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Smarrimento sotto un cielo plumbeo

All’improvviso mi sveglio, il suono della pioggia mi sussurra parole dolci e intense. E’ forte, ma allo stesso tempo mi accarezza il viso...

di sheherazade - domenica 18 settembre 2005 - 7695 letture

All’improvviso mi sveglio, il suono della pioggia mi sussurra parole dolci e intense. E’ forte, ma allo stesso tempo mi accarezza il viso, riportandomi al tempo in cui ero bambina... bastava un po’ di pioggia a rendermi felice, oggi non so cosa cerco, e niente più, da quella volta, riesce a darmi quella tenera felicità di allora.

Ma dove mi trovo?

Mezz’ora fa avevo deciso di fare una passeggiata con Sissi, la mia cagnolina fedele, nonostante il cielo minacciasse pioggia. Adesso mi ritrovo sotto un balcone, davanti al teatro Ambasciatori, seduta sul gradino della Posta, dove la mattina stessa avevo fatto un ora di fila per pagare la bolletta del telefono, e tento di ripararmi dalla pioggia impetuosa. Sono seduta e felicemente guardo i bambini che si divertono a correre con l’ombrello aperto e a zampettare sulle bollicine del marciapiede. Accanto a me un ragazzo stufo col suo motorino aspetta che l’acqua smetta di venire giù.

Il cielo comincia ad aprirsi. Si vede un po’ d’azzurro. Smette di piovere. Meno male, si stava facendo tardi. Sissi! Andiamo verso casa.

Anche il ragazzo indossa il suo casco e se ne va. E io mi sveglio. Il sogno è finito. Non mi trovo più a Catania. Non so dove mi trovo. Mi sento smarrita. Ho il panico. Anche Sissi mi guarda impaurita.

Devo tornare a casa ma non posso. io abito in via Etnea. Mi basterebbe attraversare la via Passo Gravina, poi un altro pezzetto di strada, e attraversare la via Etnea (lo so che avrò difficoltà perché quando piove, dalla mia finestra, che dà proprio sulla famosa strada dei catanesi, vedo che la via si trasforma in un torrente in piena).

E invece sono ancora lì, all’angolo tra via Eleonora D’Angiò e lo slargo con la statua di Padre Pio. Proprio lì si è formato un vero e proprio lago. L’acqua è altisssima e siamo in tre persone a guardarci negli occhi e a chiederci in silenzio come faremo a passare da quel punto. L’acqua ha esondato ed è sul marciapiede. Io e Sissi ci prendiamo di coraggio e piano piano costeggiamo il muretto e riusciamo a passare sulla via Passo Gravina. Anche gli altri si fanno coraggio e, come degli sfollati in una città alluvionata, camminiamo in fila sperando di trovare un punto dove la via Passo Gravina sia attraversabile. In realtà comincio ad aver dubbi che quella sia proprio la via Passo Gravina. Ci sono addirittura le cascate perchè l’acqua arriva violenta dall’alto. E’ sui marciapiedi, scivola da essi provocando delle piccole cascate e portando con sè detriti di ogni genere: pietre, legni con chiodi arrugginiti, terra... Niente da fare. A vista d’occhio non c’è un varco, non vedo possibilità di oltrepassare quella strada, che tante volte in poco più di 15 secondi avevo attraversato.

Provo a risalire ancora ma mi trovo bloccata insieme ad altre persone, davanti ad una transenna che chiude un buco nel marciapiede. Sissi vorrebbe saltare su qualche muretto. Mi fa tenerezza. Chissà cosa pensa... Io penso a quello che è successo qualche giorno fa a New Orleans e al terrore che la gente di quel posto deve aver provato, perchè io a quel punto avevo dei dubbi che sarei riuscita ad arrivare a casa sana e salva.

Sono tornata un po’ indietro. "Me lo ricordo, c’era un punto in cui l’acqua non era tanto alta, basta attendere che non passino le macchine e mettere i piedi dentro l’acqua. Se necessario prenderò Sissi in braccio e attraverserò questo cazzo di strada!".

Mi incammino nuovamente, metto i piedi su un divieto di sosta traballante, terriccio, marciapiede disastrato, sto attenta a non scivolare e incito Sissi a seguirmi. Ecco! E’ questo il punto. Adesso il semaforo deve essere rosso perché non arrivano macchine. Vado. Dai Sissi, corri!

Ce l’ho fatta.

Dalla via Passo Gravina non si può scendere verso via Etnea, ma conosco una stradina che faccio spesso quando la mattina porto a spasso Sissi.

Finalmente. Ecco la via Etnea. Vedo casa mia, dall’altra parte della strada. Ormai sono arrivata. E’ vero la via Etnea è un fiume, ma rispetto alle cascate di quella città che ho poc’anzi attraversato non ci penso nemmeno... Io e Sissi, come due Signore, mettiamo i piedi e le zampe nell’acqua e attraversiamo con molta dignità la strada più importante della ridente città di Catania.


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