Marcello Lippi alle costole del capitano dei Bleus, nelle parole di ’El Moudjahid’. Secco il titolo dell’editoriale de ’L’Expression’: "Italia xenofoba". Il difensore interista, argomenta il quotidiano, "non ha fatto altro che esprimere ad alta voce il sentimento anti-arabo coltivato dalla destra italiana da qualche tempo". Nel calderone finisce tutto: da Oriana Fallaci a Roberto Calderoli. E la testata di Zidane, sostiene ’El Watan’, si trasforma in uno "di quei gesti che fanno male ma possono aiutare a guarire". Insomma, il racconto del gesto di Zidane, afferma ’Le Soir d’Algerie’, e’ una "cronaca di tempi sordidi". E per questo ’Le quotidien d’Oran’ invita a ignorare "parrucconi e saccenti". Materazzi viene descritto come "un bruto ottuso con le braccia coperte di tatuaggi a caratteri gotici" e Gianluigi Buffon come "un simpatizzante neo-fascista". Due giocatori, rileva il giornale, che "rappresentano bene questa Italia che si copre di disonore, che imbroglia, che tutte le domeniche insulta i giocatori di colore e fa rivivere il saluto fascista a ogni goal segnato. Qualcuno ha detto ’povero Zidane’, conclude l’articolo, "ma ha torto. È ‘povera Italia’ che bisogna dire".

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Amavo molto -e amo ancora- il calcio, sia praticarlo che seguirlo. Tifavo (in modo acceso) per il Milan. Quando mi accorsi dell’uso politico-propagandistico che Berlusconi faceva della squadra, il mio tifo si dissolse. Ora è diventato difficile tifare per la Nazionale, visto che è composta anche da gente che ha ammesso (e quasi si è vantata) di aver fatto uso del doping e che giocava male nell’Inter per farsi “svendere” alla Juventus. E costui è l’osannato capitano della squadra...

Tralascio gli altri particolari sul calcio truccato perché troppo noti.

Rilevo solo che, come era prevedibile, dopo la vittoria si stanno ora mobilitando politici, presidenti, giornalisti per affossare definitivamente questo splendido sport con una amnistia il cui effetto a lungo termine sarebbe la trasformazione definitiva del calcio italiano in qualcosa di assai simile al Wrestiling, una finta competizione in cui tutto è stabilito prima.

La ragione è chiara: sponsor, contratti miliardari (anche dei singoli calciatori), televisioni a pagamento, vendite dei giornali sportivi (e non) sarebbero tutti danneggiati dalla semplice applicazione delle norme in vigore. Regole che lo scorso anno nessuno contestò quando vennero applicate con grande rigore al Genoa (che era stato promosso in serie A e venne immediatamente retrocesso in C) mentre adesso sono diventate “troppo severe”, ora che andrebbero applicate alle squadre dei potenti...

Certo, persone come Guido Rossi (non De Rossi...), Borrelli, Ruperto fanno ben sperare in una conclusione della vicenda che salvi il calcio come sport e non come un corrotto affare.

I tifosi che sanno pensare dovrebbero comprendere che una punizione oggi per la loro squadra significa anche campionati più belli, avvincenti, imprevedibili e giusti per il futuro. Significa poter amare ancora quel pallone...

www.biuso.it


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