Storia e sterminio

Per una memoria plurale

di Alberto Giovanni Biuso - domenica 27 gennaio 2008 - 3599 letture

Marino Bocchi insegna Italiano e Storia all’Istituto professionale C. Cattaneo di Modena. Per Fuoriregistro ha scritto una intensa riflessione sul giorno della memoria. Marino mi ha autorizzato a pubblicarla anche sull’Ombra d’Argo; lo ringrazio per questo. Le sue parole criticano una memoria selettiva e quindi strumentale, chiedendo –invece- una memoria plurale, integra.

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Non se ne può più con questa pagliacciata del giorno della memoria. Memoria di che? Di un giorno d’inverno del ‘45 in cui una pattuglia a cavallo dell’Armata Rossa entrò ad Auschwitz e vide stracci striscianti nella neve, torrette vuote, perché le SS se n’erano andate con i deportati sani, per farli crepare lungo l’inverno di freddo, fame e gelo, verso una Germania distrutta. Lo sapevano gli alleati che i nazi stavano sterminando milioni di persone. Per ragioni strategiche, di tattica militare, finsero di non leggere le foto scattate dagli aerei. Per poi riconoscere, dopo 62 anni, che sì, lo sapevano, come ha ammesso il devoto cristiano Bush qualche giorno fa in Israele. Non se ne può più di questa memoria a tratti, che rammemora la Shoah e si scorda degli armeni, degli indios massacrati dai re cattolici, di Beziers distrutta e violentata, le donne, i bambini, i “puri” catari, da Simone di Monfort, uno dei tanti avventurieri sanguinari al servizio della Chiesa. E gli zingari? E gli omosessuali? E gli infiniti genocidi perpetrati dall’idolatria, dal fanatismo e dal capitalismo?

Facciamo di ogni giorno un giorno della memoria. Sarà il migliore omaggio che noi “salvati” renderemo ai “sommersi” di ogni strage dimenticata Facciamo una giornata della memoria per quel giovane operaio dei cantieri navali che l’altro giorno è morto a Marghera mentre si stava calando nella stiva per salvare il suo compagno rimasto imprigionato dal gas. Facciamo una giornata della memoria per tutti i lavoratori, italiani e stranieri, che ogni giorno vengono assassinati dal Profitto. Sarebbe anche un buon modo, l’unico modo onesto, sincero, di ricordare e piangere i 6 milioni di morti ebrei.

Oso pensare, pensate la sfacciataggine, che il mio adorato Primo Levi sarebbe d’accordo con me. Fatevela da voi la giornata della vostra memoria, fra tante giornate di normale e quotidiano abominio. Io da anni mi rifiuto di celebrarla.

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www.biuso.it


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Storia e sterminio
27 gennaio 2008, di : Amelia

Condivido in pieno questo articolo chiaro e onesto di Marino Bocchi.

Non finisco mai di sorprendermi che i portabandiera della strumentalizzazione del genocidio nazista sono gli eredi dei massacratori dei popoli che abitavano un intero continente.

Perché costoro non pensano ai morti, senza eredi, uccisi dai loro avi e del cui sangue è intrisa la terra che abitano?

Non basterebbe questo per capire il trucco?

Storia e sterminio
27 gennaio 2008, di : Giovanni |||||| Sito Web: Memoria e oblio dell’olocausto

Mi ritrovo pienamente nelle parole di Marino Bocchi! Inoltre, mi permetto di aggiungere che, se la memoria dev’essere (come ha detto il Prof. Biuso) "integra", allora essa dev’essere anche oblio. A tal proposito, segnalo qualcosa che ho scritto esattamente un anno fa (a partie proprio da un articolo di questa rubrica di Alberto Giovanni Biuso): Memoria e oblio dell’olocausto

Giovanni www.giofilo.it