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Viva Ken! Loach il rosso stravince a Cannes 2016

Reportage conclusivo sul Festival di Cannes da parte del nostro corripondente Vincenzo Basile

di Emanuele G. - mercoledì 25 maggio 2016 - 3811 letture

La Camera d’or, il premio assegnato dalla giuria guidata da Willem Dafoe al miglior film d’esordio, è andata a Divines, ambientato nella banlieue parigina. Presentato nella Quinzaine des Réalisateurs il film è firmato dalla regista franco marocchina Houda Benyamina che ha bloccato la platea per cinque minuti con i suoi entusiastici ringraziamenti, i pugni chiusi alzati suoi e delle compagne e che se ne è andata urlando “Cannes è nostra, delle donne che sempre più decidono e si impongono in tutti i settori del lavoro e della cultura”.

Il Gran Prix, secondo premio, assoluto consegnato da Laslo Nemes insieme a Valeria Golino se lo porta a casa il ventisettenne canadese Xavier Dolan con il suo Juste la fin du monde, un sofisticato adattamento della piéce di Jean-Luc Lagarce.

"Continuerò a fare film che potranno piacere o meno, in quanto tutti lavorano con passione perché vogliono essere amati e accettati , almeno io di sicuro. L’emozione non è mai facile e ancora più difficile è trasmetterla ma io Preferisco la follia della passione alla saggezza dell’indifferenza" ha affermato in lacrime, citando Anatole France, intensamente commosso durante tutto il suo intervento.

Il premio alla Miglior regia, consegnato nuovamente da Laslo Nemes e Valeria Golino, è andato ex aequo al francese Olivier Assayas con il suo Personal Shopper e al romeno Cristian Mungiu per il tesissimo Bacalaureat: se il primo non aveva mai vinto a Cannes, il secondo si era già aggiudicato la Palma d’oro nel 2007 con 4 mesi, 3 settimane e 2 giorni e la miglior sceneggiatura nel 2012 con Oltre le colline.

E ancora alla Gran Bretagna è andato un altro premio, ovvero il Prix du Jury per Andrea Arnold per il suo road movie American Honey : la regista già Prix du Jury, nel 2006 per Red Road e nel 2009 per Fish Tank è salita esultante sul palco “Vorrei ballare dalla gioia” ha esordito subito dimenandosi e poi ringraziando tutto lo staff del suo film, eccitatissima.

Tra i grandi attesi del concorso c’era anche l’iraniano Asghar Farhadi, già Oscar e Orso d’oro per Una separazione nel 2011: ebbene il suo The Salesman- (in originale Forushande) ha centrato il risultato, conquistando ben due premi: quello alla miglior sceneggiatura e l’altro all’attore protagonista Shahab Hosseini. “Ringrazio Dio per avermi concesso questa vittoria e mio padre che adesso dal paradiso ne sarà rallegrato. Sia l’interprete che il regista hanno dedicato il riconoscimento all’Iran. Alla Filippina Jaclyn Jose infine è andato il premio alla miglior attrice. La protagonista di Ma’ Rosa di Brillante Mendoza (già miglior regista a Cannes nel 2009 per Kinatay) non è certo una bellezza mozzafiato , eppure con la sua robusta figura ha conquistato l’ammirazione del pubblico per il suo indiscutibile talento.

Sul palco ha chiamato anche la figlia con la quale ha condiviso le copiose lacrime di gioia e di emozione tra gli applausi scroscianti del pubblico.

Vince la la Palma D’Oro il cinema coraggioso, quello di chi vuole dare un messaggio di verità’ e speranza di fronte a un “mondo in serio pericolo di sopravvivenza”. In altre parole, al 69° Festival di Cannes vince Ken Loach con il suo vitalissimo I, Daniel Blake. Già Palma d’oro nel 2006 per Il vento che accarezza l’erba (e per tre volte in carriera Prix du Jury a Cannes), il cineasta britannico soprannominato Ken il Rosso, alla vigilia degli 80 anni, non ha avuto mezzi termini ricevendo la sua seconda Palma davanti a una platea commossa in standing ovation : “Vinciamo questo premio con un film che mostra una realtà molto preoccupante, cioè quella dei cittadini della quinta nazione più potente al mondo che soffrono la fame tanto quanto quelli, dalla Grecia al Portogallo, che sono ormai stremati da un’austerità dovuta alle cosiddette ideologie neoliberali. Queste ci porteranno alla catastrofe. Per fortuna ci sono milioni di persone che ancora combattono, contro il pericolo della disperazione che avvantaggia le destre estreme. Noi ci dobbiamo ricordare che abbiamo un messaggio importante da dare, ovvero che un altro mondo è ancora non solo possibile ma necessario”.

Considerato tra i favoriti dalla critica e dal pubblico già dalle prime proiezioni al festival, I, Daniel Blake racconta di un 60enne qualunque di Newcastle che non solo non può più lavorare per problemi di salute ma che neanche può ricevere il sussidio, a causa di una burocrazia di una esasperante impenetrabilità. Celebrando sul palco del Grand Théàtre Lumière il suo riconoscimento, Loach ha anche aggiunto il suo ringraziamenti al Festival di Cannes “per esistere”. “Questo festival è molto importante per la vita del cinema, perché questa arte resti forte”. E non ha mancato di ringraziare, ovviamente “i lavoratori del festival, coloro che stanno dietro alle quinte, perché senza di loro non potrebbe esistere alcuna manifestazione”. Il piu’ lungo appalauso della serata ha chiuso la serata finale di questo 69 simo Festival di Cannes.

Cannes 2016 si chiude dunque con un palmares assortito, di notevole livello, che tuttavia ha escluso non solo i grandi favoriti, ma anche quelli evidentemente meritevoli di un riconoscimento prestigioso. A cominciare dall’originalissimo Paterson di Jim Jarmusch, poi Sieranevada di Cristi Puiu, come dei sorprendenti Toni Erdmann di Maren Ade ed Elle, di Paul Verhoeven che ha regalato quello che molti considerano il miglior film dela sua carriera, con Isabelle Huppert strepitosa nella parte di una psicopatica perfettamente integrata grazie alla sua posizione sociale ed economica.

Di quel cast fa parte anche l’attore Laurent Lafitte, valente conduttore della cerimonia che si è aperta con un montaggio dei più celebri frammenti della storia del cinema francese e che si è concluso sul palco del Grand Théàtre Lumiere, sulla scala dorata (la casa caprese di Malaparte) de Il disprezzo di Jean-Luc Godard.

Palme d’or

I, DANIEL BLAKE (Moi, Daniel Blake) réalisé par Ken LOACH

Grand Prix

JUSTE LA FIN DU MONDE réalisé par Xavier DOLAN

Prix de la regia (ex æquo)

Cristian MUNGIU pour BACALAUREAT (Baccalauréat)

Olivier ASSAYAS pour PERSONAL SHOPPER

Prix du Scénografia

Asghar FARHADI pour FORUSHANDE (Le Client)

Prix du Jury

AMERICAN HONEY réalisé par Andrea ARNOLD

Prix d’interprétation féminine

Jaclyn JOSE dans MA’ ROSA réalisé par Brillante MENDOZA

Prix d’interprétation masculine

Shahab HOSSEINI dans FORUSHANDE (Le Client) réalisé par Asghar FARHADI

COURTS MÉTRAGES

Palme d’or

TIMECODE réalisé par Juanjo GIMENEZ

Mention spéciale du Jury

A MOÇA QUE DANÇOU COM O DIABO (La Jeune fille qui dansait avec le diable) réalisé par João Paulo MIRANDA MARIA

CAMÉRA D’OR

DIVINES réalisé par Houda BENYAMINA, présenté dans le cadre de la Quinzaine des Réalisateurs


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